PADULA – Per molti lettori il nome di “Violette Pisanelli Stabile” non dirà assolutamente niente. Ma chi è Violette e, almeno per la Certosa di Padula, chi è stata ? La Pisanelli nel lontano 1971 vinse il 1° concorso di giornalismo internazionale incentrato sul tema di fondo della Certosa di San Lorenzo di Padula. Ebbene Violette vinse quel concorso e il suo lavoro fu presentato e commentato nel corso di una trasmissione su Radio/2 andata in onda il 7 agosto 1971 alle ore 16 (tanto per essere precisi !!). La Pisanelli, per la cronaca, all’epoca non era una sprovveduta e tanto per citare qualcosa era già stata autrice di “Intervista a Pasolini” su “La rassegna n.1” di Roma.
Ma cosa intendeva dire la Pisanelli Stabile; se facciamo riferimento letteralmente al termine usato dobbiamo pensare a: trascurato, abbandonato, dimenticato, spregiato, disprezzato, trasandato, disadorno. Tutto questo la giornalista-scrittrice ben 45 anni fa l’attribuiva al monumento più conosciuto nel mezzogiorno d’Italia. Dal 1971 ad oggi tantissime cose sono cambiate e la Certosa si avvia, anche se lentamente, verso una nuova vita e già appare radicalmente cambiata rispetto a quello stato di abbandono in cui realmente versava agli inizi degli anni ’70.
Qualcuno sostiene che da quando il sito di Padula è stato aggregato al Polo Museale della Campania, con l’articolo 34 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 agosto 2014, n. 171, e da quando la dirigenza della sede di Padula è stata assegnata alla Dott.ssa Emilia Alfinito (novembre 2015) l’attributo “negletta” per la Certosa è ritornato più che mai attuale. Non è proprio così, anzi non è affatto così; la distanza dal monumento del ’71 è siderale anche se moltissimo resta da fare e da migliorare; ed in questo è chiamata ad un difficilissimo compito il nuovo Direttore della sede di Padula che, comunque, non è indenne da responsabilità, almeno sul piano squisitamente organizzativo. Difatti pur avendo a disposizione lo stesso numero di vigilanti della precedente gestione, 31 addetti fino a settembre 2015, è aumentato il numero degli ambienti chiusi al pubblico, e di contro è diminuita anche la sicurezza delle persone che lavorano a diverso titolo nello stesso Monumento.
Si sussurra di un infortunio sul lavoro del 22 febbraio 2016 non segnalato ai competenti Organi e di un altro infortunio del 26 agosto scorso in cui è rimasta coinvolta una dipendente del ministero che è stata ferita in seguito della caduta di un armadio all’interno del monumento, e che ad oggi sarebbe ancora in malattia. Per non parlare della donna dipendente caduta in un burrone, verso la fine di settembre, mentre era presumibilmente in servizio.
A questo si aggiungerebbe il fatto che in seguito ad un pensionamento e ad una assegnazione ad altro incarico (nonostante una circolare ministeriale del 2009 lo vieti), fatto questo che avrebbe ridotto gli addetti all’attuale numero di 29 che, comunque, dovrebbero essere abbastanza sufficienti a garantire la massima estensione possibile della sicurezza e dei controlli all’interno di una delle Certose più belle d’Italia.
Ma passiamo all’altro problema, non meno grave, della chiusura ai visitatori degli ambienti forse più importanti. Il primo ambiente che viene sottratto alla vista del visitatore, per mancanza della luce artificiale, è la Cappella delle Reliquie. L’illuminazione insufficiente della Chiesa non consente di ammirare le interessanti tarsie lignee dei cori. A seguire ci si trova di fronte alle transenne, corde di canapa, della Sala del Tesoro e del Capitolo. I malcapitati visitatori che giungono in Certosa nel pomeriggio troveranno questi ambienti nel buio più assoluto, oltre alle transenne. Il Refettorio è illuminato ma attualmente nei giorni festivi è sempre transennato (per mancanza di personale ?). Nei giorni festivi, come domenica 13, spesso non è possibile visitare altri ambienti importanti: l’abitazione del certosino (cella n.4) e il Quarto del Priore (giardino, cappella di San Michele -attualmente sempre al buio- mostra “Storie Certosine”).
Il giorno 12 settembre 2016 (pomeriggio) i turisti-visitatori oltre agli ambienti transennati, per la non perfetta gestione del personale per l’area delle vigilanza, hanno trovato chiuso il “Quarto del Priore” e la “cella n.4”. La scala a chiocciola è sempre inaccessibile, ma in occasione di eventi straordinari viene aperta. E’ chiusa perché i gradini non sono a norma o per quale altro motivo ? Difatti se viene aperta in occasioni eccezionali, ma anche discutibili, perché solitamente è chiusa per motivi di sicurezza ?
“a un passo dal SI” , è questa la grande manifestazione di moda ed altro che si svolgerà sabato e domenica prossimi (26 e 27 novembre); con l’avvicinarsi di questo evento sembra che alcuni punti della Certosa si siano d’incanto illuminati per ritornare all’antico splendore. Con la speranza che l’evento porti anche novità importanti per il ritorno alle visite di alcuni posti strategici e con la certezza che lo stesso evento non venga scambiato per una propaganda elettore occulta, quel grande SI sul manifesto suona male a pochi giorni di distanza dal Referendum.
Ultimamente molte (non so se tutte !!) le amministratrici del Vallo di Diano si sono date appuntamento sullo scalone della Certosa che è normalmente chiuso al pubblico e senza rendersi conto che calpestavano un letamaio. Sono state autorizzate o hanno semplicemente spostato il cordone della transenna ? Di questo parlerò nella prossima puntata.