SALERNO – Alcune settimane fa la notizia di una indagine a carico del cardiochirurgo Enrico Coscioni. Era nell’aria già da qualche mese e negli ambienti bene informati, così come nei corridoi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno (il Ruggi !!), a più voci si sussurrava qualche parolina poco gradevole nei confronti del dr. Enrico Coscioni (consigliere sulla sanità del governatore), stimato cardiochirurgo salernitano. Forse a causa del suo carattere, forse anche a causa del suo innato senso del dovere, insomma qualche crepa si era già aperta nei rapporti tra il consulente di De Luca e la struttura ospedaliera dove per anni ha esercitato brillantemente la sua attività professionale. Obiettivamente bisogna riconoscere che il compito affidatogli da De Luca in regione è oltremodo difficile in quanto chiamato a redigere il nuovo “piano ospedaliero” che forzatamente urta numerose posizioni personali e professionali; poi se aggiungiamo il fatto che molto verosimilmente Enrico Coscioni avrà preso il suo incarico con grande coscienza operativa il gioco è fatto. Ed ecco la Guardia di Finanza presentarsi sia a Palazzo Santa Lucia che al Centro Direzionale per esplorare, interrogare, acquisire carteggi relativi alle bocciature ed alle nomine dirigenziali apicali nelle varie Asl e nelle diverse azienda ospedaliere del territorio campano. Molto frettolosamente la partita potrebbe essere chiusa sul filo di un atteggiamento politico che da Bassolino a De Luca passando per Caldoro non è cambiato, anzi si è sempre più esacerbato con immotivate e radicali sostituzioni di personaggi al governo della sanità pubblica campana in un quadro di costruzione dell’apparato di potere che ogni governatore vuole avere. Certo a loro vantaggio necessita ascrivere la particolarità del sistema sanitario italiano che, al momento, se non prevede la pratica dello spoil-system non può neppure contare sulla disponibilità di chi essendo stato nominato da un altro governatore non pensa mai di dimettersi subito all’arrivo di uno nuovo ed anche di un partito diverso. In linea di massima (ma ogni caso va trattato a se stante) lo spoil system è: “Il sistema dello Spoil System permette alla parte politica vincitrice delle elezioni, di collocare persone di fiducia nei posti chiave dell’apparato burocratico distribuendo la titolarità di uffici pubblici e quindi posizioni di potere. In base a questo principio, gli organi politici come i Ministri, il Consiglio dei ministri, Presidente della Regione della Provincia e Sindaco, possono scegliere le figure dirigenziali di vertice dell’ordinamento. Il sistema è organizzato in modo tale che i tempi degli incarichi non eccedano la durata dell’organo politico che ha nominati. La legge 145/2002 ha potenziato questo sistema, prevedendo con l’art.6, la possibilità per il nuovo governo, di confermare o revocare le nomine degli organi di vertice, conferite dal governo precedente, nei sei mesi che precedono la fine della legislatura. Per i dirigenti ministeriali di vertice poi, è previsto che l’incarico finisca decorsi 90 giorni dalla fine del voto di fiducia delle due camere”. Dunque niente di scandaloso o di illecito se il Governatore, insediatosi da circa un anno, ha cominciato a sbarazzarsi degli incaricati di grosso livello che dovrebbero rispondere tutti a lui; ma siamo in Italia e siccome non è automatico il cambio di vertice stabilito dal predecessore al nuovo governatore non rimane che intervenire d’autorità. E’ in questo squarcio che si inserisce, a pieno titolo, la vicenda che ha coinvolto il consigliere per la sanità Enrico Coscioni, consigliere che con le nomine non dovrebbe assolutamente essere chiamato in causa. La Guardia di Finanza, però, non va mai peregrinamente alla ricerca di una ipotesi di reato se, a monte, non c’è una precisa denuncia che nella fattispecie sarebbe stata addirittura sottoscritta da Salvatore Pagano (ex commissario Asl Na-3 sud), Agnese Iovino (ex commissario Asl Na-2 sud) e Patrizia Caputo (commissario straordinario Cardarelli). Ma che cosa c’entra il dr. Coscioni; secondo gli ispiratori dell’indagine della GdF potrebbe essere stato proprio il cardiochirurgo salernitano, nella veste di consigliere del governatore, a sollecitare le dimissioni volontarie almeno di Salvatore Panaro nel corso di un unico e risolutivo colloquio in cui non si sarebbe parlato di piano ospedaliero ma di dimissioni e di nomine. E se Pagano non è uno sprovveduto dovrebbe anche aver registrato segretamente il colloquio intercorso con Coscioni; soltanto così può essere spiegata la chiamata in causa di Enrico Coscioni; in caso contrario per Panaro ci sarebbe anche il rischio di una pesante querela. Su tutto, comunque, può aver avuto il suo peso anche l’atteggiamento caratteriale del governatore che nelle sue apodittiche filippiche potrebbe aver intaccato singole professionalità (leggasi caso della Caputo); un atteggiamento che paga molto bene a Salerno dove essendo in pochi sono tutti timorosamente devoti al capo, ma che a Napoli ottiene forse l’effetto contrario e sollecita le reazioni che naturalmente vanno tutte provate per essere elevate al rango ed alla dignità di una prova a carico. Seguiremo, comunque, nei prossimi mesi le sicure future evoluzioni dell’inchiesta che ha già fatto molto rumore.
direttore: Aldo Bianchini