Aldo Bianchini
SALERNO – “L’uomo, la roccia e la vita autoctona sono i termini ricorrenti che raccontano una comunità dai valori autentici e genuini”; con queste significative parole ha aperto la sua bella trasmissione televisiva l’amico e collega giornalista Pietro Cusati, detto Pierino. E mai parole sono risultate essere le più aderenti alla realtà del racconto che è stato snocciolato nel corso di tutta la trasmissione (all’interno della quale ero ospite) in onda sulle frequenze di Uno/Tv, una televisione locale che riesce a fare e proporre cose da televisione di un certo livello culturale e giornalistico. Al centro del dibattito un paese della provincia di Potenza, Sant’Angelo Le Fratte, che da molti anni ha saputo accendere le luci della ribalta nazionale ed internazionale anche grazie all’attivismo incessante del suo giovane sindaco Michele Laurino, rieletto per la seconda volta nel 2014 dopo essere già stato vice sindaco e semplice consigliere. Tra Villa Giacchetti del XVIII secolo e la Chiesa Madre del XVII secolo la comunità santangiolese distende le sue membra attraverso una vallata stupendamente naturale, tanto da essere denominata sia come “La piccola Svizzera lucana” che come “La valle più dipinta d’Italia” che racchiude anche i paese di Satriano e Savoia di Lucania. Le strade del paese sono state tutte affrescate con ben 150 murales, parte dei quali riproducono sui muri il cammino terreno dell’indimenticabile vescovo mons. Juan Caramuel Lobkowiyz che governò la chiesa locale, sede di vescovado, dal 1657 al 1673; il vescovo fu architetto, matematico, filosofo, astrologo, grafico e stampatore di libri. Proprio a lui si deve la nascita in Sant’Angelo Le Fratte della prima tipografia del meridione d’Italia e l’elaborazione della prima tabella di numerazione binaria (l’attuale linguaggio base dei moderni elaboratori). Dal 12 al 15 agosto di ogni anno il nome di Sant’Angelo vola in tutte le direzioni, da ovest ad est e da oriente ad occidente, grazie alla grande manifestazione di sapori e tradizioni della cultura contadina denominata “Le cantine aperte” che nell’edizione del 2016 ha richiamato ben 70mila persone tra turisti e normali visitatori. Una piccola comunità di poco più di millecinquecento anime che riesce a dare segnali di unità e di rispettabile organizzazione, sociale-economica e culturale, anche durante tutto il resto dell’anno quando i vari ristoranti riescono ad accogliere, come è accaduto nella pasquetta 2017, anche oltre mille visitatori. Un successo per la comunità, un vanto per gli amministratori capeggiati, ripeto, dall’ottimo sindaco Michele Laurino che ha avuto l’intelligenza di non fermarsi all’aspetto gastronomico ed è riuscito a rilanciare l’immagine del suo paese anche sotto l’aspetto dell’attrazione turistica; Laurino è andato ben oltre. “Voglio fare ancora una volta alcune considerazioni in merito al perdurare della crisi e, quindi, delle difficoltà economiche con le quali il nostro, come la maggior parte dei comuni, deve fare i conti … Il lavoro svolto, la progettualità adottata produrranno azioni concrete … Un solo appello voglio fare ai miei concittadini: di essere comprensivi, quindi di perdonare anche qualche errore, di non giudicare l’azione amministrativa per partito preso o per la risoluzione o meno del problema sotto casa propria … Il nostro impegno guarda ad un paese sempre migliore (servizi, viabilità, qualità della vita) e visti i risultati quotidiani mi sento di dire che ce la faremo …”, questo in sintesi il pensiero che il sindaco ha espresso nel contesto di una lettera aperta inviata a tutti i cittadini di Sant’Angelo Le Fratte, un paese che non è assolutamente il paradiso terrestre unto dal Signore, un paese in cui gli amministratori non hanno avuto in dono la panacea di tutti i mali, piuttosto un paese che nonostante i tagli e le resrtizioni dei fondi statali e regionali prospera in una realtà lucana fatta di ingegno e “buona amministrazione” e si pone all’attenzione dei visitatori perle sue eccellenti qualità e per il dinamismo dei suoi amministratori che in questo sono aiutati, da sempre, da ogni singolo cittadino che (al di là delle divergenze di colorazione e di partito che si richiudono dopo ogni campagna elettorale) resta sempre unito al contesto generale e lavora in funzione del bene collettivo. Un esempio per tantissimi altri comuni, meglio sarebbe dire “piccolo borghi” del nostro meridione. Guardando Sant’Angelo dal basso della vallata si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un bellissimo scherzo della natura ma anche al cospetto di amministratori, di piccoli e medi imprenditori e di gente comune che hanno saputo inventare attività e trovare ricchezza anche dalle pietre della nuda terra. Di notte, poi, Sant’Angelo fa brillare gli occhi per le sue variopinte colorazioni luminose, frutto di un gioco di luci sapientemente e scientificamente studiato per valorizzare al massimo grado quelle bellezze elargite in quantità industriale da madre natura. Il pallino fisso del sindaco Laurino è lo sviluppo generale che passa attraverso il lavoro, per chi non ce l’ha, attraverso l’incentivazione delle variegate attività artigianali raccolte nei primi tre lotti dell’area Braide. Senza dimenticare il turismo che è, al momento, il vero volano dell’economia di tutta la comunità. C’è poi il patrimonio artistico e culturale con il mantenimento di quello già esistente e con la crescita di nuove iniziative. La riqualificazione urbana, inoltre, riguarda tutto il paese e in principal modo le aree di San Vito e delle Cantine; particolare attenzione per il decoro urbano e per il verde pubblico (ed è qui che c’è un significativo richiamo alla Svizzera). Infine la viabilità rurale che sembra un obiettivo di secondo piano e che, invece, dovrebbe essere messo ai primi posti di tutte le azioni di chi amministra la cosa pubblica, così come ha fatto il sindaco Laurino per Sant’Angelo Le Fratte. Di questo, di tutto questo si è discusso nella trasmissione televisiva sapientemente condotta da Pietro Cusati sulle frequenze di Uno/Tv di Sala Consilina. Fa specie, però, constatare come il borgo di Sant’Angelo Le Fratte non sia stato per il 2017 annoverato tra quelli più belli d’Italia; è vero che l’associazione che promuove la classificazione dei borghi è di natura privatistica (e potrebbe essere quindi soggetta alle più diverse pressioni !!) ma è altrettanto vero che la bellezza di questo borgo lucano dovrebbe entrare a pieno diritto in quella classifica. Non è possibile, difatti, premiare i soliti Sassi di Matera, Acerenza e Castelmezzano e dimenticarsi completamente di Sant’Angelo Le Fratte; l’esclusione grida vendetta.
direttore: Aldo Bianchini