SALERNO – Nuovo Piano Regolatore del Porto Commerciale di Salerno (2016) Ulteriori, grandi, possibilità di sviluppo commerciale e turistico Nella riunione del 12 maggio u.s., il Comitato Portuale, presieduto dal Presidente dell’Autorità Portuale Avv. Andrea Annunziata, ha discusso ed approvato il Nuovo Piano Regolatore Portuale 2016. L’Organo collegiale ha unanimemente condiviso ed adottato l’importante documento, il cui complesso iter di formazione, adozione ed approvazione è stato coordinato dal Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Salerno, Dr. Luigi Di Luise. Il risultato raggiunto dal “Gruppo di lavoro” costituito dai rappresentanti dell’Autorità Portuale di Salerno e del Comune di Salerno, rappresenta la sintesi di una perfetta cooperazione e collaborazione istituzionale che potrà, ora, proseguire con le ulteriori attività finalizzate al perfezionamento della procedura amministrativa. Si è dato l’avvio dei lavori all’inizio del 2014. Due sono state, da allora, le Delibere portate al parere del Comitato Portuale, rispettivamente nel mese di maggio e nel mese di settembre dello stesso anno e, da ultimo, con Delibera n. 23 del 21 aprile u.s., il Consiglio Comunale di Salerno ha formalizzato la sua approvazione. Le finalità e gli obiettivi principali del Nuovo Piano Regolatore Portuale sono, in estrema sintesi, i seguenti: a) Razionalizzazione dello specchio acqueo portuale e delle aree operative, ai fini dell’ormeggio delle unità navali e dello stoccaggio e movimentazione delle merci. Ai fini del Piano, l’ambito portuale è stato suddiviso in 6 “aree territoriali omogenee”. b) Aumento – pur nell’ambito dei limiti fisici dello specchio acqueo portuale – della capacità di ormeggio dello scalo marittimo. Il documento programmatico prevede infatti: ‐ il raddoppio del Molo Manfredi ‐ l’ampliamento ed il prolungamento del Molo Ponente ‐ l’ampliamento del Molo Trapezio ‐ l’ampliamento del Molo 3 Gennaio c) Razionalizzazione ed accorpamento degli ormeggi delle unità navali dei servizi tecnico-nautici. In testata della futura configurazione del Molo di Ponente è stata prevista una darsena di servizio da destinare alle unità navali in uso ai servizi tecnico-nautici. d) Miglioramento delle condizioni di sicurezza della navigazione in ambito portuale. Il Piano prevede in Testata Molo sottoflutto, nelle immediate adiacenze della darsena di servizio, la realizzazione di una torre di controllo per i piloti. Tale infrastruttura, unitamente all’allargamento dell’imboccatura (intervento peraltro già appaltato), garantirà un ulteriore aumento della sicurezza della navigazione in Porto con specifico riferimento alle manovre di ingresso ed uscita delle navi. e) Completamento e perfezionamento del processo di integrazione porto/città. Cosiddetta Vecchia Darsena e Banchina Manfredi. Il documento di programmazione, per la Vecchia Darsena, esclude le attività direttamente riconducibili all’ormeggio di unità navali e/o alla movimentazione di merci, confermando nel contempo lo svolgimento di quelle attività che hanno sempre avuto sede in quel sito (pesca, attività sportive, diporto e piccola cantieristica). via A. Sabatini n. 8 – 84121 Salerno; tel 089 2588111 – fax 089 251450 Nel contempo il Molo Manfredi (Nuovo Polo Crocieristico), già nell’attuale configurazione, ma ancor di più nella futura, rappresenta la cerniera tra il porto e la città. Per tali ambiti, ovvero la cosiddetta Vecchia Darsena e l’area Polo Crocieristico, il piano ha confermato il ricorso all’istituto della co-pianificazione tra Autorità Portuale e Comune di Salerno. Con un allungamento di circa 700 ml per 50 ml di larghezza, il Molo Manfredi occuperà, in totale, una lunghezza di circa 1350 m, diventando un vero e proprio prolungamento del lungomare di Salerno, impreziosito dalle ombre d’artista, da giardini e da importanti testimonianze dell’artigianato locale, quale la pregiata ceramica. Con il gioiello realizzato da Zaha Hadid, il Polo Crocieristico consentirà di ormeggiare fino a cinque navi, con una previsione di oltre diecimila turisti al giorno.
SCHEDA TECNICA Piano Regolatore Portuale 2016 Nuove superfici operative di progetto e nuove banchine per ormeggi. NUOVE SUPERFICI OPERATIVE PORTUALI (mq) 1) Ampliamento della banchina del Molo di sottoflutto (Ponente): mq 37.850; 2) Riconfigurazione Molo Trapezio (prolungamento): mq 7.000; 3) Ampliamento Molo 3 Gennaio: mq 12.190; 4) Completamento del prolungamento Molo Manfredi ed ampliamento del Molo di sopraflutto: mq 32.690. Totale mq 89.730 NUOVE BANCHINE PER ORMEGGI (ml) 1) Ampliamento della banchina del Molo di sottoflutto (Ponente): ml 300; 2) Riconfigurazione Molo Trapezio (prolungamento): ml 100; 3) Ampliamento Molo 3 Gennaio: ml 315; 4) Completamento del prolungamento Molo Manfredi ed ampliamento del Molo di sopraflutto: ml 685; ‐ “Darsena di servizio” al Molo di Ponente: ml 278. Totale ml 1.678
Non intendo imitare il dr. A. Bianchini che spesso preannuncia “una prossima puntata” quando vuole approfondire e ritornare su argomenti che ritiene di interesse dei lettori. Rischierei di essere inutilmente ripetitivo e anche di essere tacciato di incapacità a comprendere che altre sono le finalità e la visione che si ha sul futuro del porto di Salerno, per l’espletamento della “missione” che i suoi dirigenti intendono ad esso assegnare. Non è più il caso quindi di ritornare su un argomento che continuo a ritenere vitale e di esporre ulteriori considerazioni – eppure non ne mancherebbero!! – sulla incongruenza di certe decisioni che sembrano escludere (o forse, mi auguro, che solo “rinviano”, ma fino a quando?) ipotesi e/o programmi di accrescimento dell’offerta infrastrutturale che lo scalo commerciale può offrire, a vantaggio della rapidità di movimentazione e di smistamento delle merci in transito.
