SALERNO – Nessuno l’ha detto, neppure l’attento moderatore Enzo Todaro, ma si respirava nell’aria: “la perfetta organizzazione delle attività portuali di Salerno” non fa altro che portare successi dopo successi nel contesto di un quadro generale fatto di tanti porti, compreso quello di Napoli, che operano male e producono pochissimo sotto il profilo del volume delle merci movimentate (13 milioni di tonnellate), del traffico dei container (+ 16%) anche a servizio dell’export delle eccellenze regionali (ad es. prodotti agroalimentari, lattiero-caseari, auto motive, moda, ecc.), merci varie (+ 2%), per i Ro-Ro e per gli autoveicoli nuovi, per le cosiddette autostrade del mare. Sarà anche la posizione strategica che il porto di Salerno occupa al centro del Mediterraneo (una posizione che sicuramente ha il suo peso specifico), ma se non ci fosse quell’ottima organizzazione, ideata e imposta dal presidente dell’autority Andrea Annunziata, tutto sarebbe come prima ed oggi parleremmo di un “porticciuolo” in grado forse di sopravvivere ma sicuramente non nelle condizioni di produrre economia ed occupazione; oggi, invece, siamo nella posizione di poter mettere in discussione anche il mega porto di Napoli che dovrà preoccuparsi molto seriamente della crescita di Salerno. Questo, al di là dei numeri, il succo della conferenza stampa che ieri mattina l’Autorità Portuale di Salerno ha organizzato nel salone delle feste del Circolo Canottieri Irno; e dai contenuti anche numerici della conferenza bisognerà ripartire per portare avanti il tentativo di garantire al porto salernitano quell’autonomia necessaria a completare anche i numerosi lavori di ammodernamento infrastrutturali che gli consentiranno di attestarsi con più solidità nel ristretto novero dei porti più efficienti, sicuri e dinamici dell’intera Unione Europea. Di fronte a questi successi la concessione di uno “stand bay” di tre anni (come comunicato dalla regione) dalla conferenza Stato-Regioni sembra quasi un piccolo contentino che non soddisfa appieno le speranze della portualità salernitana. Le polemiche, però, non servono a niente se non a destabilizzare il sistema; Salerno non ha bisogno di manifestazioni e di scontri di piazza perché può, da sola, esibire numeri eccellenti che poche altre realtà portuali possono vantare nel quadro di un discorso generale da portare, con sobrietà e fermezza, anche sul tavolo del primo ministro così come ha garantito proprio ieri il presidente della Regione Vincenzo De Luca e come da tempo va dicendo lo stesso presidente dell’Autority salernitana. Di tutto questo sembra si sia accorta anche la MSC Crociere che ha parzialmente ritirato la decisione di abbandonare il porto di Salerno nel quale ha riscontrato un’eccellente livello, anche organizzativo, delle attività crocieristiche che troveranno nuova linfa dall’inaugurazione della prestigiosa Stazione Marittima. Peccato, davvero peccato, che alla sua inaugurazione non potrà essere presente la mitica progettista sessantacinquenne ZAHA HADID (archistar inglese di origine irachena, genio visionario dell’architettura moderna, progettista dello stadio del nuoto alle olimpiadi di Londra del 2012) perché morta a seguito di un infarto fulminante che l’ha colta a Miami in Florida proprio nelle ore in cui il porto di Salerno celebrava i suoi successi e il presidente dell’Autority annunciava l’imminente inaugurazione della straordinaria opera. Il porto di Salerno ha bisogno della sua autonomia per portare a termine lavori importantissimi quali il dragaggio (il più imponente mai effettuato nei porti italiani) che consentiranno di distinguere meglio tra le attività che si svolgono sulle banchine e una maggiore razionalizzazione delle stesse, al fine di poter raggiungere al più presto un milione di crocieristi all’anno, cosa impensabile fino a qualche tempo fa. Il porto e la città di Salerno sono naturalmente molto ben collegate con le località dell’entroterra capaci di accogliere turisti da tutto il mondo (Pompei, Capri, Costa Amalfitana, penisola sorrentina, parco nazionale cilento e vallo di diano, Paestum e Velia e una serie di importanti siti archeologici e monumentali). Del resto la prossima elettrificazione delle banchine e la nuova imboccatura garantiranno quel salto di qualità in cui tutti gli operatori credono fermamente. Rimane l’incognita di Porta Ovest, soprattutto dopo i recenti interventi della DDA che se non riguardano direttamente i lavori salernitani hanno gettato una sinistra luce sull’affidabilità e trasparenza della grande ATI che è riuscita ad appaltare i lavori straordinari; sicuramente senza Porta Ovest saremmo costretti a registrare un imbuto di sofferenza difficilmente superabile. Intanto festeggiamo, a caratteri cubitali, i successi organizzativi e pratici messi a segno dall’Autorità Portuale di Salerno.
direttore: Aldo Bianchini