SALERNO – E’ ancora una volta la rivista settimanale L’’Espresso ad esaminare e, in un certo senso, a stilare la classifica di merito (solidità e qualità !!) di 377 banche medie e piccole suddivise tra banche di credito cooperativo, casse rurali e casse di risparmio e popolari. Una classifica che offre sufficienti elementi di indipendenza e di equidistanza, tanto da essere ritenuta come l’unica classifica ufficiale in questo campo molto difficili in cui, spesso, non si cimenta neppure la Banca d’Italia accusata da Davide Fabbri (portavoce del Comitato difesa risparmiatori di Cassa di risparmio di Cesena) di “aver chiuso gli occhi a Cesena” con conseguente crollo di CariCesena per lo sgomento dei numerosissimi soci e risparmiatori. Per questa e per una serie di altre ragioni la classifica pubblicata da L’Espresso assume una valenza significativa nel panorama bancario nazionale ed internazionale.
Ma perché Bankitalia non si intrufola nei meandri delle medie e piccole banche ? La risposta dovrebbe essere abbastanza facile e sta tutta nel fatto che il controllore centrale (Bankitalia, ndr !!) ha, anche se inavvertitamente, favorito la nascita e la crescita di uno squallido sottobosco che rigoglia ai margini del sistema bancario istituzionale e che in diversi casi è esploso portando allo scoperto l’abbandono di ogni principio morale e il disprezzo verso i valori fondamentali della vita associativa e con non rare esasperazioni in favore del tornaconto personale. Insomma all’ombra di un controllore poco incline a controllare si sarebbe sviluppato un sistema di banche di affari come distributori di potere e non di assistenza e prossimità alle comunità delle zone di interesse operativo. Per questo la riforma era ed è tuttora necessaria.
Fatto questo ampio preambolo, però, è il caso di passare all’esame della classifica stilata dal settimanale L’Espresso (sui dati elaborati da R&S, società di ricerche e studi di Mediobanca) in cui sono state inserite tutte le piccole e medie banche del salernitano: Credito Salernitano – Banca di Salerno – ex Bcc Sassano – Bcc comuni cilentani – Bcc Scafati e Cetara – Bcc Capaccio Paestum – Bcc Buonabitacolo – Banca Cilento e Lucania sud – Bcc Battipaglia e Montecorvino R. – Bcc Monte Pruno – Bcc Aquara e Bcc Buccino. Tutte individuate e valutate sulla base di quattro principi essenziali: incidenza dei crediti deteriorati netti sul patrimonio netto tangibile della banca – incidenza delle sofferenze sullo stesso patrimonio netto – svalutazione dei crediti deteriorati sui ricavi – cost/income, cioè il rapporto tra costi operativi e ricavi, il principale indicatore di efficienza.
Nel ribadire, ancora una volta, di non essere esperto in tema di strategie bancarie è ovvio che mi sfugge (e non può essere diversamente per uno che non è onnisciente !!) il rapporto tra l’enunciazione dei principi e la loro applicazione nella valutazione della consistenza delle singole banche; insomma i cosiddetti “indicatori di rilievo” sono ostici almeno per tutti i giornalisti non specializzati in materia bancaria (ed io sono tra questi). Ragion per cui non posso fare altro che replicare, in termini di pubblicizzazione, le sintesi delle dichiarazioni che le varie banche del territorio vanno via via esprimendo in queste ore del post classifica de L’Espresso per cercare diesprimere il mio pensiero al fine di evidenziare non solo le efficienze ma anche i punti dolenti.
E come spesso accade la prima, se non l’unica banca, che manifesta la propria soddisfazione per i risultati raggiunti è la Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino, da poco diventata Banca Monte Pruno (con l’acquisizione della Bcc Fisciano), che con un comunicato molto parsimonioso ma anche molto efficace ha chiarito la sua posizione di solidità; una posizione che “in un momento molto delicato per il settore bancario” svetta a livelli davvero interessanti e tali da metterla nelle condizioni ottimali per poter essere considerata “tra le banche più solide d’Italia”.
Ma qualche rigo più su ho elencato ben 12 banche del territorio inserite nella classifica pubblicata da L’Espresso e dando per scontata la dichiarazione pubblica della Banca Monte Pruno (che abbiamo pubblicata in questi giorni) si è indotti a credere che su 12 banche soltanto 3 hanno superato l’esame che nel dedalo delle percentuali e delle enunciazioni dei principi fissano i parametri di qualità e di solidità. Oltre la Banca Monte Pruno, una delle altre 2 banche virtuose che ha dato specifici segnali di presenza comunicazionale è la Bcc Aquara con un messaggio del direttore generale Marino che troverete in pagina. La domanda che ne consegue è: “E le altre 9 banche come vanno considerate ?”.
Ci aspettiamo delle precisazioni dalle rimanenti 10 banche (1 virtuosa e 9 in attesa di diventarlo, forse !!), oltre la Monte Pruno, che non riescono a dialogare con i mezzi di comunicazione esterni così come fa la predetta B.M.P. che, pur potendo contare su una testata giornalistica di riferimento, non lesina le sue dichiarazioni nei confronti di chi, come questa testata, può e deve ricevere, esaminare, approfondire e pubblicare i risultati conseguiti e certificati da organismi al di sopra delle parti come, nella fattispecie, è stato fatto dalla R&S che ha studiato il difficile mondo delle medie e piccole banche.
Nell’attesa di un segnale di presenza delle altre 11 banche salernitane mi piace chiudere questo mio approfondimento (che non è la ripetizione pedissequa di un comunicato stampa !!) con una dichiarazione congiunta resa dal presidente Anna Miscia e dal direttore generale Michele Albanese della Banca Monte Pruno: “Come sempre condividiamo questo importante risultato conseguito, volendo lanciare anche un bel messaggio ai nostri clienti ed al territorio, in quanto, è bello poter affermare di essere tra le banche più solide d’Italia”. Una dichiarazione forte e più che mai convinta, mentre all’orizzonte già si intravede la grande giornata di gala del Monte Pruno Day del 1° maggio 2017 che sicuramente sarà foriero di altri importanti successi.