Aldo Bianchini
SALERNO – C’è una guerra all’interno della Certosa di San Lorenzo di Padula, una guerra non scritta e mai dichiarata, ma praticata giorno dopo giorno e con tutte le armi possibili: da una parte non si vuole sentire, dall’altra non si vuole ascoltare. Ho già precisato il mio pensiero personale sulla legittimità del lavoro da assicurare alle “guide autorizzate” e illegittimità del lavoro che le “guide abusive” intendono ancora svolgere all’interno del polo monumentale padulese. E’ vero che le precedenti amministrazioni comunali (i fatti risalgono ad oltre dieci anni fa) avevano ricercato e trovato una soluzione al problema degli abusivi attraverso una specie di protocollo d’intesa con la direzione della Certosa al fine di favorire l’accesso e l’accompagnamento dei turisti occasionali e dei gruppi organizzati. Tutto questo venne, però, messo a punto quando la Certosa di Padula non poteva disporre di guide autorizzate dalla Regione Campania (ovvero dal Polo Museale Campano); quando questa condizione è caduta ecco che la posizione delle guide abusive è ritornata ad essere illegale. Da qui, e giustamente, l’atto di imperio della direttrice Emilia Alfinito che ha azzerato quel protocollo che ormai non aveva più senso alcuno, se non quello di porre in seria difficoltà l’amministrazione del monumento. Ma come spesso accade anche una decisione corretta viene strumentalizzata e contestata se non sul piano legale almeno su quello della pratica attuazione quotidiana. E i guanti di sfida contro la direttrice non sono mancati; l’ultimo, in ordine di tempo, dovrebbe essere un pezzo da novanta (come si suol dire in questi casi !!) scaricato sul tavolo del gioco domenica mattina 6 novembre scorso; un guanto di sfida che ha fatto molto rumore perché era inatteso ed insospettabile. Un gruppo di una trentina di turisti-visitatori è stato accompagnato all’interno della Certosa da una “vecchia guida” (vecchia solo per la lunga esperienza maturata in passato) che, secondo qualche ben informato, sarebbe stata rispolverata a sorpresa dal gruppo delle guide abusive. La vecchia guida dovrebbe essere in stretti rapporti di parentela con uno dei “monumenti organizzativi” di quasi tutte le attività attrattive e turistiche che vengono confezionate, anno dopo anno, sul territorio padulese in riferimento connettivo, se non proprio con il monumento centrale che è e resta la Certosa, almeno con quanto la Certosa rappresenta come immagine e come polo attrattivo.
Ecco perché si ripresenta la domanda già posta in precedenza: chi controlla i controllori ? che, ripeto, hanno l’obbligo di controllare sulla base di quanto previsto dalle leggi e non solo dalle direttive comunque emanate dalla direzione del luogo museale. I controllori, o almeno chi potrebbe avere queste facoltà, sono una trentina ed il controllo di quanto accade all’interno della Certosa (fatta la tara di qualcuno che accompagna gli abusivi e sorride !!) dovrebbe essere abbastanza agevole. E qui ritorna a crescere la responsabilità della direttrice Alfinito la cui azione non può limitarsi alla diffusione di “ordini di servizio” ma deve entrare nel merito degli accadimenti e prendere i provvedimenti sanzionatori del caso. Vedremo se nei prossimi giorni qualcosa cambierà anche da questo punto di vista. Voglio concludere questo pezzo ritornando alla corretta tenuta della sicurezza all’interno del colossale monumento; nel precedente articolo ho scritto che esiste un apposito ufficio predisposto alla vigilanza sulla sicurezza generale degli ambienti finalizzandola anche alla protezione fisica dei visitatori. C’è un altro inconveniente che mi viene segnalato con dovizia di particolari. Domenica 1 maggio, è stato presentato al pubblico il ripristino dei giardini di alcune celle (nn. 7-15-17-25), dove vennero realizzati i progetti di architettura del verde tra il 2003 e il 2006, nell’ambito della mostra Ortus Artis, curata da Achille Bonito Oliva (esperto sempre presente nei grandi progetti della Certosa) con Gennaro Miccio (ex soprintendente di Salerno). Addirittura il giardino della cella n. 17 nonostante fosse, all’epoca, in atto la caduta di tegole dalla sommità del tetto. Una caduta di tegole che è stata, forse involontariamente, registrata dalla voce di un visitatore la cui intervista è stata messa in onda da Uno/Tv il 6 maggio 2016. Quel visitatore intervistato mise in guardia la collettività dell’esistenza del pericolo immanente ed al minuto 2.40 del video fa esplicito riferimento alle tegole già cadute ed a quelle in procinto di cadere.
Ebbene da quel momento non è cambiato assolutamente nulla e le tegole sono ancora lì, in tragica pendenza nell’attesa di cadere sulla testa dei visitatori ignari del pericolo. Le foto scattate qualche settimana fa mostrano non solo il pericolo della tegole cadenti ma anche la presenza di un cavo (non si sa se elettrico !!) che dovrebbe, comunque, essere sistemato nel migliore dei modi. Ma i controllori chi e cosa controllano ?