Un anno per la Campania

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Nei giorni scorsi è stato distribuito dalla regione Campania, attraverso le edicole , un opuscolo (45 pagine più copertina e contropertina) contenente tutto quanto presumibilmente fatto dalla Giunta regionale ovvero dal governatore Vincenzo De Luca nel corso del 2016, il primo vero anno di governatorato se destiniamo il secondo semestre del 2015 alle opportune operazioni di assestamento e rigenerazione dei gangli del potere. Un opuscolo che va dalla operazione soltanto mediatica delle “eco balle” di Coda di Volpe a Eboli alle “superballe” reali delle apodittiche esternazioni del kaimano. Dopo la copertina un’intera pagina viene impegnata per l’elencazione delle “tematiche di intervento” e cioè: sanità, tutela ambientale, giovani, viabilità, politiche sociali, sicurezza, fondi europei, lavoro, cultura, legge di stabilità 2017 e Urp. La vera prima pagina dell’opuscolo fa bella mostra di una dichiarazione del presidente: “Riteniamo che sia una prova di correttezza presentare ai nostri concittadini il bilancio di un anno di lavoro, perché ognuno possa conoscere e valutare direttamente i risultati del governo regionale”; ottimo attacco, non c’è che dire. Peccato che il cittadino di Vituliano (CE) non saprà mai se le eco balle sono davvero scomparse da Eboli, così come il cittadino di Eboli non saprà mai se le eco balle sono state realmente rimosse da Marcianise e Giugliano (e così via) ovvero quando l’EAV sarà risanata per davvero così come annunciato pomposamente con la didascalia: “Finalmente si avvia a soluzione l’enorme indebitamento accumulato negli ultimi dieci anni di gestione dissennata”. Una didascalia che pone in tutta la sua drammatica evidenza l’esigenza ancestrale del governatore di demonizzare e massacrare tutto quello che è stato fatto o non è stato fatto prima di lui; è stato così a Salerno ed è così, quasi in fotocopia, per la Regione. Nell’opuscolo si parla di trasporto pubblico, di sanità, di tutela ambientale, di giovani, di Napoli 2019 (Universiadi), di scuola, di viabilità, di politiche sociali, dell’accoglienza delle donne, di sicurezza, di fondi europei 2014/2020, di lavoro, di cultura, e dulcis in fundo di legge di stabilità 2017. E qui le sorprese non mancano di certo; si parla di “riduzione dei costi della politica e del personale” con al primo punto la rinuncia da partye di Assessori e Consiglieri regionali al proprio compenso (Madonna mia santissima, ma sarà proprio così ?), di “sanzioni per la burocrazia inefficiente” con sanzioni per i dipendenti regionali in caso di ritardi e inadempienze nella conclusione dei procedimenti (il kaimano non si ferma più e vuole riscrivere addirittura lo Statuto dei lavoratori !!), di “fondi per le politiche sociali e socio-sanitarie a favore delle fasce più deboli”, così come del “sostegno all’istruzione ed alla ricerca”, ma non mancano “azioni per l’ambiente il territorio e le produzioni agricole locali”, poi si passa alle “azioni per il patrimonio culturale e il turismo”, infine la “sicurezza dei cittadini” e tutte le “disposizioni in materia di contributi regionali”. Prima della controcopertina l’opuscolo si chiude con l’ URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) “Informarsi è più facile da oggi su tutte le piattaforme” con il numero verde 800.550.506=. Un programma regionale che, ad onor del vero, non si distacca da tutti gli altri programmi politico-amministrativi di questo Paese; i punti salienti di ogni programma sono ben elencati anche sul micidiale internet che dissacra anche i migliori propositi comunicazionali. Non mancherò nei prossimi articoli che dedicherò all’argomento di analizzare uno per uno tutti i punti ricompresi nel programma che in realtà si basa soprattutto sulle cose da fare e su quelle che è stato più semplice realizzare nell’ottica dell’ottenimento di un riscontro positivo a livello di consenso popolare (vecchia tecnica di De Luca !!); mancano assolutamente i riferimenti ai primi pesantissimi fallimenti della gestione deluchiana della Regione Campania. Per quanto mi riguarda mi è più facile fare l’elenco dei fallimenti salernitani che già sono tanti, figurarsi per quelli su tutto il territorio. Ma, ripeto, avremo tempo e modo di riparlarne. Per il momento mi limito a porre due domande semplici semplici: 1) Che fine ha fatto il porto di Salerno ?, 2) Che fine sta facendo l’aeroporto di Salerno ?. Un appello; gentili Vincenzo De Luca e Fulvio Bonavitacola se ci siete battete un colpo.            

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