SALERNO – Il caso del dottor Michele Verrioli (anatomopatologo, ufficialmente in servizio presso il presidio ospedaliero di Eboli) ritorna di grande attualità dopo che il giudice del lavoro lo ha reintegrato al suo posto e dopo che il giudice penale lo ha, comunque, rinviato a giudizio. Il tutto era nato dal fatto che Michele Verrioli era stato prima diffidato, poi sospeso ed infine licenziato dalla ASL (allora governata da Antonio Squillante) per “pregiudizio del rapporto fiduciario” che nella P.A. (Pubblica Amministrazione) dovrebbe sempre legare il dipendente al dirigente (e Verrioli è un dirigente) e il dirigente al direttore generale che può destituirlo dall’incarico fino al licenziamento. Nella fattispecie Verrioli per superare la fase di sospensione dal lavoro avrebbe esibito una falsa documentazione indicata con un numero di protocollo relativo ad un’altra vicenda che riguardava sempre lo stesso Verrioli. Dunque il giudice del lavoro ha rimesso al suo posto il Verrioli, mentre il giudice penale lo ha rinviato a giudizio per lo stesso problema di “falso in atto pubblico” per cui era stato licenziato, problema che per il giudice del lavoro era forse non sufficiente o addirittura inesistente. Un bel guazzabuglio, non c’è che dire. Ma tutto questo al di là della mera cronaca del “caso Verrioli” evidenzia da un lato decisioni contrastanti dei diversi ruoli della magistratura (sempre per colpa dello sciagurato “libero convincimento”) e dall’altro il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione nella quale un dirigente generale non sa mai che pesci prendere quando deve adottare provvedimenti disciplinari che potranno avere esiti diversi e assurdi a seconda se il caso ricade nella disciplina del lavoro o in quella del penale. Anche perché la tanto strombazzata “leggina”, promessa dal governo Renzi, con cui vverrebbe a cadere la responsabilità del dirigente generale in caso di provvedimento disciplinare poi annullato dalla magistratura, non è stata mai approvata in maniera definitiva. La confusione quindi è totale; vi faccio un esempio: se il Verrioli verrà assolto in sede penale potrà facilmente rivalersi in sede civile contro Squillante che ne aveva ordinato il licenziamento. A me tutto questo non sembra né logico e né risolutivo se si vuole davvero rimodellare e risanare la pubblica amministrazione. Per questo nel titolo ho scritto che il caso Verrioli è “un caso scuola per la pubblica amministrazione” e non soltanto per il mondo della sanità. Ma chi è Michele Verrioli ? L’anatomopatologo venne proiettato sulla scena pubblica nell’agosto del 2010 quando i quotidiani “Terra” e “Cronache del mezzogiorno” resero di dominio pubblico la notizia che la Asl di Salerno aveva pagato al medico ebolitano per l’anno 2009 la bella cifra di 651mila euro per prestazioni eseguite sia nel plesso di Eboli che in altri ospedali. Per la cronaca ecco cosa scrissi il giorno 19 agosto 2010 in riferimento a “Sanità: Verrioli, il caso dei casi !!”: <<Ormai è sulla bocca di tutti il “caso dei casi”, ovvero lo stipendio d’oro che il dr. Michele Verrioli ha incassato dall’Asl Sa-2 per l’anno 2009. L’anatomopatologo ha guadagnato la modica cifra di 651.000 € in un anno, pari a circa 1.700,00 € lordi al giorno. Il caso è stato eclatato il 14 agosto in provincia di Salerno da Cronache del Mezzogiorno che, con grande tempestività, ha ripreso ed ampliato la notizia apparsa il giorno prima sul quotidiano “Terra”. Svariate sono state le prese di posizione, sia del diretto interessato che degli Organi Sanitari, così come dei politici e dei sindacati. Su tutti il sindacato RdB, da Salerno a Napoli, si è catapultato in prima fila in una sorta di “dagli all’untore” nei riguardi del malcapitato (si fa per dire!!) Michele Verrioli, a ruota c’è stata la posizione della Cisl sanità, entrambi gridano allo scandalo. Risponde con pacatezza l’anatomopatologo e spiega di aver lavorato molte ore al giorno senza neanche andare in ferie da anni per sopperire alle carenze organizzative e professionali di ben cinque ospedali. Gli fa subito eco Mario Minervini, navigato direttore sanitario dell’ospedale di Eboli presso cui lavora Verrioli, e precisa che “seppure avesse guadagnato tutti quei soldi, se li è meritati per il lavoro che svolge”. Piglia, pesa, incarta e porta a casa, direbbe qualcuno. Invece no. Le dichiarazioni dei due sanitari e dei sindacati vanno approfondite nel merito anche perché il nuovo arrivato Francesco De Simone, più docente che manager, ha disposto l’apertura di un’inchiesta. Roba da ridere, credetemi. Le inchieste si avviano numerose ma nessuno le chiude … Detto questo, una riflessione importante in primis la farei sulla famigerata “contrattazione separata per l’attività libero professionale” (la famosa A.L.P.) verso cui molti medici corrono come in una gara di velocità per partecipare alla spartizione del banchetto. In pratica un medico che svolge il suo normale turno di lavoro quando viene chiamato in altro reparto o in altro ospedale per coprire dei vuoti la sua “normale attività” improvvisamente diventa “libero professionale” e viene pagata a peso d’oro: anche oltre 60-70 euro all’ora. Insomma per capirci, se un medico la mattina guadagna “un euro” per fare una siringa, se va in un altro reparto o struttura -a fare la stessa cosa- ne guadagna “dieci”. Bella roba!!>>. Quello che ho riportato è solo uno stralcio di quel lungo articolo; sta di fatto che quella commissione d’inchiesta voluta da De Simone non ha mai concluso i suoi lavori o almeno no n li ha pubblicati, ecco perché scrissi “roba da ridere”. Cosa volete, siamo nel Bel Paese dove quasi sempre bisogna prendere, incartare e portare a casa. Poi all’ASL è arrivato Maurizio Bortoletti che aveva promesso sfracelli e che alla fine non curò quella commissione, come subito dopo ha fatto lo stesso Antonio Squillante anche se lui ha comunque aspettato l’occasione buona per cercare di liberarsi del peso di Verrioli. E i sindacati ? in un primo tempo avevano chiesto conto e ragione degli alti emolumenti (all’epoca si parlò molto anche dei grossi emolumenti percepiti dal dr. Pompeo radiologo di Sapri e dal dr. De Angelis rianimatore di Polla) senza rendersi conto che l’A.L.P. l’hanno voluta anche loro e quindi fecero solo rumore finalizzato al rumore (il più scatenato di tutti fu Pietro Antonacchio della Cgil), ma subito pronti a schierarsi con il dipendente nel caso del licenziamento di Verrioli colpito, si disse, da un provvedimento che sapeva tanto di vendetta politica. E’ proprio questo il guaio, meglio sarebbe dire lo schifo, cioè di buttarla subito in politica per poter insabbiare tutto e tutti. E’ recente la presa di posizione del governatore Vincenzo De Luca che ha promesso una radicale revisione dei primariati e del “sistema ALP” al fine di evitare pericolose tracimazioni. La domanda è: “De Luca manterrà la promessa ?”; io personalmente credo di no, ma questa è realmente una delle grandi battaglie di civiltà e di legalità che il governatore dovrebbe condurre fino alle estreme conseguenze, abbandonando per un po’ facili tagli di nastri e proclami apodittici. Farebbe una cosa enorme e tale da proiettarlo davvero nella storia; altro che Piazza della Libertà.
direttore: Aldo Bianchini