SALERNO – E’ sempre la Procura Antimafia di Salerno (per non parlare di quella di Napoli) a lanciare il cappio delle inchieste su tesseramenti e primarie del PD che dovrebbero rappresentare il momento culminante della democrazia e che dimostrano, invece, di essere peggio delle famigerate raccolte di tessere della D.C. i cui rappresentanti andavano finanche nei cimiteri a rastrellare nomi e cognomi utili all’intestazione delle tessere che ora, come allora, contano moltissimo per il peso politico del personaggio che le possiede.
Per fermarci alla nostra provincia è di queste ore la notizia della nuova inchiesta della DDA sul presunto caso di falso tesseramento di Battipaglia in prossimità delle primarie di oggi per la scelta del segretario del partito. Tutte le testate giornalistiche provinciali hanno riportato la notizia che per sintesi riproduco: “”Tessere false al Partito democratico, terremoto politico a Battipaglia a pochi giorni dalle primarie che decreteranno il nuovo segretario nazionale del Pd. Centinaia di tessere sono state annullate. Nella lista degli iscritti al Pd di Battipaglia compaiono nomi e cognomi di persone che hanno dichiarato di non aver mai richiesto la tessera del partito e di non essere neanche a conoscenza della loro iscrizione ad un gruppo politico””. Il fattaccio di Battipaglia si avvicina molto a quello da me denunciato (per l’ennesima volta !!) come avvenuto nel Vallo di Diano nel contesto del precedente articolo (pubblicato su questo stesso giornale il 28 aprile scorso) in cui parlavo anche della candidatura di Angela D’Alto.
Per certi versi quanto avvenuto nel Vallo di Diano nelle primarie svoltesi il 25 novembre 2012 e l’8 dicembre 2013 così come le parlamentarie del 29-30 dicembre 2012 e il tesseramento 2012. Addirittura nel caso del Vallo di Diano c’è stata l’aggravante che la Procura Antimafia è venuta in possesso di 48 tessere, firmate da Pier Luigi Bersani, ancora in bianco anche se ovviamente inserite negli elenchi delle tessere già consegnate ai rispettivi iscritti. Dunque nel Vallo non solo accadde, come per Battipaglia, che “nelle liste degli iscritti al Pd comparivano nomi e cognomi di persone che probabilmente non sapevano nulla della loro iscrizione” ma che, stante alle tessere in bianco raccolte dalla Procura, molte tessere in diversi centri erano state acquistate, elencate falsamente e mai consegnate ai diretti interessati perché’ addirittura in bianco.
Solo per la cronaca è giusto ricordare che all’epoca dei fatti il centro raccolta zonale era stato ubicato a Sant’Arsenio e che il responsabile di tutto il tesseramento provinciale era Nello Mastursi che era l’allora delfino di Vincenzo De Luca.
La Procura di Salerno, per mano del pm Vincenzo Montemurro, sarebbe riuscita anche ad individuare con precisione la provenienza di quel pacchetto di 48 tessere e dei vari passaggi da Salerno a Sant’Arsenio e poi verso uno specifico paese valdianese dove queste tessere furono acquistate e distrattamente mai intestate agli eventuali iscritti che avrebbero dovuto prendere coscienza della loro scelta di affiliazione ad un partito politico. Insomma, come dire che sarebbe abbastanza agevole risalire a chi ha assegnato le tessere al centro di Sant’Arsenio ed a chi dal centro le ha acquistate per la distribuzione in loco.
Questo per quanto attiene il tesseramento, ma ovviamente c’è di più. Sembra che nel corso delle indagini la Procura salernitana abbia anche acquisito gli elenchi delle primarie e delle parlamentarie di cui sopra; da detti atti potrebbero emergere di sicuro molti reati con una rilevanza penale. Il caso del Vallo di Diano deflagrò nel mese di novembre del 2013 e coinvolse numerosi personaggi politici chiamati e sentiti in Procura; un caso che suscitò un clamoroso scalpore e che portò i parlamentari salernitani Guglielmo Vaccaro e Angelica Saggese ad occupare la sede provinciale del PD di Via Manzo. Il pm inquirente si recò anche nella sede nazionale del partito a Roma e non riuscì ad interrogare il segretario nazionale Pier Luigi Bersani perché proprio in quel periodo fu ricoverato d’urgenza ed operato alla testa. Poi l’inchiesta si è apparentemente spenta nelle secche di quelle che un contestabile luogo comune indica come “sabbie mobili”.
Ma attenzione, l’inchiesta non è chiusa ed è viva come non mai; tanto da poter ipotizzare una sua prossima recrudescenza con risvolti e ricadute difficilmente ipotizzabili sull’intero territorio valdianese. E sempre per la cronaca va precisato che l’inchiesta che è tuttora nella titolarità di Montemurro non ha nulla a che vedere con quella portata avanti da altri due magistrati salernitani, Guglielmo Valenti e Antonio Cantarella, sulla variante da 8milioni di euro per Piazza della Libertà che ha registrato il rinvio a giudizio di 26 personaggi (tra i quali lo stesso Vincenzo De Luca). Nella inchiesta di Valenti e Cantarella è venuto fuori che un noto imprenditore di Nocera Inferiore, molto vicino al gruppo dirigente del PD, aveva nella sua disponibilità un cospicuo pacchetto di tessere, alcune delle quali erano state ritrovate anche in casa di un camorrista. La stampa locale fece confusione e unificò le due inchieste facendo passare le 48 tessere in possesso di Montemurro come sequestrate a Nocera alla camorra.
Ma quali furono i risultati delle primarie del 2012 e del 2013 e perché le inchieste sono sospese ? Lo vedremo nella prossima puntata; oggi si vota in tutto il Paese ed anche nel Vallo di Diano nell’ambito delle primarie del PD per scegliere il futuro segretario del partito tra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano; è necessario votare liberamente per affermare la democrazie ed evitare che prevalgano insidiose macchinazioni verticistiche e personalistiche.