Lectura Dantis: il ritorno del prof. Lovito !!

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – I simbolismi e le allegorie nella Divina Commedia sono un fatto che ha dato il via a ricerche, esplorazioni, interpretazioni e machiavellismi di tutti i generi ed in tutte le salse possibili e immaginabili. Su questo argomento sono stati sprecati interi volumi cartacei, milioni di pagine di libri, migliaia e migliaia di articoli stampa senza mai venire a capo dei misteri che il Sommo Poeta ha inteso lanciare verso le generazioni future.

La “lectura dantis” attraverso la partecipazione di più soggetti cerca, da sempre, di districare i segreti di cui sopra con la ricerca della migliore chiave di lettura fatta ad alta voce anche, e non solo, per fermare l’attenzione e l’interesse degli ascoltatori che solo così possono diventare protagonisti principali per la risoluzione del problema.

Una delle chiavi di lettura più significative sembra averla trovata, dopo studi attenti e ricerche estenuanti, il giovane professore Giovanni Lovito, docente presso l’istituto scolastico di scuola media “Giovanni Camera” di Sala Consilina, originario di Monte San Giacomo ma a tutti gli effetti da considerare come cittadino del mondo per l’alto profilo professionale, filosofico e materiale delle sue ricerche su Dante Alighieri.

Non a caso la Lectura Dantis comprende sia la declamazione dei versi sia il loro commento, compiuti anche da persone diverse e possibilmente anche inesperte, e la recitazione può essere essa stessa considerata momento di interpretazione esegetica. È innegabile, peraltro, che l’atto della recitazione dei canti della Divina Commedia ha rappresentato nelle diverse epoche uno stimolo alla riflessione critica sull’opera di Dante, contribuendo in modo considerevole sia alla fortuna dell’opera che allo sviluppo degli studi nell’ottica di una tradizione secolare che si fa risalire alle lezioni di Giovanni Boccaccio, iniziate in Orsanmichele, a Firenze, il 23 ottobre del 1373.

Ed è proprio in questo spazio-tempo che il prof. Lovito, da molti anni, si è totalmente immerso riuscendo a dare alle sue ricerche ed alle sue sintesi per meglio scandagliare l’opera immensa del Sommo Poeta.

Mercoledì 31 maggio 2017 la lettura di “Simbolismo e allegoria nella Divi Commedia” del professore-scrittore Giovanni Lovito la farà da padrone per le classi terze del Giovanni Camera; un momento che registrerà anche l’intervento del Prof. Pietro Mandia, Preside Istituto ‘G. Camera’ e del Prof. Biagio Migliore, Vicepreside. La scelta dei brani per la lettura dei versi della Divina Commedia è stata curata dal Prof. Biagio Migliore e verrà eseguita da alcuni ragazzi di terza media. Alla fine relazionerà, ovviamente, lo stesso autore prof. Giovanni Lovito.

 

NOTE AL LIBRO

 

Il volume, oltre a costituire il prosieguo degli studi iniziati qualche anno fa dal Lovito sul pensiero politico di Dante, mira a dare un ulteriore orientamento critico e storico-letterario sulle allegorie fondamentali presenti nella Divina Commedia. Nell’opera, quindi, dopo una prima analisi storico-filologica volta alla conoscenza ulteriore della profezia del Veltro, vengono affrontate altre importanti questioni inerenti al pur complesso simbolismo che contraddistingue le cantiche del Poema: dal «levriero» del canto introduttivo, alle fiere, al messo celeste; dal Limbo, alla valletta dei principi e, quindi, ai «canti di Sordello»; dal veglio di Creta, ai canti di Cacciaguida, all’apoteosi dell’Aquila imperiale che si manifesta al Poeta nel cielo di Giove, al seggio imperiale su cui «sederà l’alma, che fia giù agosta, / dell’Alto Arrigo, ch’a drizzare Italia / verrà in prima ch’ella sia disposta». L’opera dantesca, quindi, verrà riletta non solo in una chiave teologico-religiosa, bensì, recuperando indagini e ricerche iniziate nell’Ottocento e nel secolo scorso da illustri dantisti italiani, in un’ottica prevalentemente storica, analizzando attentamente alcuni princìpi essenziali del pensiero politico di un Poeta che fu, certo, un imperialista, ma «col rispetto della libertà e per la pace tra le genti». Verranno esaminate alcune teorie fondamentali che sembrano costituire il cardine dell’impianto scientifico e storico-politico della Commedia. Dalla fede innata nel sovrano di Lussemburgo Arrigo VII, ‘re d’Italia’ e signore di Roma, all’idea della supremazia del popolo romano rispetto alle restanti popolazioni della terra; dal primato dell’Italia nel mondo, all’ideale di una ‘Nazione’ quale Caput mundi e signora delle genti; dalla storia antica degnamente riproposta mediante gli «spiriti magni» presenti nel Limbo (tra cui Enea), fautori e sostenitori dell’antico Impero Romano, a quella più recente dei «canti di Sordello».

 

 Alcune importanti questioni inerenti al rapporto fra Dante e il Diritto nonché lo studio particolare del «canto di Giustiniano» chiuderanno la Lectura Dantis presso la Scuola Media ‘Giovanni Camera’ di Sala Consilina.

 


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