SALERNO – Ieri pomeriggio, a Salerno, il Movimento Noi con Salvini è sceso in piazza per dire no allo Ius Soli, “il tentativo da parte del Governo di dare la possibilità agli immigrati che arrivano di partorire in Italia e ottenere la cittadinanza italiana”, come spiegato da Mariano Falcone, vice coordinatore regionale del Movimento NcS. “È un’operazione che secondo noi ha solo un significato elettoralistico, in futuro. Tra altre cose, la norma prevede che coloro che sono già qua possono avere la cittadinanza senza alcun tipo di adempimento particolare. Noi siamo contrari a questo perché riteniamo che esista il diritto di cittadinanza per la nascita e conseguenzialmente per chi è di genitori italiani. Noi oggiAggiungi un appuntamento per oggi siamo in piazza per dire no allo Ius Soli e per dire no all’invasione, con le migliaia di sbarchi che stanno avvenendo in Italia e oggiAggiungi un appuntamento per oggi abbiamo la soddisfazione che lo stesso presidente della Regione, lo stesso segretario provinciale del Pd e lo stesso presidente del Consiglio dicano che adesso si sta esagerando, si sta arrivando ad uno scontro sociale”, spiega ancora Falcone.
Per il Movimento salernitano, il ventesimo sbarco di migranti recentemente avvenuto in città potrebbe essere riconducibile ad una scelta dei sindaci di centro sinistra che avrebbero dato l’ok al Prefetto per l’accoglienza.
“Se l’accoglienza è come quella che volevano fare a Cicerale dove in un paese di 1200 abitanti volevano mandare 400 falsi profughi in una struttura non idonea, quindi trattandoli come bestie, i razzisti non siamo noi – attacca Falcone – ma quelli che, dietro lauto compenso, volevano mettere queste persone in una sorta di campo di concentramento, dove non c’erano spazi previsti dalla legge, divisioni previste per legge così come non c’era la possibilità di farsi una doccia e non c’erano bagni chimici. Dunque, mi venissero a spiegare i razzisti chi sono: noi o loro?”
Per il vice coordinatore regionale si può parlare di falsi profughi in quanto solo un 5% avrebbe lo status di profugo di guerra e “il discorso è diverso se si parla di profughi economici ma prima di aiutare chi viene da fuori dobbiamo aiutare gli italiani che non hanno casa, non hanno lavoro. Dobbiamo aiutare i pensionati che non arrivano a fine mese, le famiglie piegate da Equitalia e le banche, i padri licenziati e i tanti giovani costretti a lasciare l’Italia perché non hanno lavoro”.