PADULA – Un paio di anni fa dinanzi al “bar Ninà” di Sassano, dove si riuniscono spesso i “liberi pensatori”, si parlava ovviamente di politica, di Vincenzo De Luca che si accingeva alla campagna elettorale per le regionali, e tra battute ironiche e serie riflessioni si accennò anche al problema delle “luci di artista di Salerno” che solo l’allora sindaco di Salerno poteva accendere mentre sul resto della provincia regnava il buio più assoluto. Ovviamente quella delle luci era una metafora, nel senso che con le luci gli interlocutori intendevano riferirsi al fatto che in quel momento (come tuttora) sembrava che solo De Luca sapesse e potesse fare politica su tutto il territorio provinciale. Da pochi mesi si erano tenute le elezioni per il consiglio provinciale e il sindaco di Padula, Paolo Imparato, era stato eletto a grande maggioranza. A quel tavolo si parlava anche di lui quando eccolo apparire dinanzi al bar e subito dopo a sedersi con tutti noi. Il fatto della luce gli diede probabilmente un po’ di fastidio e cominciò a tirar fuori le sue considerazioni abbastanza pungenti, del resto è nel carattere di Paolo Imparato essere piuttosto ruvido e diretto. Tra le altre cose disse: “La luce o le luci le accendono io, altro che De Luca; da Pontecagnano a Sapri sono io l’unico rappresentante del territorio nell’Ente Provincia e spetta a me accendere o spegnere la luce”. Questo l’ho scritto in un articolo dell’ 11 novembre 2014 dal titolo “La politica del Ninà: Imparato, qui le luci le accendo e le spengo io”. In tutta sincerità debbo dire che in quel momento storico tutto lasciava pensare che Paolo Imparato, con la sua verve cristallina, potesse essere l’unico esponente politico di quel territorio in grado di smuovere le acque chete di una politica sottomessa totalmente agli ordini di un gruppo di potere governato da “un uomo solo”. E questo io lo penso ancora adesso perché Imparato è naturalmente fatto così, la sua non è una maschera o un atteggiamento di comodo; Paolo se ha qualcosa da dirti te la dice. Punto. Speravo che facesse così anche al cospetto del kaimano, ma probabilmente non è andata così e la sua azione si è fermata (o è stata fermata !!). Qualcosa sarà successo, perché l’ondata di consensi che aveva accompagnato la prima elezione di Imparato si è come spenta, affievolita, sfiancata, se non proprio fermata. E questa situazione ha inciso profondamente sui cosiddetti “voti ponderati” espressi dai sindaci e dai consiglieri comunali nelle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Provinciale avvenuto l’8 gennaio 2017 con un nuovo mandato di due anni. Ma che cosa è successo ? Le risposte sarebbero tante, a cominciare dall’azione inizialmente impetuosa del consigliere ma finita per annacquarsi in gran parte. Ma lui, comunque, è ritornato sulla scena post elettorale con la sua solita verve attaccando chi non lo avrebbe fatto votare nella giusta prevista proporzione. Silenzio assoluto intorno al consigliere provinciale, nessuno ha reagito alle sue forti esternazioni, neppure il coordinatore del PD del Vallo di Diano, Mimmo Cartolano, che lo aveva fortemente voluto e sponsorizzato nelle elezioni del 2014. L’unica voce dissidente, quella di Giuseppe Colucci (consigliere di minoranza a Sala Consilina e coordinatore della lista “Progetto Sala”), gli ha risposto per le rime facendo addirittura l’elenco delle cose che non sono andate per il verso giusto, le cose che Imparato avrebbe potuto fare e/o risolvere e che non ha fatto e né risolto; contestandogli esplicitamente la sua abitudine a dichiarazioni e proposizioni progettuali attraverso giornali e tv anziché nelle sedi politiche opportune. Ecco cosa mette in risalto il consigliere Colucci:
1. rispetto alla precedente elezione, ora vi erano le migliori condizioni per ottenere un risultato più soddisfacente;
2. non vi sono stati altri candidati del territorio, che potevano scalfire il tuo risultato, con tutto il rispetto per Marianna Morello e Angelo Marmo, legittimamente sostenuti dai consiglieri del proprio Comune;
3. quasi tutti i Comuni e gli enti di gestione del Vallo Di Diano sono amministrati dal tuo partito;
4. vi sono importanti Rappresentati Istituzionali nel Vallo di Diano, quali il Presidente del Parco (PD) e l’Assessore Regionale al Turismo, che sono certamente validi catalizzatori di consensi;
5. sei reduce da 2 anni di mandato che, rispetto al precedente sistema elettorale, attribuisce al consigliere provinciale un maggior peso politico: prima erano 36 consiglieri ora sono solo 16; prima vi erano gli assessori ora vi sono i consiglieri delegati e tu avevi l’importante delega alla viabilità;
6. sei stato molto tiepido in alcuni problemi che hanno toccato il territorio del Vallo di Diano, tra i quali Tribunale e Carcere, che non riguardano solo Sala Consilina.
Tutto questo, naturalmente, è il pensiero personale di Giuseppe Colucci e come tale lo rispettiamo anche se non abbiamo precisi elementi per condividerlo. C’è, però, un fatto che del resto è stato messo in risalto baldanzosamente (sempre secondo Colucci) dallo stesso Mimmo Cartolano quando ha parlato di un immaginario successo del PD nel Vallo di Diano. Ebbene in questo caso non è affatto così, perchè il risultato locale inferiore di 418 voti va in un’altra direzione rispetto alla precedente elezione. C’ è stata, quindi, una netta sconfitta politica locale, visto i maggiori 2.307 voti ottenuti dal PD salernitano; una sconfitta dall’amaro sapore politico anche perchè le elezioni provinciali non sono più elezioni popolari/amministrative ma elezioni tra rappresentanti di partito soggetti agli obblighi ed agli oneri che qualche altro decide in altro luogo. E adesso cosa accadrà ? Forse niente, ma tutto è ancora possibile, anche un colpo di coda di Paolo Imparato che sicuramente non riuscirà a rimanere cristallizzato in un’anfora che gli eventi gli stanno cucendo addosso. Intanto sull’argomento sono, comunque, scesi in campo Vittorio Esposito, Michele Di Candia e Francesco Cavallone (ognuno con il proprio pensiero); ma di questo vi do appuntamento al prossimo articolo.