SALERNO – Come dire … quando al di là delle leggi, delle norme, dei regolamenti attuativi, contano innanzitutto gli uomini. Conta soprattutto l’azione che gli uomini mettono in campo finalizzando il loro impegno in favore dell’interesse generale, cercando di “esserci senza esserci”, ovvero di salire sul palco stando attenti a non prendere a tutti i costi la scena. Ho seguito attentamente in questi ultimi tempi le mosse di due uomini che negli ultimi anni hanno retto le sorti della portualità salernitana. Il primo è Fulvio Bonavitacola, avvocato già presidente dell’Autorità e già parlamentare della Repubblica ed attuale vice presidente della Regione Campania. Il secondo è Andrea Annunziata, avvocato già sottosegretario di stato e già presidente dell’Autorità. Tutti e due hanno, indubbiamente, contribuito alla crescita in termini anche mediatici anche se è necessaria una distinzione con un valore aggiunto per il secondo, cioè Annunziata, per due motivi che vedremo in seguito. L’on. Bonavitacola ha prediletto sempre il ruolo di “esserci essendoci” ed ha sempre pontificato come se fosse stato, per unzione ricevuta, il custode della verità, di tutte le verità. Mi spiego meglio e per farlo sono andato a riprendere ciò che ho scritto circa un anno fa su questo giornale quando fu presentata alla stampa la “storiella” della moratoria: “”Le chiacchiere non contano proprio nulla, e sull’onda delle chiacchiere si va verso la parte finale della conferenza stato-regioni che si terrà giovedì prossimo 24 marzo 2016 proprio sulla consacrazione finale della riforma. Si arriva con la scoperta dell’uovo di Colombo da parte del vice presidente della Regione, on. Fulvio Bonavitacola, che nelle ultime ore ha tirato fuori dal cilindro una specie di moratoria che consentirebbe uno slittamento dei tempi, per almeno altri tre anni, per l’approvazione definitiva della riforma e concedendo, così, un tempo abbastanza lungo per concordare eventuali modifiche soprattutto in merito alla sopravvivenza dell’Autorità Portuale di Salerno. La stampa ha eclatato l’annuncio dell’on. Bonavitacola come se davvero lo stesso fosse un toccasana, senza ricordare che in politica è prassi comune e costante l’utilizzo delle moratorie per allungare i tempi probabilmente all’infinito. Niente di nuovo, quindi, ma soltanto un escamotage in chiave di eccellente politichese per risolvere il problema contingente. Benvenga, comunque, anche la moratoria se davvero servirà a salvare l’Autorità salernitana che, ripeto, dovrebbe comunque rimanere con in testa alcune importanti specificità operative””. Come volevasi dimostrare, la moratoria si è dimostrata una presa per i fondelli ed anche se verrà concessa solo per alcuni mesi essa non potrà portare quei benefici che erano stati millantati al momento della sua conquista; era un modo come un altro per prenderci in giro tutti. E il protagonista sul palco per prendere la scena è stato appunto l’on. Fulvio Bonavitacola. La cosa puzzava lontano un miglio; difatti all’epoca mi chiedevo come mai il governatore avesse lasciato al suo vice l’annuncio di una conquista così importante; la verità è uscita allo scoperto dimostrando che il kaimano già prevedeva una brutta fine del porto e non aveva alcuna intenzione di esporsi. Insieme De Luca e Bonavitacola hanno buttato letteralmente alle ortiche una realtà portuale che, per quanto dimensionata sotto l’aspetto della grandezza, stava decollando a livello nazionale ed internazionale. Per rispondere al titolo è facile: De Luca e Bonavitacola non ci sono e, quindi, non potranno battere alcun colpo. Peccato che a farne le spese sarà l’intera economia salernitana perché il porto con le sue attività è l’unico volano sicuro e produttivo per tutto il territorio provinciale e non soltanto per la città di Salerno. E inutile che oggi, come ieri, l’imprenditore Agostino Gallozzi lamenti “ingiustificabili ritardi”; ha parlato sia ieri che oggi con estrema lentezza. Anche per lui, un anno fa, avevo riservato un mio commento che è giusto ripubblicare: “”A nulla vale ricordare, come ha fatto recentemente Gallozzi, che in un documento di Confindustria Nazionale in merito al riassetto della portualità italiana è stato scritto che “la riforma portuale è inadeguata e approssimativa”, perché a mio modo di vedere quando una decisione è inadeguata e approssimativa (la Prima Repubblica docet !!) la si contesta subito e, ovviamente, si propone un’alternativa risolutiva. Le chiacchiere non contano proprio nulla, e sull’onda delle chiacchiere si va verso la parte finale della conferenza stato-regioni che si terrà giovedì prossimo 24 marzo 2016 proprio sulla consacrazione finale della riforma””. Sono state fatte, dunque, molte chiacchiere che, peggio ancora, hanno portato lontano dalla vera essenza del problema. Chi non ha fatto chiacchiere a vuoto è stato, senza dubbio alcuno, l’ex presidente dell’Autorità Portuale avv. Andrea Annunziata che con classe ed umiltà è sceso dal palco in punta di piedi (almeno per il momento !!) per non urtare la suscettibilità degli altri. Annunziata è stato capace, sull’onda di una sua personale passione ed esperienza, di portare il porto di Salerno all’attenzione generale di tutto il mondo interessato, a vario titolo, a queste svariate attività commerciali e turistiche legate al mare. Ma lo stesso Annunziata in più occasioni aveva messo tutti in guardia facendo chiaramente intendere che in mancanza di alcune opere strutturali il porto di Salerno rischiava di implodere. Ancora una volta sono costretto a riportare ciò che ho scritto, nel merito, un anno fa: “”Per tutte queste ragioni il porto, nonostante i numeri sotto vari profili (attività commerciale, crocieristica e diportistica) siano in notevole crescita grazie all’ottima organizzazione si trova in una posizione ancora molto distante dalle eccellenze di Civitavecchia (solo per fare un nome) ma anche da quelle di Napoli sebbene quest’ultima realtà abbia sprecato negli anni tutte le occasioni utili per sovrastare e controllare anche la stessa Civitavecchia. Insomma, da soli i numeri prestigiosi di Salerno, rilanciati anche nel recente meeting di Fort Lauderdale, non bastano per fronteggiare lo sviluppo e la crescita delle nuove frontiere marine che si sono aperte a rotte e traffici impensabili fino a qualche tempo fa””. Ora tutto è fermo, inspiegabilmente anche gli uffici amministrativi, che erano assurti a livelli invidiabili di professionalità di tutti gli addetti, sembrano alla sbando senza la possibilità di avere un punto di riferimento preciso come quello che prima era garantito dalla presenza (forse per qualcuno ingombrante) di Andrea Annunziata. Tutto fermo, dicevo, dragaggio dei fondali, allargamento dell’imboccatura, gallerie, siti retro portuali. Questa volta i due big della politica campana, De Luca e Bonavitacola, l’hanno davvero combinata grossa. Addirittura nelle 45 pagine della pubblicazione “Un anno per la Campania”, della quale sarebbe interessante conoscerne i costi della stampa e della diffusione, non è stato speso neppure un rigo sulla portualità di Salerno e dell’intera Campania. Ma si sa il governatore ama parlare solo dei presunti successi.