SALERNO – Per quanto scriverò in questo articolo nessuno potrà venirmi a dire che non l’avevo ampiamente previsto, che non avevo cioè previsto quanto sarebbe accaduto per l’assetto definitivo del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano che oggi, più di prima, appare terreno di conquista del piccolo UdC contro il gigante PD. Davide contro Golia quindi, e il Partito Democratico ridotto a doversi inchinare ai voleri di un partitino che non ha neppure un Comune dalla sua parte nell’intero territorio valdianese. Davide che colpisce al cuore il gigante Golia e lo sottomette senza pietà, quasi come se i neo potenti dell’UdC fossero già tutti esperti e spietati gestori del potere politico e amministrativo.
Ho citato in apertura il fatto di aver anticipato da mesi come sarebbe andata a finire per la conquista del Consorzio, per saperne di più è sufficiente andare a rileggere il mio articolo del 27 dicembre 2016 dal titolo “Consorzio, alla conquista del Vallo” quasi tutto dedicato alla sapiente tessitura del potere da parte dell’assessore regionale al turismo avv. Corrado Matera che, dopo essere uscito a sorpresa dal cilindro della politica, detta legge in tutto il Vallo e muove le sue pedine senza remore, lanciandole in spregiudicate ma approssimative avventure gestionali. In quell’occasione scrivevo: “… Ma per il PD arrivare a perdere il Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano, da sempre nelle mani dei partiti più forti e rappresentativi del territorio, è davvero un’onta difficilmente sanabile perché il Consorzio è comunque uno dei paletti portanti di un territorio che ancora non riesce ad esprimere il meglio di se nonostante ne abbia tutte le capacità organizzative e professionali. Il successo, quindi, anche in questo caso è da attribuire all’UdC ? Niente affatto, nel caso specifico il successo è da attribuire (almeno secondo il mio punto di vista) a Corrado Matera, giovane avvocato teggianese e da poco anche assessore regionale tecnico al turismo, che ha stravinto le elezioni consegnando probabilmente il Consorzio nelle mani esperte di Beniamino Curcio che, sebbene contestato da taluni, rimane un personaggio della vecchia guardia capace di essere grande mediatore e buono per tutte le stagioni. Cosa questa che i giovani, soprattutto quelli del PD anche nel Vallo, devono ancora imparare a fare se vorranno esercitare un ruolo nel variegato mondo della politica e delle sue molteplici ramificazioni. Ma il peccato originale dei “giovani dem” è proprio quello di una radicalizzazione troppo marcata sul loro pensiero e di una difficile concertazione con i tanti altri giovani che animano le varie componenti politiche esistenti. Ma questo sarebbe un ragionamento troppo lungo e complesso che non può essere affrontato e spiegato in poche righe; cercherò di farlo nel tempo …”. Avevo sbagliato soltanto la previsione per Beniamino Curcio, ma qualche mese fa era impensabile una sua caduta rovinosa, prima nel Consorzio e poi nelle elezioni amministrative di Buonabitacolo.
Dunque siamo di fronte ad un nuovo capolavoro strategico di Corrado Matera che senza sindaci e solo con qualche consigliere e/o assessore è stato capace di far passare due nominativi di chiaro marchio UdC (Vincenzo Chiappardo –fratello dell’assessore Filomena Chiappardo di Padula in quota Matera- e Gianfranco Cavallone –uomo di fiducia di Matera e dell’on. Ricchiuti) facendo votare il primo addirittura dal PD che così determina la cacciata del sindaco di Teggiano Michele Di Candia e rimette al suo posto Francesco Bellomo nonostante le sue recenti disavventure giudiziarie.
E perché il PD si è fatto ricattare fino a questo punto senza che nessuno dei rappresentanti territoriali abbia mosso un dito contro lo strapotere dell’assessore Matera ? La risposta è abbastanza semplice perché il tutto è dovuto alle alleanze spregiudicate (lista UdC e lista cosentiniani) che hanno portato Vincenzo De Luca sulla tolda di comando della Regione; alleanze che hanno i loro costi mostruosi, e il Consorzio del Vallo è uno di questi prezzi che De Luca deve pagare in termini di potere sonante; in caso contrario il suo governo, così come tante amministrazioni comunali (tra le quali quella di Padula ?), franerebbe come in una specie di domino a cascata inarrestabile.
Nel dicembre scorso avevo anche scritto che è: “”Difficile dire, oggi, se il segnale proveniente dalle elezioni del Consorzio debba essere inteso come campanello di allarme nel contesto di una situazione di malcontento generalizzato nei confronti di un partito, il PD, che rappresenta lo scudo e l’arma dello stesso governatore De Luca in barba ai tanti scalpitanti giovani del Vallo di Diano che, come quelli della città capoluogo, fino ad oggi non hanno ancora dato segnali di indipendenza dal pensiero del grande capo e, quel che è peggio, dal pensiero dei suoi figli; parlo, ovviamente, di una generazione nata e cresciuta all’ombra del potere egemonico di una sola persona che ha stracciato e ricucito il PD più di una volta. Una generazione che ha dato soltanto segnali di violenza (rivolta fisica a Salerno per il congresso provincia dei giovani dem) e mai della espressione più nobile della politica””. Quella era solo una previsione, la mia, ma i fatti mi stanno dando pienamente ragione.
Nei corridoi di Palazzo Santa Lucia si sussurra di uscieri, di funzionari, di consiglieri e di assessori in fuga; le grida di De Luca avrebbero invaso tutto il palazzo e parole grosse sarebbero volate all’indirizzo dell’UdC e del suo mentore Ciriaco De Mita; fino al punto da avvelenargli anche la notizia della richiesta di archiviazione della vicenda giudiziaria per le “fritture di pesce”. E forse il Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano determinerà anche il destino politico nell’immediato di Giuseppe Canfora, presidente della Provincia, che appare sempre più vacillante. Ma il “patto di Marano” regge e va avanti a gonfie vele e il potere dell’UdC cresce a dismisura.