SALERNO – Il gup del Tribunale di Napoli Federica Colucci, accogliendo le richieste del pm Giancarlo Novelli, ha deciso: rinvio a giudizio per tentata concussione a carico di Enrico Coscioni, coprimario della divisione di cardiochirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Sallerno e consigliere alla sanità regionale del governatore Vincenzo De Luca. Il processo incardinato presso la II Sezione Penale del tribunale di Napoli- Collegio C avrà inizio il prossimo 6 ottobre 2017.
Una decisione apparentemente e soltanto pilatesca che lascia, comunque, tutti con l’amaro in bocca e dà il via ad un’altra eterna, o quasi, vicenda giudiziaria che molto verosimilmente non porterà da nessuna parte se non verso l’assoluzione piena dell’imputato. Perché nella fattispecie, amici lettori, parliamo di “tentata concussione” difficilissima da dimostrare in dibattimento anche perché lo stesso reato più grave di “concussione” in moltissimi casi si conclude con un nulla di fatto. E allora perché tutto questo stravolgimento di vite vissute pacificamente e con grande professionalità come quella del neo primario Coscioni che per un presunto tentativo di mettere insieme alcuni frammenti della sanità pubblica, e più specificamente attenenti il riposizionamento degli incarichi dirigenziali da attribuire nel quadro di una sostanziale riorganizzazione della mappa della sanità pubblica regionale. Cosa questa che in tutti gli altri Paesi del mondo avviene con una tranquillità assoluta nell’ambito di quei passaggi quasi ordinari degli “spoil sistem” collegati ai cambi elettorali dei vertici nella gestione della cosa pubblica. Nel nostro Paese, invece, non appena un dirigente e/o un personaggio politico o più semplicemente un delegato si permette di richiamare l’attenzione di tutti per l’assegnazione di nuovi incarichi o la redistribuzione di quelli già esistenti immediatamente si parla di “concussione” o, nel migliore dei casi, di “tentata concussione” soltanto perché ci si permette di contattare, spiegare, convincere che ogni nuovo potere necessità di radicali cambiamenti. Con il risvolto più grave di strumentalizzazione del tutto ai fini di una squallida battaglia politica
La vicenda può essere racchiusa tutta qui; certo è anche innegabile che dietro il giusto cambiamento si annidi la bramosia del potere per il potere che va individuato e colpito, ma tutti noi dovremmo anche cominciare a pensare e capire che non sempre e non dovunque c’è forzatamente il marcio ed a cercare di guardare oltre l’avvio delle inchieste che, molto spesso (per non dire sempre), si concludono con un nulla di fatto dopo, però, che al malcapitato indagato-imputato viene letteralmente tolto il terreno da sotto i piedi. Anche perché se si parla di “tentata concussione” va da se pensare che non è stato possibile raccogliere prove concrete (registrazioni o altro !!) al di là delle parole degli accusatori Panaro – Caputo e Iovino che valgono esattamente quanto le parole di Coscioni che si dichiara, ovviamente, estraneo ai fatti addebitatigli. E allora di cosa stiamo parlando ?, forse del concreto sospetto che la magistratura pur nel suo diritto-dovere di indagare cerca sempre di entrare nella vita politica tracimando dalla sua naturale missione che è, e rimane, la giustizia commutativa.
Ecco perché nel titolo di questo articolo ho parlato di “tante menzogne” a cominciare da quella di De Luca che ha subito dichiarato di “avere fiducia nella magistratura” anche se la stessa devasta vite personali e progetti collettivi finendo, poi, con l’assolvere tutti; mente anche il Movimento 5 Stelle che nella sua frenesia di chiedere le dimissioni di Coscioni avalla la tesi del “doppione di primariato in cardiochirurgia” facendo finta di dimenticare che a Salerno c’era già la seconda cardiochirurgia e che la stessa era stata voluta ed istituita dal grande cardiochirurgo Giuseppe Di Benedetto del quale troppo presto la stessa “Torre del cuore” ne ha smarrito le tracce; mente la stampa locale che avalla la predetta tesi ribadendo soltanto il contenuto dell’esposto sottoscritto da una novantina di addetti (aiuti, medici, infermieri) alla prime voci di una probabile nomina di Coscioni quale secondo primario da affiancare a Jesu nella gestione del fiore all’occhiello della sanità pubblica salernitana.
Nessuno, men che meno io, vuole togliere ai magistrati il diritto-dovere di indagare su tutto e su tutti per fare giustizia; altra cosa, invece, è lo sputtanamento mediatico, quotidiano e continuo, dei tantissimi indagati-imputati che alla fine andranno mandati assolti dopo i titoloni dei giornali basati su indiscrezioni e fughe di notizie nell’orgia delle violazioni dei segreti istruttori che sono ormai simili a quelli di Pulcinella.