SALERNO – Ormai il dato è tratto la Banca del Cilento e Lucania sud e la Bcc Sassano stanno per tagliare il traguardo della fusione; la data prevista, se tutto va bene, è quella del 1° luglio 2016. In caso contrario ogni giorno del secondo semestre 2016 potrà essere quello buono per festeggiare il completamento di una fusione che in qualche circostanza e in alcuni ambienti è stata discussa ed anche osteggiata. Anche la stessa Bankitalia avrebbe espresso il suo assenso definitivo alla fusione affidando il completamento degli atti necessari e successivi alla Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo presieduta dal dr. Alfieri. In pratica sarebbero stati sciolti tutti i vincoli che la stessa Bankitalia aveva posto all’inizio di questa storia, vincoli dovuti ad un approfondimento sulla solidità patrimoniale e sull’affidabilità della governance delle due BCC da fondere in un’unica grande struttura. Sulla solidità patrimoniale delle due Banche non c’è più alcuna incertezza; la Banca del Cilento e Lucania Sud, grazie alla strutturata e valida attività professionale profusa dal direttore Ciro Solimeno che è riuscito a recuperare il gap della sua banca ed a portarla ad un livello di sicura affidabilità nel giro di poco più di tre anni. Oggi, dai dati verificati anche da Bankitalia che ha “restituito alla banca tutte le potenzialità patrimoniali relative agli indici di cui era intrinsecamente già dotata” e che, per una serie di ragioni da ricercare forse in un difetto comunicazione, non erano stati valutati dalla stessa Bankitalia nella maniera più corretta. Il quadro complessivo della Bcc Cilento e Lucania Sud è ora molto più chiaro e non solo ha recuperato il gap evidenziato qualche anno fa da Bankitalia ma si pone all’attenzione del mercato in tutta la sua forza patrimoniale impegnata sempre in difesa delle migliaia di soci guardando all’estensione della rete commerciale su altri territori, non ultimo il Vallo di Diano che contrariamente alla zona di Vallo della Lucania conta su un’economia più stanziale e meno stagionale. “Non ho potuto sempre scrivere quello che volevo ma non ho mai scritto quello che non pensavo” diceva Indro Montanelli; principio che ho fatto mio da sempre e sulla base di questo principio, dopo le polemiche suscitate da un mio precedente articolo (con una diffida stragiudiziale da parte della Bcc Cilento) mi sono aggiornato; c’è voluto del tempo ma alla fine ho maturato la convinzione che la Bcc Cilento e Lucania Sud e il suo direttore Ciro Solimeno hanno prodotto un vero e proprio miracolo nel risanare e rilanciare la banca cilentana che oggi si pone su livelli molto alti nell’attesa della fusione con Sassano e, quel che più conta, dell’imminente riforma generale degli istituti bancari di credito cooperativo. Il salto di qualità, ovviamente, lo ha fatto anche la Bcc Sassano che è riuscita a chiudere il bilancio 2015 nettamente positivo, a parte una ridotta perdita di circa 100mila euro, che viene fuori da una politica di maggiori accantonamenti, maggiori svalutazioni e, quindi, sostanzialmente, di riduzione del rischio globale. Tutto questo è bene capirlo una volta per tutte è dovuto anche al sacrificio personale dell’ex presidente dr. Antonio Calandriello il quale prima di tutti, e con grande spirito di servizio, aveva intravisto i rischi della riforma globale ed aveva valutato nella giusta misura i segnali positivi che venivano e vengono dalla fusione con una Bcc più grande e più solida. Non lo dico io, basta leggere la relazione che Calandriello presentò e fece registrare nell’assemblea dei soci del maggio 2015 per rendersi conto che tutto questo l’ex presidente lo aveva già annunciato con largo anticipo rispetto a tutti gli altri. Addirittura Antonio Calandriello aveva avvertito l’assemblea che necessitava un radicale cambiamento della governance per concretizzare un’inversione di tendenza e una discontinuità di gestione rispetto al passato. “Tutto questo nonostante le intrinseche difficoltà della Bcc Sassano che è portatrice, ancora oggi, di debolezze di fondo perché