ROMA – (di Andrea Campucci) – La tentazione di prender spunto dai vergognosi fatti di Lavagna – un ragazzino di sedici anni si è ucciso buttandosi dal terzo piano di casa sua perché trovato in possesso di dieci grammi di hashish – in questo caso è troppo forte e quindi no, non sto zitto!
Perciò bando alle ciance, lo dico subito senza stare a girarci troppo intorno: l’annosa questione della legalizzazione o meno delle droghe leggere va risulta subito e in un unico senso, con la legalizzazione senza sé e senza ma! Parlo di droghe leggere, attenzione, quelle cosiddette pesanti è bene che se ne restino dove sono.
Ma il fatto è di un’evidenza lapalissiana: la cannabis e i suoi derivati sono meno dannosi dell’abuso di alcool e tabacco. E qui non è nemmeno il caso di rifarsi a tutta quella ridda di studi e contro studi a favore o sfavore dell’utilizzo di certe sostanze stupefacenti. A seguirli ci si perderebbe solo il sonno e la pazienza, chi vuole può documentarsi a piacimento dove preferisce.
Purtroppo però viviamo in un paese di processioni e acquasantiere, per cui è per definizione impossibile rompere quella barriera di pregiudizio, ignoranza e tradizione a cui siamo tanto affezionati. L’ipocrisia della gente e di molti politicanti che si ergono a paladini della legalità opponendosi a tutti i costi a un dialogo sereno e ragionevole, ma che continuano a non pronunciarsi sul gioco d’azzardo in mano alla malavita o che sniffano cocaina sui banchi di Montecitorio, quest’ipocrisia, dicevo, è ormai roba assodata. Ho come l’impressione che si viva in una specie di “Paradosso del credulone”, e che la logica deragliata di certe normative proibizionistiche serva soltanto a rassicurare un elettorato, ipocrita come gli stessi legislatori, pronto ad accogliere ogni forma di paternalismo purché dia l’impressione di vivere in mondo “per bene”. In parole povere, “Io so che queste sono cazzate, ci vado anch’io a puttane, ma se mi fai una legge che mi porti via le mignotte dalla strada la mia mogliettina sta più serena…”
Stesso discorso per le droghe leggere. Il loro uso ricreativo è permesso dalla legge in vari stati: Uruguay, California, Colorado, Alaska, Nevada, Oregon, Washington, Connecticut, Maine, Olanda. Ebbene, non mi mai è arrivata all’orecchio la notizia di scontri o disordini causati da giovani drogati in Uruguay. O di sommosse antisociali in Alaska per abuso di Marijuana.
Senza contare il fatto che con una legalizzazione attenta e dettata dal buonsenso si toglierebbe alla criminalità organizzata un giro d’affari di circa 22 miliardi di Euro (Il Sole 24 ore). Una cifra che, ma forse qui l’ingenuo sono io, potrebbe essere reinvestita in migliorie, che so, alla scuola? Alla Sanità? Ad affrontare nel miglior modo emergenze come il terremoto delle marche?
Fin qui il buonsenso, che ovviamente raccomanderebbe di usare tutte le precauzioni possibili in una materia tanto delicata: consumo nei social club, livello tollerato di Thc, pene estremamente severe per chi viene fermato alla guida in stato alterato etc. Queste sono tutte questioni secondarie, da affrontare con le dovute cautele. Ciò che conta di più è sradicare il pregiudizio e la disinformazione nel nostro paese di processioni e acquasantiere, uno sforzo che se magari fosse stato fatto da chi di dovere, non avrebbe portato alla tragica morte di un giovane colpevole soltanto di vivere i suoi sedici anni…
Non faccio nemmeno in tempo a finire quest’intervento che mi appare, tra le notizie recenti di Google, “Fiumi di droga nella Palermo bene, blitz della polizia, arrestati cinque spacciatori”… Ok, sbagliare è umano, perseverare è diabolico!