Mascolo Maddalena
PAESTUM – “”Nu muorze coppa a na mano, overo na’ mesca frangesca de broglie – Na mesca francesca de mbruoglie e fracasse pe no muorzo ncoppa a ‘na mano””, erano questi i titoli originali della commedia napoletana in due atti scritta dall’insuperabile maestro Antonio Petito. Un titolo che, si dice, fosse stato scritto addirittura a matita per consentire forse la sua adattabilità ai tempi ed alle mode future. Un grande spirito intuitivo, non c’è che dire, quello di Petito che, attraverso i copioni, il “grande Eduardo volle conservare nel suo archivio personale. Mesca Francesca è la famosa locuzione napoletana che intende un’accozzaglia di cose messe insieme senza senso e senza motivo apparente prende nel nostro caso il doppio significato di Nome e Cognome. Francesca Mesca è infatti una simpatica e rubiconda signora che ricorre alle cure di uno psicanalista poiché appena mette la testa sul cuscino per addormentarsi, la sua nottata si riempie di visioni e personaggi strani. Lo psicanalista decide di ipnotizzarla per tirare fuori da lei ed eventualmente esorcizzarli i personaggi che tanto disturbano la sua psiche, ed ecco che nello studio del famoso medico si materializzeranno i più famosi personaggi, dalla Signora Sofia a Zorro, da Deborina alla Regina Elisabetta, da Cappuccetto Rosso a Lorello e così via. I personaggi prenderanno possesso dello studio e del dottore il quale non solo non riuscirà a liberare la Signora Francesca ma ne resterà egli stesso preso ed incantato. Tutto questo, ed in maniera assai brillante, ha saputo trasmettere la “Compagnia teatrale O Triato”, che nella serata di mercoledi 3 agosto, ha portato in scena la commedia di Antonio Petito “Na’ mmesca Francesca“; una commedia letteralmente immersa in una folle leggerezza, adatta proprio alle interminabili serate estive. L’opera, rappresentata nella suggestiva piazzetta della Basilica adiacente ai templi dell’antica Paestum, è stata molto apprezzata dal numeroso pubblico presente che ha sottolineato le battute con fragorose risate e scroscianti applausi. Particolarmente apprezzata la performance di Sara Maiorino che ha magistralmente interpretato il personaggio di Rossella. Una location di primissimo livello che, anche se lontana dalla napoletanità comune che Petito aveva dato alla sua commedia, con piccoli accorgimenti la Compagnia saputo valorizzare ed incastonare nella recita passionale di Sara che è riuscita ad incantare il pubblico presente che, alla fine, si è lasciato andare ad un’ondata di applausi riservandole anche la grande soddisfazione della richiesta di numerosi autografi. Un fatto questo inusuale in un territorio come quello salernitano,e soprattutto pestano, molto riservato e poco incline alle acclamazioni pubbliche e spontanee. Eppure Sara è riuscita a fare anche questo, complimenti. Nei suoi 54 anni di vita (1822-1876) Antonio Petito è stato un attore e drammaturgo napoletano, tra i più noti ed i più amati. Era figlio d’arte di Salvatore, grande interprete della figura di Pulcinella e dell’impresaria teatrale Peppa D’Errico che con un baraccone imponeva il marito all’attenzione del pubblico popolano della Napoli del primo ‘800. Antonio Petito morì dove aveva sempre sognato di morire: sul palcoscenico, a causa di un infarto la sera del 24 marzo 1876.