SALERNO – Marco Pannella a Salerno non è mai andato giù, almeno ad una buona fetta di salernitani. Il carattere estroverso, imprevedibile, irascibile e sicuramente fuori da quelle che un po’ tutti ritengono la normalità, ha contribuito ad inquinare l’immagine di Pannella nell’immaginario collettivo salernitano. Per saperne di più abbiamo, nei giorni scorsi, proposto una domanda sondaggio ai nostri lettori: “Secondo te Marco Pannella è stato uno dei personaggi importanti della storia recente del nostro Paese ?”. Hanno risposto 401 lettori, dei quali il 56% (223 voti) per il si, e il 44% (178 voti) per il no. E’ vero che la maggioranza dei nostri lettori ha risposto si ma il risultato ci è apparso sinceramente deludente per la figura di Marco Pannella. Insomma un personaggio che ha attirato su di se amore oppure odio. I grandi personaggi attirano sulle loro figure appunto amore e odio; esattamente come ha fatto Pannella nell’arco di tutta la sua vita. Non è stato un letterato e neppure un intellettuale di vaglia ma ha lottato sempre e comunque per la libertà degli altri e per i diritti civili di tutti; lo ha fatto senza risparmiare neppure un briciolo della sua esplosiva energia che, fortunatamente, per lui lo ha accompagnato quasi fino agli ultimi giorni della sua vita. Non la hanno fermato i rischi del carcere, gli scontri fisici, l’irrazionalità delle azioni consequenziali; ha fatto di tutto e il contrario di tutto, una vita vissuta a trecentosessanta gradi e fino all’ultimo respiro, sempre e comunque al di sopra delle righe. E’ stato radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano; con Ernesto Rossi, Leo Valiani, Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari nel ’55 ha fondato il Partito Radicale ed ha fortemente influito sull’approvazione della legge per il divorzio nel 1970. E’ stato in parlamento per sei legislature a cavallo degli anni 70-80-90; ha creato personaggi dal nulla, ha portato in parlamento Cicciolina ma anche l’ideologo della Brigate Rosse Tony Negri; ha lanciato in politica Francesco Rutelli che ha avuto stagioni di successi entusiasmanti. Negli anni ’50 contribuì pesantemente all’espulsione del giovane Bettino Craxi dal movimento giovanile universitario ma ha anche decisamente e fortemente difeso a spada tratta il presentatore televisivo Enzo Tortora ingiustamente incarcerato. Ha partecipato alle battaglie per la liberalizzazione delle droghe leggere ed ha dato vita a continui digiuni per affermare le sue idee. A Salerno è venuto molte volte ed ha scosso la sonnolenza di provincia fin dalle sue fondamenta; l’ultima volta è venuto qualche anno fa per la morte di Maurizio Provenza (fratello di Luciano) che era stato uno dei fondatori storici del radicalismo salernitano. Le battaglia di civiltà le ha condotte sempre in prima persona lanciandosi nelle folle dei dimostranti e mettendo il suo petto contro le armi della forze dell’ordine. Da molti anni aveva rinunciato a schierarsi in Parlamento e conduceva una forte opposizione dalle frequenze di Radio Radicale che aveva contribuito a fondare; così come aveva contribuito all’affermazione di Teleroma/56. Nel 1974 contribuisce al mantenimento del divorzio, con la vittoria dei NO nel referendum, tenutosi nel maggio di quell’anno (promosso da movimenti d’ispirazione cattolica). Nel 1978 venne sconfitto in quello contro il finanziamento pubblico dei partiti ma il PR, unico partito a sostenerlo con una forza elettorale del 2%, riesce a ottenere il 40% di SI, contro tutti gli altri partiti coalizzati per il NO all’abolizione del finanziamento pubblico. Nel 1975 si fa arrestare per aver fumato uno spinello come uno dei primi atti di disobbedienza civile antiproibizionista e, da allora, chiede la legalizzazione delle droghe. Ma è stato anche capace di riconoscere i suoi errori; lanciò una feroce campagna mediatica con Camilla Cederna (autrice del libro “La carriera di un Presidente”) contro il presidente della repubblica Giovanni Leone che nel ’78 fu costretto a dimettersi. Negli anni successivi la campagna mediatica apparve come una vera e propria diffamazione e Pannella non esitò a presentarsi in senato nel 1988 per i festeggiamenti per il 90° compleanno di Leone al quale consegnò una lettera di scuse. Ha incontrato quasi tutti i potenti del mondo, fino al Dalai Lama. Anche se non tutti sono d’accordo, Pannella sicuramente è stato uno dei rivoluzionari pacifisti che ha contribuito al mantenimento della libertà e della dignità di tutti noi. E’ morto il 19 maggio 2016 a Roma dove viveva da moltissimi anni, lontano dalla sua Teramo.
direttore: Aldo Bianchini