Aldo Bianchini
SALERNO – Le dodici fatiche (in greco dodekathlos) di Eracle, poi Ercole nella mitologia romana, sono una serie di episodi della mitologia greca, riuniti a posteriori in un unico racconto, che riguardano le imprese compiute dall’eroe Eracle per espiare il fatto di essersi reso colpevole della morte della sua famiglia. Secondo un’ipotesi, il ciclo delle dodici fatiche sarebbe stato per la prima volta fissato in un poema andato perduto, l’Eracleia, scritto attorno al 600 a.C. da Pisandro di Rodi. Attualmente le fatiche di Eracle non sono presenti tutte insieme in un singolo testo, ma si deve raccoglierle da fonti diverse. Questa riflessione presa, pari pari, da wikipedia rispecchia esattamente la situazione vivente del governatore della Campania Vincenzo De Luca; anche per lui (il kaimano !!) non c’è una collocazione precisa temporale in quanto, come qualche anno fa scriveva il compianto Luigi Del Pizzo (notissimo cronista televisivo), è annoverabile tra i “personaggi immortali”; appunto come Ercole, Pericle, Achille, Alessandro Magno e tanti altri. C’è però un valore aggiunto per De Luca ed è costituito dal fatto che se ad Ercole (figlio di Giove e della regina Alcmena) le fatiche furono imposte dal destino provocato dai litigi tra gli Dei, a De Luca invece le fatiche non le ha potuto imporre nessuno perché lui è superiore anche agli Dei dell’Olimpo, le fatiche le ha promesse in campagna elettorale e fra trecento anni (quando la gente avrà dimenticato le sue false promesse e i finti traguardi raggiunti) la sua statua sfilerà prima di quella di San Matteo (fonte Luigi Del Pizzo) nella processione nel 2293 d.C. che si concluderà in Piazza della Libertà e non davanti al Duomo.
Ma quali sono le false promesse e i finti traguardi sbandierati dal kaimano durante la lunga campagna elettorale per le regionali del 2015 ? E’ presto detto: completare la fondovalle Calore e ammodernare il raccordo Avellino-Salerno, rimuovere il masso di Aquara, ripristinare il tratto ferroviario Sicignano-Lagonegro, rendere pienamente agibile la strada a scorrimento veloce denominata Cilentana, far volare l’aeroporto, salvare l’autorità portuale di Salerno, completare la cittadella giudiziaria, attivare la stazione marittima di Salerno, bonificare la strada litoranea in uno al rinascimento delle spiagge, tagliare il nastro del palazzetto dello sport, bonificare il fiume Sarno ed innalzare un obelisco al centro della Piazza della Libertà.
Così come accadde per Ercole anche per De Luca ci sarà qualcuno che scriverà un libro per ogni sua fatica, alla stregua di quella specie di “rivista pubblicitaria” che è stata recentemente diffusa gratuitamente nelle edicole di tutta la regione ed avente per titolo “Un anno per la Campania”. Ovviamente sfogliando la rivista si capisce che le fatiche di Ercole-De Luca sono moltissime, ben più delle dodici sopra elencate, ma quelle di cui preferisco trattare sono tutte fatiche inerenti strettamente la nostra provincia.
Perché se ci allarghiamo alla Regione scopriamo che le fatiche sono 11 per il trasporto pubblico, 7 per la sanità, 7 per la tutela ambientale, 7 per i giovani, 5 per la viabilità, 6 per le politiche sociali, 4 per la sicurezza, 6 per i fondi europei, 10 per il lavoro, 8 per la cultura, 8 per la stabilità dei conti; ben 79 fatiche che sommate a quelle salernitane arrivano addirittura a 91. Un numero che ha fatto spaventare anche Ercole il quale, raccontano le cronache, si è rifugiato nella camicia offertagli dalla moglie Deianira (che a sua volta l’aveva avuta dal centauro-battelliere nemico giurato di Ercole) per soffrire dolori atroci prima di darsi fuoco sopra una pira.
Come già anticipato in precedenti articoli cercherò, nel tempo, di analizzare tutte queste fatiche, mano a mano che esse falliranno, non perché De Luca non le sappia condurre a termine ma perché sono soltanto illusioni elettorali e niente più.
Per accontentare i cittadini del Vallo di Diano (parto da loro che conosco un po’ di più !!) ricordo a tutti che in una famosa trasmissione su Radio Kiss Kiss, a cura di Salvatore Calise, del 2 dicembre 2014 (la campagna elettorale per la Regione era già iniziata) il candidato governatore in pectore Vincenzo De Luca sparò una delle sue balle più clamorose: “Il tratto ferroviario Sicignano-Lagonegro ? Facile, basta andare alla direzione generale delle ferrovie e la cosa è fatta, io sono per i fatti e non per le chiacchiere messe in campo da tutti quelli che mi hanno preceduto …”. Altro che idra di Lerna o cinghiale di Erimanto, De Luca è abituato non a catturare traguardi ma a sparare gigantesche palle. Da quel momento è già passato circa un anno e mezzo e della ferrovia cara ai valdianesi non se ne parla più; neppure il comitato pro-ferrovia sembra più interessarsi alla vicenda. Nessuno vuole far arrabbiare De Luca ? Non è dato sapere, di certo il dubbio viene.