FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO QUANDO IL FUMO INTERFERISCE CON L’AZIONE DEI FARMACI

di Alberto Di Muria

PADULA – Il fumo di tabacco contiene più di 4.000 sostanze. Alcune di queste sostanze, per esempio la nicotina, inducono dipendenza. Il fumatore deve anche essere consapevole che l’esposizione a questo miscuglio di sostanze non solo espone al rischio di patologie, ma può anche alterare l’effetto terapeutico dei farmaci; il fumo di tabacco può modificare l’efficacia e la tollerabilità di numerosi farmaci.

La principale interazione tra fumo di tabacco e farmaci è a livello farmacocinetico. La modifica di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione di un farmaco può portare non solo a una efficacia modificata, per esempio un effetto terapeutico ridotto, ma anche a un’alterata tollerabilità, con aumentata incidenza di eventi avversi anche gravi.

L’effetto più caratterizzato del fumo è l’induzione dell’isoenzima CYP1A2, la cui attività è marcatamente più alta nei fumatori forti che nei non fumatori. L’induzione di CYP1A2 corrisponde a un aumentato metabolismo dei farmaci che sono metabolizzati da questo isoenzima.

il farmaco che va incontro all’interazione più importante è l’antipsicotico clozapina. Bastano anche 7-12 sigarette al giorno per raggiungere la massima induzione e quindi la necessità di un aumento del 50% del dosaggio di clozapina per mantenerne le concentrazioni plasmatiche. Ne consegue che la cessazione improvvisa e non controllata del fumo in questi casi può portare a una possibile tossicità. Si è osservato come alla cessazione dal fumo i livelli plasmatici di clozapina possano aumentare del 72%.

Precauzioni simili di monitoraggio sono raccomandate per antidepressivi, per esempio fluvoxamina, ansiolitici e warfarin. Quest’ultimo può andare incontro a un maggiore metabolismo e quindi a una minore attività anticoagulante a causa dell’interazione con il fumo.

Un’altra classe d’isoenzimi su cui agisce il fumo di tabacco è CYP2B6. Alcuni farmaci cardiovascolari come il clopidogrel e il nuovo antiaggregante della stessa classe prasugrel sono convertiti in metaboliti attivi da questo enzima. Il potenziale aumento di attività di questi farmaci nei fumatori è dimostrato da dati che confermano una ridotta aggregazione piastrinica nei fumatori trattati.

La lista di interazioni farmacologiche mediata dal fumo di sigaretta è lunga e ancora in divenire: betabloccanti, calcioantagonisti, furosemide, teofillina, cortisonici per via inalatoria, contraccettivi.

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