SALERNO – E’ tempo di tagli e di soppressioni. Finalmente le sagre, le sfilate, le feste di paese dovranno essere sottoposte ad uno screening molto severo per accedere al club delle associazioni privilegiate e già unte dal signore per l’ottenimento dei contributi a fondo perduto che la politica ha quasi sempre ed esclusivamente utilizzato a fini politici. Sarà attuato il proclama, quasi apodittico del presidente del Parco Tommaso Pellegrino che vuole tagliare i contributi a pioggia ? Secondo me il presidente del Parco si è lanciato oltre l’ostacolo tenendo conto solo del suo pensiero. Difatti l’elargizione dei contributi a fondo perduto è stata ed è un’arma praticamente indispensabile per gli uomini politici al fine di fra crescere e mantenere il consenso della gente; le migliaia e migliaia di associazioni che, dopo aver praticamente sostituito le Pro Loco cancellandone il loro ruolo, fanno da accaparratori di consensi utilizzando i contributi a loro piacimento ed a volte per fini personali. Il grave problema sembra essersi avviato (almeno si spera !!) verso una soluzione definitiva anche se, per il momento, dovrebbe partire in via sperimentale per tutta la zona di competenza territoriale del Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano e Alburni. Ho usato il condizionale perché in politica non si sa mai e tutto potrebbe essere ancora possibile; certo è che oggi da parte del presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, è stato gettato un seme molto importante che, almeno sulla carta, se non colpirà in questa stagione si ripresenterà in tutta la sua forza per la stagione estiva del 2017. Dico questo perchè dopo l’annuncio a sorpresa del presidente Pellegrino è subito scesa in campo la Bcc Monte Pruno e poi la Comunità Montana Vallo di Diano (presieduta da Raffaele Accetta); entrambe le istituzioni a supporto della dichiarazione di Pellegrino con la convinzione che potranno essere supportate solo le manifestazioni che evidenziano chiari segni di rapporto con i luoghi in cui sorgono per garantirne la conoscenza e per rivalutane i prodotti gastronomici e le antiche tradizioni. Mi sono sempre chiesto, ad esempio, come ha fatto il re Carlo V di Spagna a soggiornare in tutti i paesi sulla direttrice sud-nord partendo dalla Sicilia fino a Napoli; per fare tutto quello che i comitati e le associazioni locali indicano come azioni del re, quel poverino avrebbe dovuto impiegare più di vent’anni per risalire un pezzo dell’Italia. E in ogni paese c’è almeno una manifestazione in costume d’epoca con tanto di dame e cavalieri che sfilano sempre con gli stessi costumi ed in paesi diversi. Siamo davvero al ridicolo; ecco perché è necessario normalizzare il fenomeno. Per non parlare delle sagre o feste che anche nei piccoli centri crescono ogni anno in numero esponenziale e non conciliabili con le esigenze del territorio già sommerso da ristoranti e pizzerie che ne ricevono un indubbio danno sul piano economico soprattutto nel periodo estivo che è quello che richiama di più la gente a mangiare fuori case. Da qualche tempo ci sono le sagre, le sagre delle sagre, le feste della birra, le feste del vino, le feste del prosciutto, le feste della trota e perché no anche del caciocavallo; tutte non sono altro che dei ristoranti a cielo aperto che pullulano senza alcun vero controllo dal punto di vista sanitario e della sicurezza non solo dei lavoranti (che a dire degli organizzatori sono tutti volontari) ma anche degli avventori. Fortunatamente non è mai accaduto, almeno non ci sono notizie certe in merito, ma pensate a cosa succederebbe se uno degli addetti alle sagre o un avventore subisse disgraziatamente un infortunio serio; non c’è permesso o autorizzazione che tenga, la responsabilità civile e penale si abbatterebbe con violenza sui responsabili dell’organizzazione, ovvero sui presidenti delle innumerevoli associazioni. Ecco, bisognerebbe tenere conto anche di queste cose quando un Ente Locale decide di rilasciare un contributo pubblico (ma anche il semplice patrocinio che funziona come specchietto per le allodole !!) ad una manifestazione che ha tutte le caratteristiche di un affare squisitamente privato. Ma la storia è lunga e questo giornale sicuramente non si fermerà nel raccontarla. Per oggi intendiamo sottoporre alla vostra attenzione il risultato di un sondaggio che abbiamo lanciato da questa testata giornalistica con una domanda abbastanza semplice: “E’ corretto da parte degli Enti Locali continuare ad elargire contributi a pioggia per sagre e feste di paese ?”. La risposta è stata, sotto certi versi sorprendente; ben 452 lettori hanno partecipato al sondaggio. Hanno votato SI 163 lettori (pari al 36%) e hanno votato NO 289 lettori (pari al 64%); un risultato che, ripeto, mi ha sorpreso in quanto mi sarei aspettato molti più “no” di quanti ne sono stati registrati. Segno evidente, questo, di una sostanziale tenuta del sistema contro il presunto azzeramento dell’elargizione dei contributi a pioggia; a conferma di un diffuso sistema di piccoli, medi e grandi orticelli di potere che fino ad oggi, anche per un palpabile disinteresse, la politica non è riuscita a regolamentare. Dopo l’annuncio di Pellegrino e il sostegno di Michele Albanese e di Raffaele Accetta nessun altro, per quanto mi risulta, ha risposto all’appello; eppure soltanto nella competenza del Parco ci sono almeno ottanta comuni. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini