SALERNO – “Questa ipotesi di riforma era partita in realtà in maniera non completamente compresa e quindi, forse, all’inizio c’è stato un certo livello di disattenzione …”, non sono parole mie ma di Agostino Gallozzi estrapolate dal discorso, tutta “anema e core”, pronunciato dal presidente della S.C.T. (Salerno Container Terminal) e di Assotutela a margine della conferenza stampa durante la quale lo stesso Gallozzi ha presentato i nuovi accordi con due colossi del trasporto commerciale marittimo internazionale, ovvero la francese C.M.A. e la tedesca H.L. Dunque, per la prima volta, viene rimarcato il concetto che ho più volte cercato di spiegare e cioè che c’è stata una certa negligenza, quasi come prendere sottogamba, nell’approccio con una bozza di riforma importantissima come quella della portualità italiana; insomma, come dire, che gli addetti al settore sull’onda di un costume tutto italiano hanno guardato a quella riforma con un certo distacco, sicuri che non si sarebbe mai fatta. E ora che quella bozza è diventata riforma reale e si è in attesa soltanto degli ultimi decreti ministeriali ecco che tutti si sono svegliati e, senza ammettere le loro colpe, parlano di pressapochismo del ministro o di risentimento verso Salerno in favore di Napoli o in favore di quelle regioni che, in tempi utili, hanno seriamente studiato la riforma e preso le relative contromisure. Tutto questo in Campania non è stato fatto, in primo luogo per lo scontro Caldoro-De Luca nel corso di tutto l’anno 2014 (periodo utile a caldeggiare eventuali diverse soluzioni da quella dell’accorpamento a Napoli) ed in secondo luogo perché tutte le previsioni della vigilia elettorale davano Caldoro riconfermato nel ruolo di governatore e così la sinistra salernitana avrebbe potuto scagliarsi contro il totem di centro destra in una battaglia mediatica senza precedenti. Così non è stato e la frittata è ormai fatta. Bisogna, però, riconoscere che il grosso imprenditore delle vie del mare, Agostino Gallozzi, con la sua dichiarazione ha dimostrato almeno una certa onestà intellettuale, anche perché se non avesse candidamente confessato questo “livello di disattenzione” nei confronti della nascente riforma avrebbe lasciato pensare che ci troviamo al cospetto di una imprenditoria che, seppure di un certo ordine di grandezza, non è capace di seguire i cambiamenti strategici delle politiche del settore di sua specifica competenza. Da ragazzo, osservando un signore in un cantiere edile che non era sporco di calce, mi venne maccheronicamente spiegato che quello era un imprenditore delle costruzioni che non doveva materialmente portare a spalla la cardarella ma impegnarsi nel seguire gli sviluppi amministrativi della sua azienda. Non si può, adesso e con grave ritardo, parlare e agire contro la riforma mascherandosi dietro il populismo dell’allertamento “affinchè anche in Campania si abbia una portualità forte che sia molto competitiva e coerente” per nascondere, verosimilmente, problematiche aziendali individuali che purtroppo, e sottolineo purtroppo, potrebbero condizionare la vita imprenditoriale anche di una grossa holding. Qui stiamo parlando di una rimodulazione globale, a livello mondiale, del trasporto commerciale e turistico sulle vie del mare, stiamo parlando di colossali movimenti di interessi che fatalmente finiranno per accrescere le potenzialità di chi è già potente in danno di chi, pur manifestando capacità organizzativa e volontà di investimento, è costretto a battere il passo, se non proprio la ritirata. La cosiddetta “culpa in vigilando” c’è stata, lo stesso Gallozzi l’ha ammessa anche se solo in piccola parte, è giusto ora pensare a fronteggiare l’eventuale ricaduta negativa su tutto il settore perché, lo si voglia o no e comunque si ragioni, qualcosa la portualità salernitana, e la sua eccellenza, è destinata a perderla. Nessuno mai vorrebbe e nessuno mai vorrà che la S.C.T. di Gallozzi si impantanasse nelle secche di una riforma burocratica dopo aver, comunque, dato a questa Città sostegno, crescita e occupazione da circa sessantaquattro anni ed anche alla luce delle future prospettive di crescita occupazionale annunciata sempre da Agostino Gallozzi nel contesto di quella conferenza stampa di cui prima. Il porto di Salerno è, da tempo, al centro di scambi commerciali in tutta Europa con punte fino in Australia e nelle due Americhe, per finire alla Cina che nei prossimi anni sarà sicuramente l’approdo di sicurezza finanziaria. Non è più tempo, quindi, di prendersela con tutti gli altri, sbeffecciando anche il vice ministro reo di aver confuso la riforma approvata con la riforma solo pensata, ma è assolutamente necessario rientrare nei canoni della pura concertazione politica (e c’è ancora tantissimo da fare !!) a patto che tutti gli attori in campo siano capaci di fare un sereno esame di coscienza, a cominciare dallo stesso mega presidente di Assotutela e S.C.T. chiamato ad abbondare definitivamente ogni timore di confronto imprenditoriale anche con quelli più grandi.
direttore: Aldo Bianchini