PADULA – Prima di iniziare questa ennesima puntata sulla vicenda della Certosa di San Lorenzo di Padula e sulla sua gestione vorrei che fosse chiaro un principio. Quello cioè che sto conducendo un’inchiesta giornalistica che tratta temi di carattere generale e mai personalizzati o, peggio ancora, diretti contro qualcuno in maniera specifica. Mi rendo, però, conto che la delicatezza dei problemi trattati potrebbe andare a cozzare contro specifici interessi fino al punto di smovuere la suscettibilità di qualcuno; pazienza, è il rischio proprio di ogni inchiesta giornalistica. Nelle puntate precedenti ho spesso messo in risalto quella che, a mio avviso, potrebbe essere una organizzazione deficitaria soprattutto quando i gruppi turistici entrano, accompagnati dalle guide, in Certosa. Questo è un momento delicatissimo che attiene alla sicurezza ambientale e personale dei visitatori e degli accompagnatori; per questo le guide dovrebbero essere selezionate, altamente professionalizzate e coperte da speciali assicurazioni. Vero è che il biglietto di ingresso dovrebbe (uso il condizionale perché in questo Paese nulla è certo !!) coprire di assicurazione il “rischio generico, personale e ambientale” dei visitatori ed anche delle guide se queste ultime fanno il biglietto prima di entrare; anche se per le guide bisogna tener presente che non ci si trova dinanzi ad un rischio generico-personale-ambientale, bensì di fronte ad un “rischio professionale” che va tutelato e ricondotto regolarmente sotto la protezione dello Stato. In caso contrario ci sarebbero serissime responsabilità a carico di chi consente l’ingresso in Certosa delle guide autorizzate. Figuriamoci se ad entrare sono “guide abusive” o comunque “non autorizzate” seppure in possesso di un biglietto di ingresso; in questo caso le responsabilità schizzano in maniere esponenziale verso l’alto fino a raggiungere picchi difficilmente calcolabili e/o prevedibili in partenza. Tutto questo dovrebbe indurre la direttrice della Certosa, dott.ssa Emilia Alfinito, a mettere in atto un sistema di ingressi molto più rigido di quello in vigore e, soprattutto, dovrebbe meglio disciplinare i tanti suoi dipendenti che, tra l’altro, hanno anche compiti di sorveglianza all’interno del monumento museale. Nelle mie parole non c’è, ripeto, nulla di personale; c’è piuttosto un tentativo di collaborazione, attraverso pochi suggerimenti, affinchè le cose all’interno della Certosa migliorino sia dal punto di vista organizzativo che qualitativo. In fin dei conti il compito di un giornalista è anche quello di suggerire soluzioni e non soltanto di pubblicare notizie per de relato e quasi sempre distorte e funzionali per interessi privati e particolari. E veniamo al fatto, anzi al fattaccio. Qualche giorno fa sono venuto in possesso di un filmato girato, con telefonino, all’interno della Chiesa della Certosa il giorno 21 agosto 2016; il filmato mostra chiaramente una “guida abusiva” (non faccio il nome soltanto per rispetto della privacy) che, mentre spettacolarizza la descrizione del monumento dinanzi ad una platea di attenti turisti, scambia battute più o meno cordiali con “assistente alla vigilanza” per beccarsi scherzosamente l’un l’altro. La guida abusiva, vestita in un modo alquanto appariscente che colpisce la fantasia dei visitatori, riesce con grande abilità a tenere sempre alta l’attenzione dei turisti che, molto verosimilmente, con una guida autorizzata si sarebbero annoiati. Dico questo per significare che non ce l’ho assolutamente con la “guida abusiva” il cui riconosciuto impegno andrebbe codificato, migliorato e organizzato direttamente dall’Ente Certosa per rilanciarlo, addirittura, anche in altri siti museali e per non lasciare al singolo arbitrio i momenti più significativi delle varie visite. Immaginate, però, cosa può succedere se una di queste guide abusive, pittorescamente abbigliata, si infortuna in maniera più o meno grave. La responsabilità, al di là dell’eventuale possesso del biglietto di ingresso, ricadrebbe immediatamente e direttamente sulla direttrice del sito architettonico con gravissime ripercussioni personali e istituzionali. Qualcuno potrà anche dire che è impossibile che una guida abusiva si faccia male; rimando al mittente affermando che è già accaduto e che potrebbe accadere ancora. Ma se il filmato del 21 di agosto riguarda una visita turistica privata guidata da un abusivo, ci sono addirittura filmati pubblici (vedasi servizio giornalistico di Uno TV del 7 agosto 2016 su visita guidata di Sgarbi in Certosa) che testimoniano che la predetta guida abusiva ha accompagnato nientemeno che Vittorio Sgarbi nella Certosa insieme all’assessore regionale al turismo, al sindaco ed all’assessore alla cultura di Padula. Non ero presente a quella visita, ma sono certo che Sgarbi sarà rimasto affascinato dall’entusiasmante e preparato accompagnatore; di sicuro, però, il grande critico d’arte non sapeva che la guida era abusiva e che, quindi, non poteva fare quello che ha fatto; anche se quello che ha fatto faceva comodo a tutti e faceva scena all’interno del silenzioso sito. Non è possibile, in conclusione, che una guida abusiva entri in Certosa e faccia addirittura uno spettacolo per la goduria del visitatori; non è possibile che un addetto alla vigilanza rida e scherzi con lui (filmato anonimo del 21 agosto) mentre dovrebbe fare esattamente il contrario e preservare la severa austerità del rinomato monumento museale. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini