SALERNO – Non so più quante volte la cosiddetta “cittadella giudiziaria” è stata inaugurata, provo a fare il conto: l’arcata anteriore, gli scalini uno per uno, il piazzale, l’atrio, il corridoio iniziale, qualche saletta, ecc. ecc. Una propaganda asfissiante che dura da circa venti anni in un’apoteosi incredibile di annunci apodittici ed a volte anche deliranti. L’attore principale, anzi unico, è sempre lui, il kaimano, Vincenzo De Luca. E fin qui potrebbe anche starci; ha la possibilità di vendere un prodotto che non ha e, dato che fa politica, lo vende quanto più volte è possibile, almeno fino a quando gli permettono di farlo. Dunque il problema non è Vincenzo De Luca che fa, anche molto bene, il suo mestiere; il problema è degli altri, di tutti quelli che lo seguono come pecorelle su per le scale e pronte a brucare l’erba che, comunque, nasce e cresce intorno ad una struttura praticamente abbandonata che viene rispolverata ad ogni buona occasione: le elezioni. Purtroppo lo seguono anche alcuni magistrati, e non di poco conto, a cominciare dal capo della Procura della Repubblica, Corrado Lembo, dal procuratore generale Leonida Primicerio e anche del capo della sezione penale della Corte d’Appello, Claudio Tringali, nonché dal già capo dei gip Bruno De Filippis. Uno schieramento imponente di magistrati, un parterre d’eccezione, e perché cosa ? Per niente o quasi, comunque per le chiacchiere di “un uomo solo al comando”. Se ben ricordo, nei tempi andati, le Autorità si muovevano soltanto per l’inaugurazione di opere concluse e non in divenire; oggi purtroppo si muovono a frotte anche per gli scalini di una struttura che forse arriverà per la festività di San Matteo del 21 settembre del 2017. Ebbene che i lettori registrano nella loro mente questa data per capire meglio se quelle di venerdì 22 aprile scorso sono state soltanto chiacchiere al vento. Ma c’è già qualcuno, nelle vere stanze del potere, che sussurra una novità eclatante: quel giorno da venire la processione di San Matteo farà una tappa straordinaria proprio dinanzi alla Cittadella Giudiziaria sulle cui scale aspetterà il Santo Patrono un uomo solo: Vincenzo De Luca; ai piedi della scale si fermerà l’Arcivescovo Luigi Moretti e tutte le altre Autorità (compreso quelle giudiziarie). Allora si che la gente lo acclamerà “Santo subito” e probabilmente dal 2018 la statua di San Matteo sarà preceduta da quella di “San Vincenzo da Ruvo del Monte” che avrà l’onore di annoverare tra i suoi portatori anche il “mitico genovese” Maurizio Crozza (comico e conduttore televisivo) che tanto ha dato alla consacrazione della cosiddetta “the legend of deluchian” (la leggenda di De Luca). Ovviamente non parlo dei politici presenti, a cominciare dal sindaco Enzo Napoli; costoro non hanno alcuna colpa perché sono obbligati alla presenza dal loro capo, guai ad assentarsi se non per giustificatissimi motivi e senza alcuna possibilità di rialzare la testa. Tutti, o quasi, alla corte del capo; gli incarichi da distribuire in questa fase politica della città sono davvero tantissime bisogna essere in prima fila, non dico nel cerchio magico, ma nelle posizioni immediatamente di rincalzo per ottenere quello per cui si è lottato per tutta la vita. E’ triste ma è così. L’ingegner Giuseppe Passarelli sotto l’incalzare degli annunci apodittici ha nicchiato, senza confermare né smentire, anche se 550 giorni per il completamento dell’opera sembrano davvero pochi. Mi ha sorpreso, e non poco, la dichiarazione del giudice Tringali: “Speriamo che per San Matteo 2017 riusciremo a trasferirci. E’ una struttura pensata e creata dal nulla che ha fatto nascere una nuova storia della città. Se vedremo finite le tante opere pensate da De Luca potrebbe esserci una nuova era. Siamo orgogliosi di far parte, anche se indirettamente, di questa trasformazione urbana che potrà permetterci di svolgere il nostro lavoro in una maniera migliore” (fonte Il Mattino). Peccato che non disse le stesse cose quando, con un’apposita conferenza di servizi tenutasi in tribunale, l’allora ministro Carmelo Conte (presente anche l’arch. Enzo Napoli, ora sindaco f.f.) presentò la nuova cittadella giudiziaria che doveva sorgere nella zona di quella finanziaria e quindi fuori città e molto più raggiungibile senza problemi di traffico e di parcheggi che, forse, in Via Dalmazia si aggraveranno a dismisura. E pensare che quella cittadella fu ideata anche perché doveva essere facilmente collegabile con il carcere e con l’aula bunker, mentre questa che dovrebbe arrivare è anche priva di un qualsiasi collegamento con la stazione ferroviaria (sui cui suoli è sorta) e, soprattutto, con la tangenziale. Peccato che lo stesso Tringali fu, nella sua qualità di gip, contribuì con i suoi clamorosi rinvii a giudizio alla sfascio di quella che davvero poteva essere la trasformazione urbanistica della città che è stata copiata, ed anche in malo modo, dall’attuale governatore. Ma è inutile rivangare il passato e dobbiamo solo sperare che per l’inaugurazione della Cittadella Giudiziaria (che comunque un giorno arriverà !!) possa essere registrata anche la presenza fisica del suo progettista, l’urbanista David Chipperfield.
direttore: Aldo Bianchini