SALERNO – Da vivo era quasi normale, ma che da morto superasse anche gli eventi tragici della cronaca terroristica era impensabile. Questo era ed è Marco Pannella. Difatti la notizia e i commenti sulla sua morte hanno preceduto, per tutta la giornata di giovedì scorso, i commenti e le considerazioni sul quasi certo vile attentato terroristico all’aereo delle linee egiziane che era in volo tra Parigi e Il Cairo. Io personalmente non ho mai direttamente conosciuto Marco Pannella, l’ho soltanto visto in tv ed una volta di persona in occasione della morte di Maurizio Provenza, fratello dell’avvocato Luciano. Arrivò di sera a Salerno, una serata molto triste e lo intravidi nel lungo cortile che portava dalla strada verso il portone dell’abitazione nella quale era stato trasportato la bara contenente i resti di Maurizio che era morto qualche giorno prima all’estero. Alto, austero, testa alta, petto in fuori, un vocione da incutere rispetto, i capelli bianchi e lunghi legati a codino sulla schiena; al suo passaggio si aprì un’ala nel cortile affollatissimo di gente e subito divenne lui, soltanto lui, l’attrazione principale di quella pur triste serata. Si fermò sull’ingresso ed attese che Luciano e gli altri parenti lo ricevessero; notai e mi colpì l’abbraccio intenso, quasi commovente, tra due persone che probabilmente non si erano mai conosciute prima. Pannella mi apparve come una “divinità greca” che momentaneamente si era spostata sulla terra tra i comuni mortali. Dopo la sua morte i commenti di tutti i colori sono fioccati: era burbero, era arrogante, era divino, era ondivago, era paranoico, era despota, era democratico, era, era, era …. Per me è stato sempre un “maestro di libertà”, con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti fino ad arrivare a cacciare Bettino Craxi dalla posizione di leader dei giovani radicali universitari della Cattolica di Milano; ma era anche l’uomo rissoso che per difendere un povero cristo ucciso nella caserma dei Carabinieri di Muro Lucano ebbe il coraggio di andare in quella piazza infuocata, di attaccare l’arma che lui difendeva sempre, e di arrivare a scontro fisico con un giovane ingegnere lucano; uno scontro che all’epoca fece molto scalpore e che presto tutti dimenticarono. Ora si filosofeggia troppo sulle sue qualità e sulle sue peccaminosità; Marco Pannella è stato soltanto un uomo, un grande uomo; sempre coerente con se stesso prima che con gli altri. Sarà assolutamente necessario ricordarlo, forse anche nelle scuole di questo Paese troppo legate al semplice nozionismo; sarà necessario ricordarlo per le future generazioni; sarà necessario ricordarlo per chiunque ami la libertà. E lui, Marco Pannella, ha lottato davvero per donare a tutti noi quell’istinto innato di libertà. Certo ha anche avuto degli eccessi nel portare in parlamento un presunto terrorista ed una sicura porno-star; ma lo ha fatto sempre per la difesa della libertà e dello stato di diritto non ammettendo mai che un cittadino qualsiasi possa essere dichiarato colpevole prima della sentenza definitiva. Grazie Marco Pannella per tutto quello che hai donato a tutti noi.
direttore: Aldo Bianchini