NAPOLI – Dopo le battaglie per gli abbattimenti degli ecomostri di Alimuri e del Fuenti, ancora una volta Goletta Verde di Legambiente naviga lungo la costa amalfitana e sorrentina rilanciando lo storico monito: “Giù le mani dalla costa”.
Gli attivisti della storica imbarcazione ambientalista hanno esposto lo striscione questa mattina – durante la navigazione tra Castellammare di Stabia e Salerno – per protestare contro le ipotesi di alcuni interventi, ritenuti invasivi oltre che inutili, celati nel Patto per la Regione Campania con la denominazione “Sistema della mobilità da/per la penisola sorrentino-amalfitana”.
Per Legambiente si rischia la riproposizione di vecchie proposte – percorsi in galleria parallele alla litoranea, funivie, by-pass – che da oltre un decennio serpeggiano in uno dei paesaggi più famosi al mondo, oggi anche Parco Regionale dei Monti Lattari e Area Marina Protetta, oltre che Sito Unesco nel versante amalfitano
“In realtà, nonostante quanto si cerca di giustificare non viene mai inquadrato il tema della mobilità in una scelta strategica veramente improntata alla sostenibilità – sottolinea Anna Savarese, vicepresidente di Legambiente Campania -. Si tratta di un’occasione indubbiamente importante, ma occorre un approccio moderno alla pianificazione territoriale basato sul concetto di “smart land”, in grado di garantire l’attrattività del territorio, senza comprometterne le valenze paesaggistiche, naturalistiche e storico-artistiche”.
Per Legambiente la mobilità per essere realmente sostenibile deve essere inquadrata in un piano territoriale e di sviluppo del territorio equilibrato tra zone montane e costiere che non può incardinarsi nell’attenzione al solo settore turistico, ma che deve tener conto delle notevoli valenze dell’interna penisola, connesse all’agricoltura, alla valorizzazione del patrimonio di biodiversità naturale e rurale, alla creatività e alla sapienza artigianale, realizzando prodotti famosi a livello mondiale.
“Ciò – aggiunge Savarese – anche per porre un freno allo sviluppo incontrollato del turismo selvaggio, con un carico pressorio che stravolge gli equilibri ecosistemici e la qualità della vita degli abitanti e compromette lo stesso godimento dei turisti per la scarsa qualità dei servizi, senza che si sia affrontato e approfondito il tema della destagionalizzazione, della durata delle presenze, dell’ampliamento dell’offerta. Questo approccio miope – conclude la vicepresidente di Legambiente – ha alimentato non solo l’abusivismo ma soprattutto l’abbandono dei terrazzamenti, caratteristica peculiare del paesaggio della penisola sorrentino-amalfitana, frutto di una sapienza agronomica tramandatasi per secoli, simile a quella che ha conformato il territorio del Parco delle Cinque Terre che potrebbe essere un modello a cui attingere per “regolamentare” in maniera condivisa le esigenze dello sviluppo con quelle della tutela”.
Ad avallare questi timori sono anche le, seppur scarse, informazioni su un prossimo protocollo d’intesa tra la Regione e i comuni costieri della penisola che verrà stipulato per dare impulso alla realizzazione degli “interventi per la mobilità sostenibile in costiera amalfitana e sorrentina – I fase”, così come su intese tra amministrazioni come quella tra Agerola ed Amalfi per una funivia tra Punta San Lazzaro, Pogerola e il centro abitato di Amalfi.