SANT’ARSENIO – Questo commento mi piace cominciarlo da un’affermazione, gridata a squarciagola, del sindaco di Padula e consigliere provinciale Paolo Imparato in risposta all’applauso del pubblico presente nella sala della cultura della Bcc Monte Pruno di Sant’Arsenio: “Gli applausi li merito a prescindere” evidenziando così un “io” molto forte che è parte integrante del pittoresco personaggio del Vallo di Diano. Quel verbo “prescindere” mi è piaciuto molto perché si attaglia benissimo al progetto presentato l’altra sera in maniera congiunta dall’editore (Vito Di Carlo), dal direttore (Andrea Manzi) e dal direttore generale della Banca Monte Pruno (Michele Albanese).
Dunque, “a prescindere” da ogni altra considerazione (sia essa positiva che negativa) il progetto di riportare nel Vallo di Diano una pagina sul quotidiano La Città mi sembra degno di un bel 110 e lode; comunque la si pensi il progetto Banca Monte Pruno-La Città è il fiore all’occhiello per una banca che ha dato, e sta dando, tantissimo al territorio valdianese; un territorio che per certi versi è il cuore pulsante dell’istituto bancario e che per questa ragione non può essere abbandonato a se stesso. A denti stretti il direttore generale Michele Albanese si è lasciato andare, ma soltanto per qualche secondo, alla riposta piccata contro le polemiche ingiuste s strumentali che sono circolate nel Vallo alla notizia dell’operazione informazione-territorio che con grande intelligenza e veduta verso il futuro la banca di Albanese ha pensato, organizzato e lanciato a mò di sfida per un comprensorio che ha assoluta necessità di un nuovo modo di fare informazione senza farsi condizionare dai vari orticelli di potere già esistenti; che poi il modello di informazione proposto da La Città sia quello giusto potrà dirlo soltanto il tempo. Le intenzioni ci sono ed è già tanto.
La Banca Monte Pruno non ha tolto, e non intende togliere, niente a nessuno; vuole soltanto implementare un discorso di comunicazione pubblica e di informazione giornalistica innovativa per scuotere il torpore in cui il mondo dell’informazione locale è caduto da molti anni, incartandosi su se stesso.
Per chi non vuole ragionare è difficile pensare che se Michele Albanese avesse voluto fare un’operazione commerciale e/o politica avrebbe rivolto la sua attenzione su Salerno e sulla Valle dell’Irno per conquistare quel credito che ancora non ha e che sta comunque acquisendo giorno dopo giorno con grossi ed eclatanti risultati; e sicuramente avrebbe potuto farlo ugualmente con La Città che è visto e letto su tutto il territorio provinciale come un giornale di sicuro e professionale riferimento. Il dg Albanese ha, invece, inteso privilegiare il territorio valdianese (cui è legatissimo per storia personale e per ragioni finanziarie) regalando allo stesso territorio uno strumento che potrà (se ben utilizzato !!) servire per coprire quei vuoti di cultura, di dibattito, di umanizzazione dei fatti e delle idee, di raccordo tra le imprese e la richiesta di lavoro ed, infine, di semplice utilità e necessità comunicativa. Le testate giornalistiche, quando non incastrate in rancori e personalismi, sono l’essenza della democrazia e la loro proliferazione deve sempre essere salutata come una garanzia di libertà. E la Banca farà tutto questo legando il territorio al quotidiano La Città che dovrà essere visto come un’occasione di miglioramento generalizzato della vita sociale ed aggregativa valdianese, ed anche (perché no) di contributo sicuro – certo e ravvicinato per il salto di qualità che il territorio aspetta da troppo tempo. Qualcosa nel Vallo è cambiata in questi ultimi tempi anche se la politica (come ha detto Raffaele Accetta, presidente della Comunità Montana e sindaco di Monte San Giacomo) non è riuscita a calare tra la gente ed a spiegare questi cambiamenti che, comunque, sono sotto gli occhi attenti degli osservatori indipendenti. Anche a questo ed anche per questo il progetto, fortemente voluto, da Michele Albanese è nato, è stato battezzato l’altra sera, e sicuramente crescerà rapidamente.
Alla realizzazione di questo progetto hanno contribuito vari fattori; innanzitutto l’assenza in loco di una testata giornalistica quotidiana di carta stampata con respiro provinciale e da vendere in edicola anziché buttata sui tavolini dei bar in maniera gratuita; le origini imprenditoriali dell’editore Vito Di Carlo che tanti anni fa è partito proprio dal Vallo di Diano per la sua avventura; l’amore di Michele Albanese per questo territorio che lo ha ribattezzato come proprio figlio fin dagli anni della frequentazione delle scuole superiori; la conoscenza abbastanza ramificata del direttore Andrea Manzi che è stato il fondatore de “La Città” nel 1996 con il “gruppo L’Espresso” e ritornato alla direzione del giornale dopo quindici anni di intervallo.
Certo, perché no, sarebbe forse stato meglio che dal Vallo venisse espressa una testata giornalistica a respiro provinciale, ma questa potrebbe risultare un’avventura troppo rischiosa, costosa e senza sbocchi di crescita e di futuro; meglio, molto meglio, salire sul carro del treno che passa in corsa e farlo con convinzione nelle proprie scelte anche al fine di garantire a diversi vecchi e giovani giornalisti valdianesi un esercizio muscolare e professionale in una palestra collaudata e ottimamente diretta. Tutto questo Michele Albanese, con il suo solito stile, l’ha capito da molto tempo e si è lanciato nell’impresa a capofitto; questa la ragione del suo brevissimo turbamento evidenziato nel corso della cerimonia, non senza qualche recriminazione nei confronti di chi (e sono tanti !!) è stato sostenuto anche in avventure giornalistiche e/o letterarie ed ora ha voltato rapidamente le spalle al progetto invece di salutarlo come un nuovo elemento di crescita per l’intero territorio.
Insomma l’altra sera, giovedì 29 giugno scorso, a Sant’Arsenio è stato riavviato il racconto di un altro pezzo di storia futura dell’informazione del Vallo di Diano; e quando si parla di storia futura non va mai dimenticata la storia passata; ed è proprio per questo aspetto che sono uscito un pò deluso dalla sala della cultura della Bcc Monte Pruno. In questa delusione non c’entra nulla la Banca, non c’entra nulla il dg Albanese come non c’entra nulla il responsabile della comunicazione Mastrandrea; c’entrano e come il direttore responsabile del giornale Manzi e indirettamente il suo editore Di Carlo che forse non conosce la storia del giornale che oggi edita; una storia che nessuno si è preoccupato di spiegargliela. Nessuno dei due ha ritenuto necessario ricordare all’affollata ed interessata platea che se il quotidiano La Città da molti anni è il più venduto nel Vallo di Diano questo lo si deve ad un solo personaggio, un giornalista di lungo corso che risponde al nome di Rocco Colombo. Grazie a lui una ventina di anni fa il quotidiano La Città prese quota e superò Il Mattino entrando in tutte le case, nei bar, nei ristoranti e nei negozi; certo fu il risultato di una serie di irripetibili combinazioni ma quella pagina de La Città ha scritto un lungo e indelebile tratto dell’informazione locale ed è per questo che andava ricordata a tutti i presenti, senza enfasi ma neppure senza falsi infingimenti. Anche per questo, se vogliamo dirla tutta, il quotidiano La Città può, oggi, ripresentarsi alla vasta platea di lettori valdianesi partendo da un ormai consolidato primo posto nelle vendite ed avendo al suo attivo un pezzo di storia indelebile nel ricordo di tutti.