ROMA – Papa Francesco, rivolgendosi ai partecipanti all’incontro, tenutosi in Vaticano, sulla tratta di persone ha ribadito, senza lasciare spazio alcuno a malintesi, che “la tratta di esseri umani costituisce un vero crimine contro l’umanità“.
Questo crimine non è, come potremmo pensare, un crimine del 1800, ma è un crimine attuale, dei giorni nostri, che viene perpetrato quotidianamente verso milioni di migranti, costretti a fuggire dai loro paesi, animati dalla speranza di un futuro diverso per le loro famiglie.
La tratta di persone è oggi, “una delle più dolorose di queste ferite aperte“, ha detto il Vescovo di Roma, è “una moderna forma di schiavitù, che viola la dignità, dono di Dio, in tanti nostri fratelli e sorelle“.
“Mentre molto è stato fatto per conoscere la gravità e l’estensione del fenomeno“, ha denunciato il Santo Padre, “molto di più resta da compiere per innalzare il livello di consapevolezza nell’opinione pubblica e per stabilire un migliore coordinamento di sforzi da parte dei governi, delle autorità giudiziarie, di quelle legislative e degli operatori sociali“.
È triste notare, ha ulteriormente segnalato il Papa, come vi sia “una certa indifferenza e persino complicità, una tendenza da parte di molti a voltarsi dall’altra parte“. E questo non solo da parte dei governanti, ma anche da parte delle opinione pubblica, che non si sente toccata da questo problema.
Serve, dunque, operarsi maggiormente nel “lavoro di sensibilizzazione, di educazione e di coordinamento“, ha concluso Papa Francesco, “al fine di accrescere la coscienza sociale circa la dimensione di questa piaga, che colpisce specialmente le donne e i bambini“.
Nel ricordare come la Chiesa continui a operare per limitare questo fenomeno per mezzo di “enormi e spesso silenziosi sforzi che sono stati fatti per molti anni da congregazioni religiose, specialmente femminili“, le quali si prendono “cura di coloro che sono stati feriti nella loro dignità e segnati dalle loro esperienze“, Bergoglio ha invitato i presenti a condividere maggiormente “esperienze, conoscenze e competenze“.