SALERNO – Sto seguendo con attenzione le notizie che si susseguono in merito all’annunciata apertura, da parte della Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino (che da pochi giorni ha assunto la denominazione di “Banca Monte Pruno – Credito Cooperativo di Fisciano, Roscigno e Laurino”) di una nuova sede nel territorio di Padula dove da anni opera indisturbata ed in maniera efficiente ed efficace la Bcc Buonabitacolo. Questa notizia, questa semplice notizia, invece di raccogliere consensi ha scatenato una ridda di opinioni negative nell’ottica, però, di sterili chiacchiere da bar non supportate da elementi probatori capaci di dimostrare che la scelta, libera – oculata e indipendente, della Monte Pruno potrebbe rivelarsi disastrosa per l’economia del territorio. Difatti, sostenere che il territorio padulese pur essendo una bella realtà del Vallo di Diano non possiede i numeri a sostegno di una terza banca (nel comprensorio di Padula già opera Il Banco di Napoli e la Bcc Buonabitacolo) è la dimostrazione plastica di una non perfetta conoscenza del sistema bancario locale che è molto diverso da quello nazionale e che, soprattutto, come un termometro “vàluta l’andamento socio economico” di un intero comprensorio. Non è soltanto la raccolta dei depositi che deve muovere una BCC nell’apertura di una nuova sede, si deve guardare soprattutto alla fornitura dei servizi prima ancora che alla raccolta. Una cosa questa che è stata assunta dalla Bcc Monte Pruno, e dal suo direttore generale Michele Albanese, come un pilastro fondante della sua azione capillare su tutti i territori ricompresi nel suo raggio di interesse; prima di tutto l’offerta dei servizi, poi tutto il resto. Che sul territorio di Padula arrivino altri servizi, oltre quelli già garantiti dalle altre due banche, non può che essere un punto in favore di tutta la comunità, un punto che non può e non deve favorire commenti per non meglio chiarite ma soltanto paventate “aggressioni territoriali”. La Monte Pruno serve, non aggredisce i territori dove opera; questo lo ha dimostrato sempre e comunque al di là delle chiacchiere. Si parla poi di “grande famiglia delle Bcc” e di “equilibrio territoriale” (entrambe mai veramente esistite !!), ma non si capisce in nome e per conto di che cosa, se non a difesa di posizioni preconcette e di appartenenza. Probabilmente qualcuno dimentica i tentativi portati avanti, proprio dalla Monte Pruno, di riunire sotto un’unica bandiera le tre Bcc presenti nel Vallo di Diano; un tentativo fallito miseramente perché qualcuno pensava di poter anticipare la disastrosa esperienza dell’aggregazione del Tribunale di Sala Consilina a quello di Lagonegro. Insomma una entità più piccola che assorbe quella più grande, un controsenso in danno di ogni logica che qualcuno tentò di mettere a segno impantanandosi sulla scelta del presidente. La decisione della Monte Pruno di aprire una nuova sede a Padula va letta come un tentativo di invertire la rotta sbagliata che le Bcc hanno intrapreso da qualche anno a questa parte nel tentativo di scalata di traguardi sempre più ambiziosi venendo meno al principio fondante delle stesse Bcc che è quello di “prossimità e solidarietà” con il territorio. E quale migliore scelta, se non quella di una nuova sede, può garantire tutto questo; una nuova sede deve essere benedetta e non contestata soltanto perché potrebbe andare contro gli interessi di strutture già presenti; la missione delle BCC, ripeto, non è quella di accumulare ma quella di distribuire attraverso servizi accessibili e disponibili per tutti. Anche per cercare di riavvicinare l’investitore sano verso la richiesta di credito che in questo momento sembra latitare per una serie infinita di motivi, non ultimo quello della preziosa prossimità. In questo discorso non può che far piacere che la Bcc Buonabitacolo sia una banca assolutamente virtuosa ed operativa, da circa quarant’anni, senza mai evidenziare momenti di crisi e senza avere (almeno fino a questo momento !!) necessità di aggregazione o di fusione; ma non si può pensare che altre Bcc, e in primo luogo la Monte Pruno, abbiano avuto l’esigenza di aggregarsi o abbiano dovuto la necessità di fusione. Del resto la rivendicata autonomia della Bcc Buonabitacolo rispetto alle “esigenze di aggregazione” potrebbe essere letta anche come una più facile “non scelta” nell’attesa di decisioni superiori ed eventi finali; quindi non come un atto di coraggio, piuttosto come una silenziosa presa d’atto di passaggi ravvicinati ed inevitabili e non più governabili direttamente dalla stessa Bcc. La storia del nostro tempo, proprio nell’ottica di quello che ho scritto qualche rigo più sopra, ci racconta che si va sempre più speditamente verso le grandi concentrazioni di capitali sull’onda di una scelta politica nazionale; ed è proprio contro tutto questo, con la ferma convinzione di indipendenza, che un’altra scelta di Michele Albanese andrebbe evidenziata e sottolineata con forza. Mi riferisco alla scelta del “gruppo Trentino”, anziché l’ Iccrea, come referente apicale in un discorso che è fuori dalla politica ed è molto vicino alle scelte avanzate che sta già facendo l’America dopo la grande crisi del 2008: avere più gruppi finanziari di riferimento per meglio spalmare il credito sul territorio senza eccessivi rischi. C’è voluto un certo coraggio da parte della Bcc Monte Pruno e del suo direttore generale, per questo va incoraggiato e premiato, e non criticato. L’apertura di una nuova sede, in conclusione, non deve essere letta come lesa maestà di presidi economico-finanziari che non esistono nella realtà globale, ma come una politica di gestione che affonda le sue radici nella vera realtà del territorio, passando per un’ottima comunicazione che alla Monte Pruno sicuramente non fa difetto, grazie alla presenza dell’ottimo giornalista Antonio Mastrandrea che cura dall’interno l’immagine esterna dell’azienda. Quando si discute di queste problematiche di carattere generale non dovremmo mai farci prendere, soprattutto noi giornalisti, da motivazioni di carattere personale e/o di appartenenza. Quando scrivo sulla Monte Pruno, pur non essendo l’organo ufficiale, lo faccio sempre con la convinzione di ciò che scrivo, e con la certezza che la stessa Monte Pruno dovrà sempre garantire a questa testata giornalistica l’assoluta indipendenza nell’informare e nel comunicare. E per chiudere davvero mi chiedo come fa ad esserci crescita su un territorio se non c’è sana concorrenza. E la Bcc Monte Pruno fa sicuramente sana concorrenza.
avanti a tutta, la buana banca dovrebbe essere presente in ogni territorio, altro che storie.
Lucida ed attenta analisi da parte del Direttore Bianchini. La necessita della presenza di una banca locale come la Monte Pruno non si misura ad abitanti e per Km quadrati ma per la capicità di saper stare vicino al territorio. Se strategicamente è stato ritenuto di aprire un’uleriore filiale, non essendo pazzi quelli della Monte Pruno, un motivo ci sarà. Poi a me risulta che a parte qualche interssato interesse personale che va oltretutto giustificato, la notizia ha trovato il favore di tutto il comprensorio di Padula che interssa anche tutti i paesi limitrofi e non certamente solo la Citta della Certosa.
Complineti, comuqnie, al managemet della Monte Pruno per l’attenzione che hanno saputo rivolgere e che mi auguro rivolgeranno al territorio.