SALERNO – Da sabato mattina 12 marzo 2016 una lapide campeggia nel cimitero monumentale della Città; una sola parola è stata incisa nel marmo bruno: “fine”. Una parola ed una lapide che la dicono lunga sulla fine ingloriosa del centro destra salernitano; ormai tutti corrono in ordine sparso verso quella che si annuncia come una delle sconfitte politiche più clamorose nella storia della nostra città e, sicuramente, dell’intera provincia di Salerno. Alle falangi deluchiane non resta che raccogliere i poveri resti di quello che fu, o meglio che sembrava essere un esercito ben organizzato per affrontare la lunga ed estenuante battaglia finale contro il cosiddetto “modello Salerno” che altro non è se non il “sistema di potere” dell’ex sindaco e dell’attuale governatore Vincenzo De Luca, detto il kaimano. La lapide, per correttezza d’informazione, già c’era; mancava soltanto la parola per sintetizzare un crollo totale e definitivo; l’ha incisa sulla lapide di marmo bruno il partito che fa capo all’on. Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia (FdI), quel partito che quatto quatto ha smantellato anche il centro destra romano con l’aiuto della spranga abitualmente utilizzata da Matteo Salvini. Siamo all’epilogo di una storia durata tanto tempo ma pur sempre poco se lo si commisura alla storia vera di tutti i tempi; nel centro destra non c’è più il personaggio aggregante, per questo si è sfasciato. Quando c’era Maradona a Napoli, per fare un piccolo esempio di stampo calcistico, tutti i calciatori volevano giocare nel Napoli ed arrivavano anche senza contratto; oggi bisogna pagarli a peso d’oro. Un segnale positivo, ma solo per Berlusconi, viene dalla cosiddette “gazebarie” (non sanno più cosa inventarsi !!) che hanno registrato l’affluenza di ocirca cinquantamila votanti dei quali il 96% in favore di Bertolaso. E’ un movimento popolare da seguire con molta attenzione; mi pare di capire che quando Berlusconi alza la voce contro i suoi presunti alleati viene subito premiato. A Salerno, invece, è il disastro più totale, e la discesa in campo di Antonio Iannone ne è la sottoscrizione dell’atto finale. E’ vero che al tavolo dei lavori di presentazione del candidato, nel Bar Moka, c’erano seduti anche Edmondo Cirielli e Alberico Gambino (due pezzi pesanti del partito), ma bisogna tener conto che i due a Salerno pescano ben poco in termini elettorali e con tanti candidati sindaco del centro destra ci si avvia davvero verso una debacle senza precedenti. Dimenticatevi del passato, direbbe qualcuno, perché a Salerno nessuno andrà al ballottaggio perché ballottaggio non ci sarà e Enzo Napoli vincerà al primo turno e straccerà tutti gli ipotetici avversari. Ho detto ipotetici perché per elevarsi al rango di avversari c’è bisogno di costruire seriamente un personaggio e una candidatura unitaria, cosa che nel verbo dei politici di destra non esiste e, forse, non è mai esistita. “Si parte e non si torna indietro”, questo il motto dei Fratelli d’Italia, sarebbe interessante sapere per arrivare dove, perché se è lecito partire è anche doverosamente giusto dire dove si vuole andare e/o arrivare; a memoria storica soltanto l’esercito di “Franceschiello” del famoso Francesco II di Borbone, ultimo re di Napoli, può al meglio rappresentare quanto accade nel centro destra salernitano, anche se per dovere storico bisogna ricordare che quel tanto vituperato esercito diede prova di fedeltà e di coraggio. Ma a dare questa prova furono solo i soldati, non certamente i tanti capi che scapparono a gambe levate di fronte alle prime difficoltà. Questo, però, accadde ben 156 anni fa; oggi la situazione, se possibile, è ancora peggiorata perché nessuno più è disponibile a morire sull’altare di una patria che non c’è; anche perché molti dei personaggi del centro destra “hanno finora cambiato più partiti che mutande”, parole di Edmondo Cirielli che per questo aspetto ha perfettamente ragione. Così, però, non si va da nessuna parte in quanto se le varie anime del centro destra offrono soltanto ipotetici virtuali progetti, il centro sinistra compatto offre di se l’immagine del potere che tanto piace alla gente comune che rappresenta la stragrande maggioranza dei votanti. Enzo Napoli sarà pure un “pollicino” come dice Antonio Iannone, ma dietro di lui ha un gigante ancora affamato e disponibile a fare un sol boccone di tutti i suoi potenziali avversari.
direttore: Aldo Bianchini