PELLEZZANO / SALERNO – Due città diverse, due comunità diverse, anche due modi di praticare la religione è diverso. Da Salerno a Pellezzano le differenze sono molto evidenti. A Salerno un sacerdote (sarebbe meglio dire parroco storico) lascia, tra lo sconforto di tutti i fedeli, la sua parrocchia dopo averla servita per quarantanove anni; a Capriglia un altro sacerdote cerca con tutte le sue forze di integrarsi nella comunità di fedeli della sua parrocchia ma non ci riesece, o almento non ci riesce nella maniera in cui per decenni c’è riuscito l’altro anziano sacerdote. Due comunità e due religioni diverse ? Niente affatto; a Salerno i fedeli del Volto Santo cercano di trattenere don Pietro Mari, a Capriglia i fedeli cercano invece di allontanare il loro parroco don Luigi Pierri. Due atteggiamenti completamente diversi, a Pastena i fedeli ricorrono in favore, a Pellezzano i fedeli ricorrono contro; e la Curia, retta per tanti altri versi molto abilmente dall’arcivescovo S.E. Mons. Luigi Moretti, che fa ? Trasferisce don Pietro e mantiene al suo posto don Luigi. Bontà della Chiesa o accanimento terapeutico ? Difficile rispondere, fatto sta che l’anziano seppure a malincuore obbedisce, il giovane scalpita baldanzoso, cerca appigli e riesce a resistere. Tutta qui la differenza che, anche se sostanziale, i fedeli non potranno mai percepire perché la Chiesa è abilissima a sottocere i problemi che pure l’affliggono e, soprattutto, è capace di guidare con estrema cautela tutti i processi comunicazionali, fino all’inverosimile. Fortunatamente a Salerno in difesa di don Pietro si schierano tre uomini della comunità senegalese che pubblicamente affermano “Noi non abbiamo parole per ringraziare il nostro amico. Ci siamo conosciuti negli anni Ottanta e, da allora, ha fatto tutto per noi. Ci ha dato da mangiare, ci ha fatto vestire, ci ha trovato una casa. Lo ha fatto per Dio e il suo Dio è il nostro Dio”, e così dicendo abbattono qualsiasi barriera di carattere religioso dando prova di essersi integrati alla perfezione e di rispettare le tradizioni del culto della nostra religione; ma lo fanno in Chiesa dove giustamente il cattolicesimo deve trovare la sua esaltazione. Ancora fortunatamente a Pellezzano contro don Luigi scende in campo la dirigente scolastica di Capriglia che, nella mattinata del 16 settembre scorso, al primo giorno di scuola ha preferito tagliare il nastro della inaugurazione del nuovo plesso scolastico delle elementari, sottoposto a ristrutturazione, senza la presenza del sacerdote della locale parrocchia (appunto don Luigi Pierri); lo ha fatto in piena autonomia e sicuramente per difendere quello che dovrebbe essere una integrazione interreligiosa che nelle strutture pubbliche va garantita a tutti. La presa di posizione della dirigente scolastica di Capriglia è indubbiamente forte e probabilmente più di qualcuno non la capirà, ma essa va inquadrata nell’ottica di un movimento popolare (abilmente sottaciuto da alcuni organi di stampa) che vorrebbe allontanare il sacerdote che, invece, è molto ben visto dall’amministrazione comunale di Pellezzano. Uno scontro che va ben oltre l’integrazione multietnica e che ha coinvolto anche le campane che, a distesa, hanno suonato a festa in concomitanza con l’inaugurazione della scuola, quasi a voler far capire, una volta per tutte, l’esistenza di una strategia voluta dalla sinergia comune-parrocchia; una strategia che secondo alcuni non rappresenterebbe il desiderio della maggioranza dei fedeli. In conclusione, per abbattere le barriere interreligiose non c’è bisogno né della campane a festa e neppure dei preti che benedicono; quelle barriere si abbattono con le parole coraggiose pronunciate dai tre senegalesi nella Chiesa del Volto Santo a Salerno; perché Gesù è in tutte le case e in tutti i luoghi e non ha bisogno di particolari benedizioni.
direttore: Aldo Bianchini