SALERNO – Chi gliel’ha fatta fare alla direttrice generale dell’Asl Na/3, Antonietta Costantini, di dichiarare pubblicamente che i medici dell’ospedale Santa Maria della Pietà non avevano tempestivamente avvertito gli Organi superiori dell’Azienda Sanitaria ? Manco il tempo di dire una cosa del genere che ecco puntuale la smentita da parte del dr. Pietro De Cicco (uno dei 17 medici medici in servizio presso quel nosocomio) che, sempre pubblicamente ha contestato la direttrice affermando che l’Asl sapeva già da tempo. E’ vero che “i galloni” vanno guadagnati sul campo ma metterci tutto l’impegno personale e professionale per dimostrare nei confronti del capo (il governatore !!) disciplina e fedeltà ad ogni costo alla fine non paga per niente. La mania di ubbidienza ha sempre e momentaneamente pagato sul piano del ritorno personale ma mai, dico mai, su quello dell’immagine pubblica che si riversa sull’immaginario collettivo. E, in generale, neppure nella riconoscenza del capo che alla prima difficoltà è pronto a liquidare ogni rapporto ed ogni protezione. La vicenda sembra, comunque, come ho già scritto che avrà tempi lunghi e dovrà registrare ancora numerosi contrasti; ci sarà da vedere e da ridere, anche perché l’attento predicatore Vincenzo De Luca sembra essersi chiuso in se stesso in attesa degli eventi, tanto lui il suo successo mediatico l’ha già avuto; il resto, ovvero il risvolto più pericoloso, lo ha lasciato agli altri come fa da sempre. Tanto è vero che in sua difesa, dopo la Costantini, contro il prorompente sindaco di Napoli Luigi De Magistris, è sceso in campo il fido Fulvio Bonavitacola; ma di questo parleremo in seguito. Oggi mi interessa di più analizzare il comunicato diffuso da Giovanni D’Angelo, neo presidente dell’ordine dei medici di Salerno, in segno di solidarietà nei confronti dei colleghi sanitari del nosocomio nolano preso di mira e a randellate dal governatore De Luca. Ecco cosa ha scritto D’Angelo: “”L’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Salerno intende esprimere, a nome di tutti gli iscritti, solidarietà a tutti gli operatori sanitari impegnati a far fronte alla situazione di emergenza assistenziale in atto nella nostra Provincia e in tutto il territorio regionale, di cui certamente quanto accaduto nel pronto soccorso di Nola ha rappresentato la condizione più critica e più difficile da accettare. Che si fosse in un periodo particolarmente “turbolento“ e “caotico“, nel quale la convergenza di più problematiche sanitarie, quali l’influenza e le sue complicanze, la meningite, le diverse e gravi patologie collegate ad un inverno così raro da vedersi nei nostri territori, era possibile immaginarlo ma difficilmente nel modo e nella numerosità con le quali si sono manifestate, peraltro in un periodo festivo lungo e in una fase di totale rielaborazione della rete assistenziale regionale, da tempo carente di risorse umane e di adeguati modelli organizzativi. Alla luce di queste difficoltà, certamente non imputabili a chi opera in prima linea nell’assistenza al paziente, appare ingeneroso, ingiusto e non utile la esposizione mediatica di chi generosamente e instancabilmente cerca di porre riparo con il suo intervento a situazioni organizzative deficitarie, la cui origine è in carenze programmatorie e gestionali e non in cattive pratiche mediche. Pertanto dobbiamo considerare atti di generosità e di alto contenuto etico, interventi compiuti in contesti e situazioni magari non previsti nella corretta pratica assistenziale ma necessari per evitare situazioni ben più gravi e a rischio di vita per il paziente””. Quasi perfetto, oserei dire, il comunicato di Giovanni D’Angelo; ho utilizzato l’avverbio “quasi” solo perché una cosa perfetta esiste solo in forma virtuale. Per chi conosce il presidente dell’ordine sa benissimo quanta umiltà e quanta professionalità evidenzia, dopo giorno, sia nella sua attività di noto cardiologo che in quella di organizzatore dell’Ordine professionale che da poco rappresenta ai massimi livelli e che da anni ha sostenuto affiancando nella gestione quotidiana l’ex presidente prof. Bruno Ravera. Utilizza una maniera molto soft, D’Angelo, nella descrizione di quali sono le differenze tra la linea “programmatoria e di gestione” e la linea “operativa-professionale”; la prima affidata alla politica (Regione) ed alle direzioni generali (Asl), la seconda affidata ai primari ed ai medici, nonché a tutto il personale parasanitario che oggi è altamente specializzato e portatore di titoli di studio di alta qualificazione. Poi il presidente D’Angelo, con garbo, ci fa anche capire le difficoltà, anche personali ed umane, che hanno dovuto affrontare gli operatori del plesso ospedaliero Santa Maria della Pietà di Nola nell’affrontare “situazioni magari non previste nella corretta pratica assistenziale ma necessarie per evitare ben più gravi e a rischio di vita per il paziente”. Difatti, se la direttrice generale dott.ssa Costantini avesse riflettuto un pochino, prima di lanciarsi nella crociata a sostegno delle minacce di licenziamento sparate da De Luca, avrebbe forse fatto in tempo a sapere che almeno ad uno di quei pazienti distesi per terra è stata, comunque, salvata la vita. Ottimo, quindi, l’intervento del presidente D’Angelo a tutela non solo dei medici di Nola ma di tutti i professionisti che ogni giorno si impegnano a fondo nell’ottica e nel rispetto del giuramento di Ippocrate. Un insegnamento ed una lezione per tutti, anche se la vicenda è ancora alle prime battute e in questi ultimi giorni ne sono accadute di cotte e di crude. Nolano docet !!