SALERNO – Chiudere subito la caccia in Sicilia e in tutta Italia per fermare i gravi episodi di bracconaggio, come accaduto lo scorso anno in Albania. Lo chiede la Lipu dopo l’ultimo gravissimo atto nei giorni scorsi che ha colpito un raro e superprotetto dalla legge esemplare di aquila di bonelli, una della specie a maggior rischio di estinzione in Italia, e rimasta con poche decine di coppie. L’aquila è stata impallinata, recuperata dagli attivisti del Wwf Licata e portata in gravi condizioni al Centro recupero del Cts a Cattolica Eraclea (Ag). Dell’animale risulta compromessa soprattutto un’ala, il che lo renderà purtroppo inabile a tornare libero e volare. L’aquila è ancora in grave pericolo
Il ferimento dell’aquila di Bonelli riguarda con quasi certezza un giovane nato nell’ambito del progetto portato avanti dal 2012 in Sicilia dal Gruppo Tutela Rapaci, di cui la Lipu è parte, che con grande impegno sorveglia i nidi di questa e di altre specie dai furti dei bracconieri che poi destinano i pulcini rapiti alla falconeria.
L’episodio segue l’uccisione, solo 10 giorni fa, di una cicogna nera nella stessa zona dell’aquila di Bonelli e il ferimento di una poiana e un gheppio e spinge oggi la Lipu a chiedere l’immediata chiusura della caccia.
“La misura è colma – tuona Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – Questo ennesimo, gravissimo evento dimostra l’insostenibilità della caccia in Italia e il suo essere sostanzialmente fuori controllo, anche per via della totale abdicazione dello Stato, che ha cancellato Corpo Forestale e Polizie provinciali e rinunciato a proteggere il suo stesso patrimonio naturale.
“Se questa è la caccia – prosegue – allora bisogna chiuderla, subito, senza se e senza ma. Ci rivolgiamo dunque alla Regione Siciliana e al Governo centrale, che con atti urgenti decretino la sospensione dell’attività venatoria e assumano le decisioni che, in prospettiva, possano garantire la piena tutela del patrimonio della collettività.
“Per quanto ci riguarda – conclude il Presidente della Lipu – stiamo inviando la segnalazione dell’accaduto alla Commissione europea, che già ha aperto contro l’Italia un’inchiesta sul bracconaggio e che ora dovrà seriamente e finalmente pensare ad una procedura d’infrazione”.