SALERNO – Così, semplicemente, riprende vigore e quota l’inchiesta giornalistica portata avanti da questo giornale, e da me personalmente, fin dal novembre del 2013 sul tesseramento e sulle primarie del Pd svoltesi in provincia di Salerno tra il 2012 e il 2013. Una certosina ricerca di documenti e di prove che spiegano in maniera evidente come il Partito Democratico ha da sempre operato sul territorio, scegliendo, grazie a sotterfugi, “il potere per il potere” a tutti i costi.
Protagonismo, anarchia, vincere a tutti i costi. Il Pd salernitano sempre più cinico al cospetto di una provincia spenta. Rinnovare, cambiare, sono le parole chiave che puntualmente vengono amplificate in ogni tornata elettorale. Una padronanza di linguaggio che da anni si prende gioco dei cittadini che malgrado tutto, ancora credono e sperano nei miracoli di devoti santi. Devoti al palazzo naturalmente, devoti al potere, devoti alle tasche che pullulano di quattrini “de noantri”. Una consuetudine annunciata, studiata e ristudiata nella “stanza dei bottoni” dove si cuciono i progetti su misura, le farse che appaion vere, si specula sulle spalle dei cittadini facendo loro credere l’inverosimile. Si grida alla “democrazia” diretta, il popolo sovrano, si fanno le “primarie” per nascondere i soprusi, gli abusi e tutto quanto ruota intorno a un partito che non esiste. Farsa, farsa e ancora farsa, questo realmente si evince dai giochi sporchi e dalle macchinazioni che covano dietro all’apparenza.
Tutto sotto controllo, dalle tessere ai tesserati (che spesso, molto spesso, non esistono), dai Circoli e a chi li gestisce (che spesso, molto spesso, sono fiduciari di Via Manzo o più direttamente del kaimano), dalle primarie alle pseudo forme di partecipazione democratica (che spesso, molto spesso, sono solo apparenza). La realtà rispecchia l’esatto contrario della parola “politica “, una falsa e costante sinergia tra pochi ma fidati uomini capaci di tutto pur di restare incollati ai loro velluti.
Questo è il Pd di Salerno, una macchina perfetta o quasi, un caterpillar che schiaccia quanti si mettono di traverso, che riesce a sviare anche la magistratura con tecniche d’avanguardia. Spesso si è parlato di brogli, di falsi tesseramenti, di voti gonfiati alle primarie, di misfatti vari ma mai nessuno è riuscito a provare il tutto, anche chi, con fare gentile e rivoluzionario si è presentato davanti ai Pm con presunte prove alla mano. Nulla di fatto, perché probabilmente costui o costoro, fanno parte integrante del sistema farsa. Pianti capricciosi per potersi sedere al tavolo del re e chiedere la fettina di torta. Le prove vere, quelle senza macchia, esistono e presto saranno esibite. Lo faremo seguendo un percorso ben preciso, innanzitutto informando i cittadini, facendo capire i “meccanismi osceni” di una politica birichina.
Questo di oggi non è un messaggio trasversale, piuttosto la presentazione giusta e doverosa della ripresa di un’inchiesta giornalistica che non mancherà di offrire nuovi e più eclatanti colpi di scena come quelli tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 che portarono il pm antimafia di Salerno Vincenzo Montemurro sulle soglie del sacrario del Nazareno, direttamente nei centri di potere capitolini. Quell’inchiesta poi, lentamente, si è fermata, quasi arenata, ma è ancora lì pienamente aperta sui tavoli della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Salerno e pronta ad essere rilanciata, in maniera ancora più clamorosa, dalle muove prove che cercheremo di raccogliere e presentare agli Organi inquirenti.
Cominciamo con questa fotografia ricevuta in assoluta esclusiva; una foto inquietante ed al tempo stesso molto esplicativa su come si accoppiano gli elenchi, le tessere e le schede votate nelle presunte democratiche consultazioni elettorali interne al PD (primarie, parlamentarie, tesseramenti) e su come nascono, crescono e cambiano radicalmente le maggioranze alla guida del partito.
Questo ed altro nelle prossime puntate.
direttore: Aldo Bianchini