La lettura del comunicato riguardante l’approvazione del Nuovo Piano Regolatore del Porto Commerciale di Salerno, incentrato massimamente su un incremento di ricettività dell’area portuale e sul potenziamento delle banchine, mira ad agevolare e rendere appetibile l’arrivo di grosse navi da crociera e di conseguenza a moltiplicare i flussi turistici di visitatori della città e dintorni. Si è quasi indotti a concludere che forse erano nel giusto coloro che alcuni decenni fa provarono – ma senza successo – a ipotizzare per l’attuale sito una destinazione esclusivamente ad uso turistico e diportistico. con una totale delocalizzazione, a sud-est del centro abitato, delle installazioni di terra e di mare da adibire ad attività commerciali. La scelta duale che invece prevalse sta dunque rivelando in tutta evidenza limiti e difficoltà che mal si conciliano con la crescente evoluzione dei traffici marittimi e con le diffuse esigenze dei mercati divenuti sempre più estesi a livello planetario. Appare evidente che l’attuale situazione non rappresenta l’ideale per conseguire un accettabile ed equilibrato compromesso fra opposti obiettivi. L’area attrezzata per i transiti dei crocieristi e per la frequenza degli altri visitatori si presenterà con un alto valore aggiunto rappresentato da un “prezioso gioiello” dell’architettura contemporanea incastonato in opere di abbellimento al contorno ormai programmate (verde attrezzato, aiuole e fioriere, ombre d’artista, panoramiche passeggiate lungo un più esteso fronte mare, ecc,). Di contro, a fronte di simili sistemazioni, la presenza di alte pile di container ammassati e stazionanti per giorni sulle adiacenti banchine dell’area commerciale, insieme con altre merci in attesa di smistamento, creerà uno stridente contrasto a detrimento di quanto di bello già offrono sia il paesaggio circostante che le opere finora realizzate nel settore navi da crociera. Se quindi l’attuale sistema infrastrutturale non consente una più efficace e versatile ottimizzazione per la gestione delle merci in transito a causa delle oggettive difficoltà legate alla natura degli spazi, non è più concepibile protrarre questa fase di stallo, che sembra preludere ad una ormai acquisita rinuncia a dotare lo scalo marittimo di un completo sistema intermodale di trasporti. E’ comprensibile, anzi è d’obbligo, osservare la massima cautela nell’affrontare il problema, tenuto conto delle connesse implicazioni dovute sia alla non facile – anzi avversa – conformazione orografica del territorio che alla molteplicità degli attori interessati che verrebbero coinvolti a vario titolo. Ciò non toglie che si rimanga perplessi nel constatare che il nuovo piano regolatore recentemente varato per lo sviluppo ulteriore del porto ignori il tema e ne menzioni l’esistenza solo fra le pieghe di provvedimenti di tipo non risolutivo. Tuttavia, neanche nell’ambito del POC 2014-2020 – Grandi Progetti per la Campania se ne trova qualche riferimento, né sembra che si preannuncino propositi operativi al riguardo. Sarebbe sicuramente ingiusto e anche criticabile non riconoscere l’utilità degli interventi previsti a favore dei collegamenti ferroviari esistenti o da creare nel circondario provinciale, quali il prolungamento della metropolitana a Pontecagnano e oltre fino all’Aeroporto, oppure la creazione di un collegamento diretto con l’Università o l’elettrificazione delle linee interne per Codola e per Sarno, ecc. Non mancheranno certamente gli apprezzamenti dei futuri utenti su questi interventi che consentiranno facilità di spostamenti su itinerari importanti caratterizzati da elevata domanda e frequenza delle percorrenza. Si resta però sempre stupiti nel vedere che – sia pure in un diverso contesto – non venga data adeguata priorità anche ad un serio studio di fattibilità che consenta di individuare e programmare un successivo intervento integrativo sulla viabilità retroportuale di supporto allo scalo commerciale, mediante un “completamento funzionale e strutturale” delle vie di accesso esistenti. Come già precedentemente accennato, non si tratta di un aspetto secondario e occorre premere – su tutte le sedi istituzionali e non – per consentire infine allo scalo commerciale di interfacciarsi validamente con le problematiche date dalla maggiore estensione del raggio di azione e della gamma di utenze che si pensa di far gravitare intorno ad esso, con tutte le relative implicazioni condizionanti la funzionalità e le potenzialità concorrenziali della struttura. Andrebbe quantomeno sollecitato e promosso un qualificato contributo di idee per effettuare al riguardo sistematiche valutazioni di costo/efficacia, per soppesare i pro e i contro sugli impatti ambientali e per individuare se e quali margini di ampliamento della clientela si otterrebbero, potendo disporre sia di una maggiore versatilità strumentale per la movimentazione dei carichi che di tutte le “facilities” occorrenti per la regolazione dei tempi di stoccaggio e di permanenza delle merci sulle banchine, nonché della natura e della più confacente tipologia dei prodotti da gestire e far transitare.