Aldo Bianchini – Ennio Sica
PADULA – La domanda di oggi è: “L’accordo di valorizzazione della Certosa tra Comune di Padula e Polo Museale è slittato o è finito prima di nascere “. La storia è sempre quella a cui siamo abituati da molti decenni, al di là delle considerazioni temporali legate alla prima o alla seconda repubblica. Si decide una operazione, si sottoscrive un accordo e poi tutto viene rinviato a tempi da destinare, quasi sempre biblici.
E’ necessario rifare la storia di quanto accaduto, non senza qualche incertezza, fin dal momento in cui è stato sottoscritto il protocollo d’intesa. Era il 16 maggio scorso quando, nella suggestiva location della Certosa di Padula, venne sottoscritto un “accordo di valorizzazione del monumento” tra il Comune di Padula ed il Polo Museale della Campania, il cui contenuto è stato oggetto di tre nostri approfondimenti, che vi invitiamo a rileggere. Il primo del 16 maggio 2017 dal titolo: CERTOSA: firmato accordo … porte chiuse ai giornalisti !! ; il secondo del 20 maggio 2017 dal titolo: Certosa: io entro, loro forse entrano, voi non entrate…; e il terzo del 26 maggio 2017 dal titolo: Certosa: dal primo luglio biglietteria gestita dal Comune. L’enigma della parola “accoglienza”. Una Coop gestirà tutto?; articoli che potrete ritrovare facilmente su questo giornale.
L’accordo è stata prevista per la durata di due anni a partire dal 1 luglio 2017 e potrà essere modificato o integrato, a seguito di verifiche periodiche a cadenza annuale sul raggiungimento degli obiettivi e delle analisi dei costi e dei risultati conseguiti.
Il primo luglio è arrivato, anzi è passato, e il primo risultato conseguito è il disimpegno dell’cccordo (o quanto meno della sua mancata attuazione !!): qualcosa non è andato per il verso giusto ? Non è dato sapere e il giorno 1° luglio come gli altri, tutto si snoda lentamente, l’ufficio turistico da un lato, la biglietteria dall’altro, il biglietto d’ingresso al monumento è rimasto invariato e della Certosa Card nessuno ne sa niente. A partire dal 1° luglio ci sarebbe dovuta essere la biglietteria unica per l’accesso alla Certosa, gestita dal Comune con proprio personale, localizzata nell’attuale ufficio turistico; ci sarebbe dovuto essere l’aumento del biglietto per la visita della Certosa e l’avvento delle Card per la visita integrata con i musei comunali. Nulla di tutto ciò. Non conoscendo le motivazioni di tale assenza di segnali positivi (messo che l’accordo è da ritenere un fatto positivo !!), ci riserviamo di approfondire la questione non appena avremo notizie utili, ma ci chiediamo: perché tanta fretta nel sottoscrivere l’Accordo se non si era pronti nell’adempiere a quanto sottoscritto ?
Una lettura approfondita dell’Accordo fa capire che l’impegno preso è pesante, si pensi al personale del Comune che nel giro di 45 giorni doveva essere formato per accogliere il pubblico e per interfacciarsi oltre che con i visitatori italiani anche con quelli stranieri al front-office per soddisfare le loro richieste e per dar loro consigli, e che invece è rimasto al palo e senza formazione specifica (a meno di un corso occulto !!). L’impegno di continuare nel garantire l’apertura degli ambienti della Corte Esterna della Certosa, e di tutti i musei e luoghi di proprietà comunale inclusi nel biglietto/card acquistato dal visitatore, è rimasto nel libro dei sogni.
Lo avevamo già scritto ma oggi è di dominio pubblico il fatto che, per mantenere fede allo sforzo notevole per gestire questo nobile progetto, probabilmente in aiuto del Comune arriverà una costituenda Cooperativa di cui tanto si parla negli ambienti municipali. Addirittura la nuova Cooperativa, secondo voci del posto, sarebbe stata ed è sostenuta da un personaggio politico decaduto che rientrerebbe, così, dalla finestra nella maggioranza dell’amministrazione comunale. Per il bene della cittadina e nella speranza che questo ritardo non influisca negativamente agli occhi del Polo e che il sogno di Imparato si avveri, ovvero affinchè Padula divenga il terzo polo turistico della Campania, speriamo solo di scongiurare il proverbio sardo che così recita: “Chi mal comincia peggio termina”.