SALERNO – “Senza padrini e senza padroni”, è questa la frase che più mi ha colpito nel discorso che Roberto Celano ha fatto in conferenza stampa (martedì 27 febbraio 2016) per annunciare la sua ufficiale discesa in campo come candidato a sindaco di Salerno per la lista “Attiva Salerno”, una componente politica da lui stesso fondata da circa un anno e che aggrega molti giovani desiderosi di mettersi in evidenza e di cambiare registro rispetto alla politica politicante che vediamo apparire in tutte le salse. Ma chi è Roberto Celano ? Roberto è un giovane, sicuramente di destra e portatore di tutti quei valori che la stessa deastra ha smarrito lungo il suo percorso fatto di beghe, di intrighi, di litigi e di false riappacificazioni. Insomma, come dire, chi non conosce impari velocemente a conoscerlo. Roberto viene da una famiglia sana, dai solidi principi lucani, si è avvicinato alla politica per il gusto di fare politica e non per interessi o bisogni personali. Combatte da sempre una battaglia individuale sul piano politico e professionale che tanti altri consiglieri seduti nel Salone dei Marmi non immaginano neppure; forse le personalizza troppo le sue battaglie, ma è costretto a farlo a causa del vuoto assoluto che ha intorno a se e che non gli può dare, neppure volendo, il giusto sostegno. E poi ha dalla sua un valore aggiunto che tantissimi non hanno: la faccia pulita che vedono tutti e le mani pulite che in molti fanno soltanto finta di non vedere. Storica la sua battaglia di trasparenza ed altrettanto storiche le sue dimissioni dalla carica di presidente di EcoAmbiente Salerno. In quell’occasione scrissi: “E pensare che Roberto Celano ha rinunciato alla vera carica remunerativa, quella di presidente di EcoAmbiente Salerno, e non a quella poco redditizia anche sul piano squisitamente elettorale di “consigliere comunale” di opposizione. Ha pensato bene di essere stato eletto dal popolo per quel ruolo e non per fare il presidente; questo gli fa onore. Oltretutto siamo in presenza di un gesto fatto da un giovane che aveva, ed ha, tutto l’interesse a ricavare quanto più possibile da un incarico politico. Non sempre ho condiviso l’azione politica e le scelte personali di Roberto, spesso ci siamo confrontati ed abbiamo discusso di tutto, anche delle cose a lui chiaramente sfavorevoli; e con i giovani non è facile dialogare, oltretutto con un giovane di successo come è lui, sempre votato da tantissimi elettori anche quando, molti anni fa, militava in A.N. che di certo non mieteva consensi e successi elettorali. Anche questo pregio ha Roberto Celano, quello del dialogo e dell’ascolto”. Storiche anche le sue battaglie all’interno di un consiglio comunale tutto prono nei confronti del kaimano il quale alcuni anni fa, sperando di poterselo accattivare, incominciò a parlare di Celano come di un ragazzo capace e volitivo ma troppo rigido nelle sue vedute politico-finanziarie. Il giochetto non riuscì, Roberto dimostrò molta intelligenza e andò avanti per la sua strada incurante che il sindaco incominciò a dare segnali di fastidio. Ma l’opposizione, non fine a se stessa, è nel dna di Roberto celano, quasi come fosse connaturata al suo essere libero e indipendente e con un cervello pensante. Nell’ottobre del 2014, se ricordo bene, Roberto rilascò una dichiarazione molto forte in merito all’unità del centro-destra: “ Il perseverare in errori e conflittualità interne servirebbe unicamente a compiacere ed a dare ossigeno ad un Pd in grave difficoltà, con un leader, il Sindaco abusivo della città capoluogo, di fatto impresentabile. Continuare in inutili litanie ed accuse reciproche significherebbe danneggiare una intera classe dirigente di giovani capaci che vuole emergere e confrontarsi con il governo del territorio. I partiti ritrovino l’autorità e l’autorevolezza necessaria a far rispettare scelte e decisioni condivise e ritrovino le ragioni dello stare insieme, per ricostruire una nuova aggregazione in grado di isolare ed emarginare chi pensa di poter costruirsi uno spazio personale sulle divisioni interne e sulle inutili polemiche, in grado di valorizzare il merito e di restituire entusiasmo agli elettori che non si riconoscono nei valori e nelle modalità di gestione e di governo di una sinistra che, in tal modo, non avrebbe alcuna possibilità di vincere”. Forse è proprio questa la chiave di lettura dell’azione del giovane Celano sulla scena politica di Salerno, in lui c’è la voglia di unità, trasparenza e legalità. Tre cose che lo hanno portato nel tempo, inevitabilmente, a scontrarsi con i poteri forti di questa città; poteri che hanno cercato di isolarlo e di impallinarlo; fortunatamente non ci sono riusciti e Roberto è ancora là, pronto a nuove e più convincenti battaglie nel nome e nel segno della comunità che intende rappresentare. Non so se la sua verve gli consentirà di sedere sullo scranno più alto del Comune di Salerno, di sicuro lo vedremo ancora lì a portare avanti le sue idee libere ed indipendenti accompagnato in questa nuova avventura da un gruppo di amici molto forte e molto largo. Per anni Roberto è stato la punta di diamante dell’intero centro destra e credo che anche l’on. Cirielli puntasse molto su di lui; spesso venivano insieme negli studi di Quarta Rete per prendere parte ed animare dibattiti e telegiornali. In quel periodo non disdegnò neppure di accompagnare a turno sia Antonio Iannone che Antonio Cammarota, per finire all’impegno sincero e costruttivo dato a Nino Marotta nella difficile campagna elettorale del 2006; poi quella brillantezza del centro-destra si è dissolta al vento delle polemiche e delle inimicizie personali e partitiche, ed è stato il disastro. E’ finita che Roberto Celano non è stato bene, e non poteva stare bene, ne in A.N., né nel PdL, né in FdI, né nel NCD e consequenziale è stata la decisione: meglio correre da soli. Così può rimanere assolutamente fedele al suo clichè di uomo intelligente, puro e senza padrini o padroni. Roberto non è fatto per i “patti trasversali” o peggio ancora per le “congiure di palazzo”; con lui certamente il Comune di Salerno sarà una “casa di vetro” e non un “muro di gomma”.
direttore: Aldo Bianchini