SALERNO – Chi parla del “dopo De Luca”, cianciando di una perdita di potere del kaimano sulla città di Salerno, non dice la verità, o perché non ha capito nulla o perché fa soltanto finta di non aver capito nulla. In entrambi i casi è in malafede e sarebbe meglio che stesse zitto. A cominciare dai tanti esponenti del centro destra cittadino, provinciale, regionale e nazionale; questi personaggi hanno almeno la grandissima colpa di non aver saputo mettere in piedi in tanti anni una opposizione degna di questo nome. Anzi ad ogni competizione elettorale hanno cercato alleanze trasversali proprio con l’avversario di sempre nella speranza di non rimetterci e, forse, di guadagnarci qualcosa. L’analisi potrà anche apparire brutale ma i fatti, fino ad oggi, avvalorano questi tesi che prende sempre più piede tra l’elettore comune bisognoso di dialogare e di dibattere i temi principali della città in cui vive. Mentre il cosiddetto “centro destra” annaspa nelle sabbie mobili di divisioni viscerali, il kaimano pensa già al futuro ed agli aggiustamenti necessari affinchè la “sua personale macchina di potere” possa continuare per molti anni ancora, indisturbata, a macinare potere e consensi. Meglio la macchina di potere del kaimano che il nulla degli altri ? Certamente si, anche se spesso mi devo turare il naso. Ma come sarà ridisegnata e rimodellata questa benedetta macchina del potere che governa la città da oltre venti anni ? La risposta è sotto gli occhi di tutti ma in tanti fanno solo finta di non vederla e di non conoscerla. Dobbiamo andare per gradi; dunque al kaimano non va giù quando per scelte più importanti politicamente (il parlamento nazionale o la regione campana) è costretto, suo malgrado, a rimanere lontano da Salerno per lunghi periodi; non solo, a De Luca sono indigesti anche i brevi periodi di vacanza in Italia o all’estero; è nervoso, impaziente, insicuro, desideroso di ritornare subito al suo posto di comando per meglio controllare tutto e tutti. Storica la lite con Pasquale Stanzione (suo alter ego della prima consiliatura comunale) che aveva occupato la stanza del sindaco mentre il sindaco effettivo si trovava in vacanza sulle nevi a Sestola (località dove annualmente si riunivano all’epoca molti importanti personaggi comunisti); si racconta che una mattina il kaimano (tornato a sorpresa velocemente in sede) andò ad accertarsi di persona che la cosa riferitagli fosse vera. E fu la fine per Pasquale che fu costretto a trasmigrare, armi e bagagli, in provincia dove per oltre dieci anni occupò, poi, la poltrona di assessore, masticando amaro contro De Luca senza mai poterlo dire alla luce del sole. Per questa ragione ora nessuno si permette di entrare nella “stanza del sindaco” che rimane ermeticamente chiusa, tranne per i casi in cui si devono tenere riunioni importanti ma sempre e solo in presenza di uno dei figli del capo. Men che meno si permette Enzo Napoli di occupare legittimamente la “sua stanza”; spero lo abbia fatto ppiù per sua scelta personale che per timore del kaimano. Ma Vincenzo De Luca non si fida di nessuno, eccezion fatta per Felice Marotta, e per lui ha già pensato alla ambitissima carica di “sindaco ombra”, una specie di tutor per Enzo Napoli destinato, si dice, a vincere le prossime elezioni ed a sedersi al posto del suo capo. Non solo; De Luca avrebbe già pensato ad un evidente contrappeso: da una parte Napoli come suo successore, dall’altra una lista (forse con il logo del PD … finalmente !!) capeggiata dal figlio Roberto; lista a numero chiuso e con l’accesso riservato solo agli attuali assessori e/o fedelissimi. La mossa di De Luca, a mio avviso, è assolutamente vincente perché, contrariamente a quanto accadde con il sindacato di Mario De Biase (dove c’era una maggioranza molto composita ed altelenante) una lista così composta e capeggiata da un capolista di quella fattura consentirebbe al kaimano di dormire sonni tranquilli e si sentirebbe in grado di sfilare la poltrona al malcapitato Enzo Napoli in ogni momento. Anche perché se Napoli vince con un suffragio inferiore al 60% alla maggioranza toccherebbero soltanto 17 consiglieri mentre 13 andrebbero alle minoranze che, nei prossimi cinque anni, potrebbero vedere una forte rappresentanza dei “pentastellati” che di certo, rispetto ai remissivi uomini del centro destra, non sarebbero dolci per nessuno. Ecco perché al centro dell’infernale macchina di potere De Luca ha posizionato Felice Marotta che per lui rappresenta il giusto ago della bilancia tra le insofferenze degli scalpitanti nuovi deluchiani, le titubanze del pacifico Enzo Napoli e l’esigenza di combattere ogni minima insorgenza di ricreazione. E per quanto mi riguarda Felice Marotta sembra proprio l’uomo giusto al posto giusto in un momento così delicato; per lui essere il “sindaco ombra” ha un significato pubblico ed un valore personale al di sopra di ogni più rosea previsione; gli mancherebbe a quel punto solo la carica di sindaco effettivo di un palazzo e di una città che conosce profondamente e che ha conquistato tappa dopo tappa, cominciando dai giardini pubblici che furono il suo primo storico approccio con la macchina comunale fin dai tempi del mitico Alfonso Menna. Accadrà tutto questo ? Bisognerà solo aspettare per vedere.
direttore: Aldo Bianchini