SALERNO – Dal 3 maggio, data della conferenza stampa d’ insediamento del neo presidente Tommaso Pellegrino alla guida della seconda area protetta italiana per estensione, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti ma, nonostante la buona volontà, tutto sembra ancora ” ingessato “.
Un territorio ostaggio di svariate categorie di soggetti spesso in contrapposizione tra loro come i cacciatori e gli ambientalisti, gli imprenditori e gli agricoltori, le opposte forze e fazioni politiche.
Tra le esigenze di tutela ambientale cosí come previsto dalla Legge Quadro sulle Aree protette e le richieste di eliminazione dei vincoli stabiliti dal Piano del Parco lo sviluppo del territorio resta una chimera tant’ è che, nonostante i finanziamenti europei arrivati e spesi, la disoccupazione costringe ancora troppi giovani ad emigrare.
Segno questo che c’ è qualcosa che non va e che forse un bilancio sociale aiuterebbe a capire meglio.
In molti equiparano lo sviluppo alla costruzione di nuovi edifici, impianti produttivi ed opere pubbliche ma oggi più che mai occorre porsi questo interrogativo: a cosa servono contenitori vuoti ? Cosa differenzia un’ area protetta da un altro territorio ?
Il reale sviluppo di un Parco consiste nell’ utilizzazione sostenibile delle risorse esistenti garantendo forme di occupazione stabili nel tempo. E ciò spetta all’ istituzione Parco, al suo Consiglio Direttivo ma anche al neo dirigente facente funzioni Giovanni Ciao che dovrebbe tradurre in azioni concrete gli indirizzi politici.
Per raggiungere qualunque obiettivo occorrerebbe ripartire dalle risorse umane: una riorganizzazione del personale interno, partnership con associazioni e cooperative giovanili, potenziamento delle guide del Parco, dare opportunità ai giovani ricercatori, riempire musei, strutture ricettive e centri visita di contenuti affidandole a giovani cilentani meritevoli e capaci. Questo ed altro ancora potrebbe fare la differenza.
E il Presidente Pellegrino potrebbe davvero dare una svolta al futuro dei tanti giovani che desiderano restare nel Parco.
Ma nel frattempo la gente continua a vivere di attese e speranze.
F.to: Coordinamento USB Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni