SALERNO – Per rappresentare al meglio il “sogno sportivo” della preside Caterina Cimino, a capo del liceo scientifico Severi di Salerno, non è assolutamente il caso di rispolverare un personaggio femminile che da poco è uscita dalle cronache politiche e sportive a livello europeo e mondiale. Parlo di Catherine Margaret Ashton, baronessa Ashton di Upholland, che è stata “alta rappresentante degli affari esteri della UE” (prima di Federica Mogherini) dal 2009 al 2014 e che nel corso del suo mandato ha esercitato un ruolo di primaria importanza per l’assegnazione e per l’effettuazione delle grandi Olimpiadi di Londra del 2012. La nostra dottoressa Caterina Cimino, più modestamente, non è una politica di rango e, soprattutto, non è una baronessa; ma è senza dubbio alcuno un personaggio che ha dato alla scuola salernitana tutta se stessa e che della scuola in generale conosce pregi e difetti. Oltre 1400 iscritti fanno del Severi il più grande istituto scolastico scientifico della provincia di Salerno; ai vertici di questo storico istituto scolastico la Cimino non è arrivata per caso (nella pubblica amministrazione accade anche questo !!) ma per gradi guadagnati l’uno dopo l’altro nel corso di una lunga ed onoratissima carriera professionale condotta tutta all’insegna della legalità e della trasparenza. E’ stata, forse, decisamente accentratrice ma non si governa la cosa pubblica in genere e la scuola in particolare se ci si lascia prendere da sentimentalismi o, peggio, da rigurgiti di coscienza; e questo le ha procurato anche qualche fastidioso inghippo per via di aggressioni strumentali che ha subito da più parti. Circa quattro anni fa la preside Cimino, resasi conto dell’esplosione sportiva che tracimava dal suo istituto scolastico, pensò benissimo di richiedere agli organi politici competenti l’istituzione di un “liceo sportivo”, ovvero un ciclo di studi che andasse ben al di là dei laboratori di informatica e tecnologie robotiche ed entrasse decisamente nel mondo dello sport dove, in pratica, c’è tutto lo scibile umano. Insomma un ciclo di studi che aprisse la visuale degli studenti anche al mondo esterno ed alle sue tante ramificazioni scientifiche, umanistiche e, perché no, sportive. Lo sport difatti rappresenta da millenni il momento topico della vita aggregativa e sociale in cui cullare non soltanto i talenti sportivi veri e propri ma anche la dimensione culturale degli stessi sportivi lanciati non soltanto verso il traguardo della pura competizione muscolare ma anche, se non soprattutto, della vita. Su questi concetti semplici ma fondamentali si incardinò anche il discorso della Ashton alla Camera dei Lord (quando era parlamentare britannica) per ottenere il definitivo assenso alla gigantesca spesa di denaro pubblico per l’effettuazione delle olimpiadi, e fu un successo strepitoso.
Questa sensibilità non l’hanno avuta i politici nostrani ai vari livelli provinciali e regionali, con chiare e distinte responsabilità, ed hanno bocciato, dopo oltre tre anni, la proposta della preside Caterina Cimino che, credo, nella sua richiesta ebbe modo di mettere in risalto anche qualcosa in più di questi concetti fondamentali. Oggi potremmo facilmente parlare di una nuova sconfitta di Salerno da addebitare alla “giunta regionale deluchiana”, ma faremmo del male a noi stessi in quanto lo sport deve rimanere sempre almeno una spanna al di sopra delle beghe e delle incomprensioni della politica che molto spesso antepone una sagra, una serata canora o una sfilata storica (sempre con gli stessi costumi e le stesse scene) alla necessità pregnante di dare ai giovani sempre nuove vie di fuga dalla strada e dalle insidie verso il ritrovamento di se stessi nella pura esaltazione dello sport. Del resto non possiamo pretendere di più da un Paese che non ha mai inserito nella sua Carta Costituzionale la parola “sport” rimanendo, forse, l’unico Paese al mondo a non aver corretto una simile dimenticanza dei nostri Padri costituzionali. In questo, naturalmente, anche la scuola italiana ha fatto del suo meglio rimanendo barricata nei banchi e nei corridoi senza mai aprirsi all’esigenza non più rinviabile di dare la possibilità ai giovani di uscire allo scoperto e di dare sfogo alle proprie individuali possibilità agonistiche che non fanno altro che migliorare il rapporto psico-fisico tra istruzione e benessere che sono due elementi indissolubilmente legati. Ma la Cimino, di sicuro, non si fermerà e probabilmente reitererà la sua richiesta, anche se nel frattempo ha già pensando ad attivare un ciclo di studi fondato sui “beni culturali” come nuova disciplina, unica nel mezzogiorno, da accorpare alle tante già esistenti nel prestigioso istituto scolastico salernitano che avrebbe potuto, con lo sport, fare davvero un grande salto di qualità per trovare la sua esaltazione definitiva. Sabato mattina 30 gennaio 2016 è stato, difatti, inaugurato il nuovo ciclo di studi: “Il progetto nasce utilizzando la quota di autonomia scolastica riconosciuta a tutte le scuole italiane, in una dimensione interdisciplinare che porta da due a quattro le ore di disegno, e le connette così alle scienze applicate per dar vita ad una contaminazione coerente tra scientifico e umanistico per rafforzare la formazione dei nostri studenti” ha detto la Cimino visibilmente commossa in presenza di numerose autorità. Anche se il liceo sportivo non è decollato la sua gara, Caterina, l’ha comunque vinta; ed anche alla grande.