SALERNO – Nel contesto del mio precedente articolo, quello del 27 marzo 2016, dal titolo “Comunali 2016: fratelli-coltelli e parenti-serpenti … altro che Santa Pasqua” avevo chiosato, in chiave ironica ma educata, che nel corso della campagna elettorale avremmo forse assistito al guerreggiamento dei due cognati (Ferrara e Santoro hanno sposato due sorelle) per l’accaparramento dell’ultimo voto disponibile. Mi ero sbagliato. Non conosco Santoro, conosco bene Alessandro Ferrara; mi hanno sorpreso con la loro campagna elettorale intelligente e condotta sempre sul filo di rasoio e del massimo rispetto reciproco ed hanno vinto entrambi, ancora una volta. Hanno riconfermato il successo del 2011 con una variabile tutta in favore di Sandro Ferrara. Lui proveniva dalle file dell’ UdC, piano piano si era avvicinato alla maggioranza ed, infine, si era candidato nella lista di “Campania Libera” che dopo la lista dei “Progressisti” è quella più forte ed anche stabile e non molto aperta alle new-entry come, nella fattispecie, poteva essere considerato Ferrara. Non a caso definisco i Progressisti come il “Senato” e Campania Libera come la “Camera”; nel Senato c’è più sicurezza e siedono spesso personaggi compassati ed arrivati; nella Camera c’è da sempre più battaglia ed entrarci è un titolo di merito tra gli stessi parlamentari nazionali. Dunque Alessandro Ferrara è piombato dall’esterno nella Camera battagliera per imporsi come primo degli eletti anche sulla base delle confronto delle percentuali tra il numero dei voti di lista e quelli personali ed in rapporto al numero complessivo dei voti della coalizione e dei singoli eletti. Su questa base, forse surreale ma certamente suggestiva, è possibile considerare Ferrara come il candidato primo eletto in assoluto. In pratica Ferrara si è lanciato nella gabbia dei leoni senza timore alcuno ed ha sconfitto tutti senza se e senza ma, anche il cognato Santoro che anche senza volerlo espressamente lo aspettava al varco di un passaggio onestamente molto difficile. Un successo strepitoso e senza precedenti, direbbe qualcuno, ed è davvero così se si pensa anche al fatto che Sandro già occupava posizioni di assoluto rilievo politico (è anche capo staff del Presidente della Provincia Giuseppe Canfora) e che queste posizioni avrebbero potuto danneggiarlo sotto il profilo del rapporto tra la sua immagine e l’immaginario collettivo della gente che naviga in tutt’altra direzione anche se, poi, sguazza nel piacere del potere. La distanza in numero di voti tra Lui e il cognato è abbastanza ampia ma sicuramente i due dimostreranno ancora una volta di sapersi muovere anche nei pantani più insidiosi della politica per “portare a casa” il miglior risultato possibile e per dare a tutti i cittadini ciò che essi si aspettano da una buona politica. Per Sandro, molto probabilmente, si aprono le porte di uno degli assessorati importanti; nelle prossime ore sarà il sindaco Napoli a decidere tenendo conto, naturalmente, del risultato ottenuto dai singoli aspiranti; qualche poltrona è già vuota, qualche altra si sta svuotando; l’impresa dovrebbe essere quindi alla portata del nostro Ferrara. Se la Pasqua 2016 per le mogli dei due non è stata assolutamente facile, per le due sorelle si profila un’estate al di sopra delle più rosee aspettative e nella piena serenità familiare. Del resto soltanto così si può fare politica, solo avendo una macchina elettorale ben attrezzata ci si può presentare al giudizio degli elettori; un giudizio che è quasi sempre implacabile ed inappellabile. A mio avviso chiedere il voto, anche un solo voto, è una delle cose più difficili; chiederne tantissimi per ottenerne tanti è impresa ancora più ardua e non è comune a tutti essendo privilegio di pochi. Alessandro Ferrara ha dimostrato in tanti anni di sapersi muovere con padronanza assoluta in un mare in continuo movimento tempestoso; e nuota sempre nella direzione giusta per raggiungere e toccare per primo il blocco d’arrivo pur partendo qualche volta dalle retrovie. Conosco Alessandro fin da ragazzo e lo ricordo sempre preso dalle discussioni nell’ambito della buona pratica politica; ho parecchi anni più di lui e posso affermare, senza tema di essere smentito, che Sandro Ferrara ha sempre avuto una certa predisposizione per la politica con la “P” maiuscola; la gente e l’elettore medio tutto questo lo ha capito e lo ha premiato con una messe imponente di voti. Prendere 1.800 e passa voti in una lista agguerrita come “Campania libera” nella quale tutti gli eletti (e non solo) hanno superato i mille voti vuol dire essere attrezzati alla grande per la bisogna. Anche questo, naturalmente, fa parte di quel “sistema di potere” che non deve essere demonizzato (come ha fatto lo stesso De Luca) perché il potere piace alla gente, perché il potere attrae consensi, perché il potere se esercitato con trasparenza e correttezza è l’anima della politica. Alessandro Ferrara ha già dato ampia conferma di aver esercitato il potere secondo i canoni previsti e nel solco della piena legalità; deve continuare a farlo per dare alla Città la speranza di credere che esiste ancora la buona politica.
direttore: Aldo Bianchini