PADULA – Non è un accanimento, è semplicemente un’inchiesta giornalistica a 360° sulla gestione e sull’organizzazione di uno dei monumenti più importanti della provincia di Salerno, la Certosa di San Lorenzo di Padula. La stampa è il necessario supporto per una gestione virtuosa della cosa pubblica, e la Certosa è cosa pubblica. La stampa deve sempre assumere la veste del difensore civico -dice spesso Paolo Mieli- ma deve farlo senza preconcetti; soltanto così potrà giustificare la sua esistenza. Non spetta al giornalista varare protocolli gestionali e nominare le persone giuste al posto giusto, è suo compito mettere in risalto giuste e concrete osservazioni costruttive e mai distruttive; per distruggere ci vuole poco, per costruire ci vuole invece molto. In questo servizio provvediamo a pubblicare una serie di foto che mettono in evidenza il notevole flusso di visitatori in occasione della manifestazione “ad un passo dal SI” che si è tenuta, nei giorni 26 e 27 novembre 2016, all’interno della Certosa in locali dove il normale visitatore difficilmente può accedere e qualora gli venisse consentito deve sempre essere munito di regolare biglietto. Ma cominciamo dalla luce che ha sommerso positivamente, e dopo mesi di buio completo, gli storici locali in cui la mostra di abiti da sposa si è svolta; la speranza è che manifestazioni del genere servano a far migliorare la qualità del monumento da visitare, anche dal punto di vista dell’illuminazione; non vorremmo che dopo la festa ritornasse il buio. Ma con l’arrivo di manifestazioni ottimamente organizzate, come quella di cui sopra, si pone senza dubbio un problema organizzativo e gestionale di non facile soluzione. In pratica nei due giorni della mostra di abiti da sposa (ma questa manifestazione è solo l’occasione per porre il problema) centinaia di visitatori sono entrati nella Certosa baipassando (come dimostrano le foto) la biglietteria; in effetti centinaia di persone sono entrate direttamente senza alcun biglietto con la particolarità che agli spettatori dell’evento di moda si sono aggiunti visitatori normali che, qualche ora prima, senza biglietto non sarebbero potuti entrare e che una volta entrati con il biglietto non avrebbero potuto godere della vista di quei saloni quasi sempre chiusi al pubblico normale. Si chiede, sommessamente, se quando ci sono queste manifestazione c’è un accordo preventivo da calcolare nel fitto dei locali (se c’è un fitto !!) anche a forfait un numero di biglietti di ingresso; altrimenti si creerebbe una discriminazione tra i visitatori entrati semmai alle ore 16 con regolare biglietto rispetto a quelli (anche visitatori venuti da lontano e non per la mostra di abiti da sposa) che sono entrati baipassando l’ufficio biglietteria. Detti fortunati visitatori, se così si può definirli, per mancanza di controllo da parte del personale del Polo Museale della Campania, allietati da dolce musica lungo il percorso consigliato, e dopo una degustazione dolciaria, hanno avuto anche il privilegio di ammirare da vicino opere che normalmente sono precluse alla vista dei visitatori, in quanto gli ambienti che le espongono sono delimitati da corde di canapa. Eppure i controllori che dovrebbero controllare sono ben 29, e questo lo abbiamo già ampiamente scritto. Ma c’è di più; le sorprese per i visitatori occasionali e scrocconi non sono finite con i dolci e la musica ma hanno potuto ammirare anche dei macchinoni parcheggiati in bella mostra nei lunghi corridoi del chiostro grande. Tutto regolare, tutto previsto e scritto, tutto sotto controllo ? Non pè facile, come al solito, rispondere.
direttore: Aldo Bianchini