rispetto al rischio globale può contare su un patrimonio troppo esiguo che è quasi impossibile farlo implementare, e, di conseguenza, la necessità di addivenire ad una operazione di concentrazione con un’altra banca che ha un patrimonio e una solidità diversa”. Ora con il formale e sostanziale avallo di Bankitalia e l’imminente traguardo del 1° luglio prossimo tutta l’azione svolta negli ultimi anni da Antonio Calandriello deve essere riletta e rivalutata alla luce degli atti ufficiali e non delle chiacchiere e delle polemiche che, in questi ultimi mesi, non sono mancate. Soprattutto da parte di quella “frangia molto minoritaria” che si è mossa, male e a scartamento ridotto, partendo da altre tipologie di analisi e di interessi nonostante la nuova governance, presieduta ottimamente dall’avv. Rosa Lefante, della Bcc Sassano si fosse aperta a diverse riunioni ed avesse consentito a pochissimi soci anche contestazioni che spesso esulavano dagli argomenti da trattare in quelle tre-quattro assemblee locali. Un’ultima notizia che, naturalmente, pubblichiamo come una indiscrezione giornalistica; sembra che l’ex direttore generale della Bcc Sassano avrebbe richiesto il suo reinserimento nella struttura bancaria valdianese che, a sua volta, si sarebbe riservata di decidere. Per quanto mi riguarda posso soltanto esprimere il mio pensiero; ritengo la posizione del dr. Antonello Aumenta alla stregua di un patrimonio ben solidificato cui la futura grossa banca non dovrebbe facilmente rinunciare.
direttore: Aldo Bianchini
Ha fatto qualche piccolo progresso Antonio Calandriello, si è un pò aggiornato in analisi economiche anche se è medico e sembra almeno in apparenza basarsi su fatti concreti e oggettivi anzichè dire le cavolate tipo gli auguri con l’altro monaco benedettino Vito Trotta, che alla gente sa di superbia e poca praticità di chi si crede un pezzo pesante quando è un piccolo burocrate senza cervello… Il reintegro del direttore Aumenta che è stato sempre un amico fidato del “proprietario” della banca pure è scontato: anche questi continuerà a mangiare i suoi 4.000 euro al mese! Che poi si sono contrapposti e se le sono cantate l’un l’altro non ci tengono molto dato che onore non ne hanno nè uno nè l’altro! Il fine ultimo del credito cooperativo è assimilabile a quello delle poste: perchè si sono battuti per l’accorpamento alla Montepruno per creare una banca del Vallo (il comitato) o alla Cilento se alla fine dei giochi vi sarà un’unico organismo nazionale? Saluti al Direttore e a tutti i lettori del bellissimo Quotidiano di Salerno
Ottima l’analisi dei personaggi, forse hai dimenticato la reggente Rosa, il giornalista che scrive (campione di verità) e di tutti quelli come te che sanno solo nascondersi dietro un tasto senza avere le palle per dirglielo in faccia: hanno tutti i difetti i signori che hai cosi sapientemente descritto, ma un merito glielo diamo, sono immediati e dicono sempre la loro, ma tu sarai un piccolo ometto fallito, frustrato e vigliacco.
guarda caro Nicola che tutti questi che io descrivo già mi conoscono bene e li ho sfidati a uno uno, e si sono sempre cacati i calzoni… come tu se mi conoscessi meglio… non sono nè frustrato ne mi nascondo, perchè a differenza di tutti questi campioni che tu dici che sono immediati ho le palle e tu puoi in separata sede scrivermi a questo indirizzo per “approfondire” la questione! Per dire a me questo o sei
1) uno dei tanti leccaculi che mangiano in questi sporchi piatti
2) o uno di loro o un loro parente
ti aspetto
movimentocontrobcc@libero.it
e un’altra cosa Nicola a me la cosa me l’hanno sempre detta a modo loro, come conveniva che io sapessi…
quando parlano poi tra la gente con belle parole tipo trasparenza della banca, e altre demagogie di parte.
Perchè non sanno leggere neanche più che gliele devo dire in faccia… e poi sei ancora al semplice dire con queste persone senza coscienza…. non so se rendo le cose con dovuta chiarezza!!!!
Egregio direttore Bianchini, ti prego di pubblicare i miei 2 commenti di oggi, di risposta a Nicola.
Saluti.