ROMA – L’ attività delle piattaforme cosiddette di ‘peer-to-peer lending’ (ovvero di prestiti tra soggetti privati) è da ieri pienamente riconosciuta in Italia.
Banca d’ Italia ha pubblicato le attese nuove Disposizioni in materia di raccolta del risparmio da parte dei soggetti diversi dalle
banche, che comprendono una sezione (la IX) completamente dedicata al “social lending” (il prestito sociale) e quindi alle piattaforme web che intermediano denaro erogato da investitori privati e istituzionali a prenditori privati o a imprese.
Il concetto che ne emerge è che, una una volta accertato che le trattative sono personalizzate e le parti ne determinano i vincoli, c’è il via libera al prestito tra privati via internet. La nuova normativa entrerà in vigore il 1 gennaio 2017.
Cos’è il social lending? Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
E’ un prestito personale tra privati che avviene su piattaforme internet, senza che il cliente si rechi in banca, posta o presso le finanziarie. Il soggetto che intende richiedere un finanziamento, dopo un’attenta analisi sulla sua solvibilità, potrà rivolgersi a privati o istituzioni diverse da quelle tradizionali, ed ottenere la liquidità necessaria rimborsandola in rate mensili come nel caso di un finanziamento tradizionale.
Ad ogni soggetto verrà associato un rating, ovvero un giudizio di merito sul suo grado di solvibilità; maggiore sarà la sua capacità di rimborso, minore sarà il tasso di interesse che dovrà pagare per il suo prestito.
Dall’altra parte ci saranno delle istituzioni o altri privati che potranno investire la propria liquidità in eccedenza percependo un interesse per il prestito effettuato, ed avere una remunerazione adeguata al rischio.
Esistono diverse piattaforme di social lending che è possibile consultare su internet che si occupano di intermediazione finanziaria tra i soggetti offerenti e quelli richiedenti il prestito.
Tale forma di finanziamento, alternativa a quella tradizionale, è nata in Gran Bretagna nel 2005 ed ha avuto un grande sviluppo soprattutto dopo il 2008, prima nel mondo anglosassone e poi in altri paesi, tra cui la Cina, dove il credit crunch (ovvero la stretta creditizia) attuato dalle banche negli ultimi anni ha costretto molti cittadini ed imprese a ricorrere a forme di finanziamento innovative ed alternative.
Tale forma di finanziamento può essere utile soprattutto per chi ha delle idee imprenditoriali, ma che ha un difficile accesso al credito tradizionale, per le start up o per progetti di spesa di singoli privati che possono trovare nel social lending una forma di microcredito utile ed alternativa ai soliti circuiti finanziari.