Aldo Bianchini
SALERNO – E’ possibile rivolgere una domanda, innanzitutto da cittadino prima ancora che da giornalista, a personaggi importanti come il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il suo consigliere per la sanità (assessore regionale in pectore) Enrico Coscioni e al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno Nicola Cantone, senza che una reazione immotivata e polemica venga scaraventata sulle spalle di chi pone la domanda ? Siamo in un Paese libero e civile, la risposta può essere soltanto “SI”, la domanda può essere posta. La domanda è: “Come è possibile che un direttore generale, nominato dal governatore regionale su suggerimento del suo consigliere alla sanità, possa nominare lo stesso consigliere per l’alto incarico di primario cardiochirurgia ?”. Il conflitto di interesse appare abbastanza vistoso. Questa è la sola domanda possibile, una domanda che avrei voluto leggere sui giornali e che non ho letto, una domanda che esige una risposta, anche perché in altri luoghi (leggasi quello che sta accadendo a Roma con la Raggi) una cosa del genere scaraventerebbe tutti in un vortice giudiziario senza fine. Nei panni dell’avv. Nicola Cantone, direttore generale dell’AOU, una nomina del genere non l’avrei mai firmata; ecco perché, pur conoscendo i politici e la politica da oltre quarant’anni, non ho mai ricevuto il benché minimo incarico o sussidi vari. Fatta questa domanda tutto il resto è acqua sporca, pur dovendo stare attenti a non buttare con l’acqua anche il bambino; nella fattispecie il bambino è la cardiochirurgia che rischia seriamente (non di essere smembrata perché già lo era) di andare in confusione totale con grave ripercussione sull’utenza salernitana e nazionale. Si lotta una vita per conseguire traguardi importanti, si perdono in pochi attimi. A giusta ragione parlo di acqua sporca, perché tutto quello che è accaduto sotto il profilo della comunicazione interna ed esterna avalla la mia ipotesi. Sulla nomina di Enrico Coscioni c’è stato un brutto, per non dire altro, balletto di si e di no fino al punto che il suo nome non è stato inserito nell’elenco diffuso dall’ufficio stampa dell’AOU. Quasi come a dire che la sua nomina dovesse passare in maniera occulta perché fatta per grazie ricevuta ? non è così in quanto la nomina del dr. Coscioni è andata a coprire un vuoto che si era creato nell’ambito della cardiochirurgia con il pensionamento del prof. Giuseppe Di Benedetto. Non riesco a capire perché tutti continuano a parlare di una sola cardiochirurgia quando fu lo stesso Di Benedetto a volere fortemente la doppia carica di primario. Certo quell’incarico conferito al dr. Severino Iesu serviva per trattenere a Salerno il prestigioso cardiochirurgo ma è altrettanto certo che il dr. Enrico Coscioni non è da buttare in un cestino in quanto a professionalità e managerialità. Sono entrambi degli eccellenti professionisti e spetterà a loro due il difficilissimo compito di trovare un’intesa scientifica e organizzativa per rilanciare, ancora di più, i favolosi risultati già conseguiti dalla cardiochirurgia salernitana. La confusione comunicazionale, quel voler nascondere alla stampa il nominativo di Coscioni tra quelli toccati da alti incarichi ha prodotto un danno notevole alla figura del cardiochirurgo ed anche dello stesso direttore generale; nei loro panni mi sarei inviperito moltissimo. L’accaduto poteva essere chiuso con l’ammissione di un errore materiale, invece si è fatto finta di nulla, si è continuato con il gioco del nascondino e si è dato all’esterno la possibilità di fantasticare altre congetture. Oltretutto la scelta dell’ufficio stampa ha messo in seria difficoltà il concetto cardine della libertà di stampa perché non si può scrivere e/o comunicare soltanto quello che vuole il capo, così come il direttore generale non può dettare le regole della comunicazione adattandole alle sue necessità. Mi meraviglio che un direttore generale abbia avuto la fermezza di firmare una nomina di fronte ad una contestazione, giusta o non giusta, di 91 operatori della cardiochirurgia che con le loro firme sotto un documento sono usciti comunque allo scoperto; la mancata consultazione è davvero una cosa seria e grave. Bisognava necessariamente concertare la nomina per non farla apparire come fatta d’imperio contro tutto e contro tutti, con il rischio che adesso sarà sicuramente più difficile ricomporre le gravi fratture che si sono prodotte all’interno del personale medico e paramedico che ha, probabilmente, perso quella serenità complessiva che ha consentito di mantenere la barra dritta per oltre vent’anni. Ma c’è un’altra ipotesi di soluzione, come dicono i contestatori; era sufficiente correggere il PSO (Piano Sanitario Ospedaliero) e ritornare ad un’unica cardiochirurgia e la scelta avrebbe reso tutti felici e contenti. Mi piace riportare un post che il giovane Gaetano Amatruda, già portavoce dell’ex governatore Stefano Caldoro, ha scritto su FB subito dopo la notizia conclamata dell’incarico a Coscioni: “”Conosco Enrico, persona seria. Non credo accetterà questo incarico. Lo sdoppiamento del reparto un errore. Da tutti sarebbe poi letto come un regalo. Per opportunità dunque sono certo non accetterà””. Il fatto della divisione in due della cardiochirurgia “urgenza ed elezione” è un falso problema; ripeto che la cardiochirurgia era già stata divisa ma la creazione di una doppia cardiochirurgia non appariva all’esterno perché a capo della cardiochirurgia nel suo complesso c’era soltanto il prof. Giuseppe Di Benedetto che, dall’alto del suo carisma, riusciva a governare il tutto secondo schemi organizzativi validissimi e innovativi. La decisione del direttore generale apre nuovi scenari e potrebbe provocare uno scontro interno senza precedenti; è vero che un direttore generale, alla fine, deve decidere; ma è altrettanto vero che le sue decisioni dovrebbero sempre almeno apparire come lontanissime dalla politica. Sinceramente non so come andrà a finire, posso solo affermare, anche io come Gaetano Amatruda, che Enrico Coscioni è persona seria; lo dico per convinzione e non per convenienza. Per completezza deontologica concludo riportando il testo del documento sottoscritto dai 91 operatori della cardiochirurgia: : “Il personale TUTTO di cardiochirurgia, in virtù del ventennale lavoro di equipe, che ha prodotto e produce ottimi risultati, è fortemente ANGOSCIATO da un eventuale cambio di gestione al vertice dell’UOC di Cardiochirurgia. E ritiene sia fondamentale, al fine di mantenere gli standard qualitativi, sia gli equilibri interpersonali, che venga confermata l’attuale gestione in corso”.
ho stima di quei medici che hanno nei loro curricula vaste attivita di partecipazione a significativi stage di formazione , ma soprattutto esperienza sul campo svolte nelle strutture sanitarie nazionali , europee e mondiali al fianco di valentissimi scienziati. un pò meno di quei medici che la loro carriera la fanno nella frequentazione delle varie segreterie politiche (di tutte le bandiere).