SALERNO – Quello che si è visto ieri sera nel salone grande del Grand Hotel Salerno (un salone che in pochi osano sfidare) è la sintesi della perfetta macchina organizzativa ideata e messa in piedi dall’avvocato penalista salernitano Antonio Cammarota. Una folla oceanica, come ai vecchi tempi della vecchia politica; esattamente come accadde nel cinema-teatro Capitol, nel 1992, con il padre Enzo che riuscì a riempirlo con una marea di gente socialista. Per Antonio, rispetto al padre, c’è un valore aggiunto che non va sottovalutato: il senso di libertà che molti elettori portano custodito nel cuore e che riescono ad esprimere ai primi bagliori di ogni campagna elettorale; così è stato in passato, così è oggi e così sarà in futuro. Il candidato sindaco Antonio Cammarota ha saputo miscelare al meglio il senso di libertà personale con la libertà ideale che, nell’immaginario collettivo, tutti vorrebbero raggiungere; non a caso e non per caso l’associazione che lo sorregge da diversi anni è denominata “La nostra libertà” e, badate bene, non è un’associazione speculare e finalizzata soltanto alle campagne elettorali. E’ un’associazione che lavora ogni giorno dell’anno, tutti gli anni, per stare quanto più vicino possibile ai bisogni della gente; ed è soprattutto un’associazione assolutamente libera e praticamente fuori da ogni flusso economico di contributi pubblici in quanto si regge non solo sul volontariato normale ma anche su quello attivo che autofinanzia ogni campagna pubblica. Sempre non a caso e sempre non per caso il direttore di questo giornale, il 5 febbraio 2016 in epoca non sospetta, tra l’altro scriveva: “Ma cosa significa l’affidabilità per i presunti leader politici nostrani ?; semplice, significa l’assoluta sudditanza ai diktat del capo. Ebbene se questa è l’affidabilità, allora Antonio Cammarota è sicuramente inaffidabile perché ha un cervello autonomo e pensante e da uomo libero si muove sullo scacchiere della politica con molta sicurezza, forte com’è del corposo seguito elettorale che è riuscito a costruirsi negli anni. Adesso, però, la storia lo pone dinanzi ad una scelta obbligata: ritornare nell’alveo del centro destra (quasi del tutto sfasciato) ed appoggiare la candidatura a sindaco del giovane Gaetano Amatruda o correre da solo. Ancora non ha deciso, tanto è vero che non si lascia prendere dalla tentazione di partecipare alle cene pre-elettorali che, soprattutto, nel centro destra abbondano in questi ultimi giorni. Anche se il mio parlare rimarrà inascoltato provo a dare un consiglio ad Antonio Cammarota: “se tanto mi da tanto, sceglierei senza dubbio la seconda strada e continuerei a correre in maniera autonoma sulle ali della libertà”, cosa che richiede un prezzo molto alto. Del resto Antonio è abituato a pagare dei prezzi per la sua libertà, ma sa benissimo che la libertà non ha prezzi e che, soprattutto, la vera libertà non si riceve, si conquista giorno dopo giorno”. E la storia di queste ultime settimane ci ha raccontato proprio quello che il direttore profetizzava: Antonio Cammarota corre da solo, senza se e senza ma; senza accettare compromessi e senza chiedere incarichi e prebende. Antonio è cresciuto a pane e politica nei lunghi anni di gavetta li ha studiati tutti e li ha pesati tutti i suoi competitor, soprattutto quelli del centro destra che hanno distrutto un patrimonio elettorale mai registrato sul territorio provinciale di Salerno. Antonio Cammarota sa bene che la vera libertà non si riceve ma si conquista giorno dopo giorno. E ieri sera è stato il trionfo, un’apoteosi, un tifo da stadio quando è stato chiamato a salire sul palco per la sua “arringa” politica che non ha risparmiato nessuno pur rispettando tutti.
direttore: Aldo Bianchini