SALERNO – Alla fine i sindacati, come ampiamente previsto, hanno trovato un punto d’unione dopo i vari squarci apertisi in seguito alle denunce del sindacalista della Cisl, Giuseppe Cicalese, che avevano scosso terribilmente tutta l’azienda ospedaliera fin dalle sue fondamenta. Ma una piccola rondine non fa certamente primavera; difatti la RSU aziendale (che raggruppa almeno tutte le sigle storiche come Cgil, Cisl e Uil) è uscita allo scoperto (finalmente !!) con un comunicato molto duro in cui, senza veli, attacca un po’ tutti rimarcando le responsabilità politiche e dirigenziali e anche interne allo stesso sindacato (ma fanno solo finta !!) che “hanno contribuito a fare del Ruggi un terreno di conflitto” e, aggiungerei io, di conquista degli spazi per attivare e sostenere con forza i propri orticelli di potere indiscusso. La RSU fa ritornare di grande attualità l’antica e squallida vicenda che attraverso il cattivo funzionamento delle strutture pubbliche qualcuno (o più di qualcuno !!) ha incentivato e favorito il comparto della sanità privata, mentre qualche altro ha pensato soltanto ad accrescere il suo potere all’interno della struttura pubblica senza averne le capacità manageriali e professionali. E’ una stanca solfa che viene tirata fuori ogni qualvolta la sanità pubblica inciampa e coinvolge molti addetti (come nella fattispecie degli 850 presunti assenteisti) in scandali senza fine; buttarla sulla generalizzazione non contribuisce a risolvere il problema che comunque esiste e serve da deterrente sull’immaginario collettivo che quando so sveglia dal suo sonno secolare è pronto a pretendere la forca contro la sistematicità del malcostume. Insomma il sindacato ancora una volta va oltre quello che dovrebbe essere un suo compito istituzionale, anzi va contro il suo compito istituzionale che dovrebbe essere quello di assistere, guidare, istruire tutti gli iscritti verso il raggiungimento di una maturità culturale che, da sola, non consentirebbe tutti gli abusi e la sistematicità del malcostume che, purtroppo, si registrano nella più grossa azienda ospedaliera universitaria a sud di Napoli. Ma i sindacati, dicevo, vanno ben oltre e trascurano il loro compito primario perché quando si tratta di difendere le loro personali posizioni si scatenano nell’autodifesa della loro specie e riescono a trovare alleanze inimmaginabili fino a quel momento. E’ il caso dello “smarcamento dei cartellini orari” durante le riunioni sindacali: “Siamo molto arrabbiati -ha detto una sindacalista- perché nessuno può dimostrare che abbiamo marcato e smarcato e in ogni modo quando abbiamo partecipato alle riunioni non ci siamo mai allontanati dal Ruggi per fare i fatti nostri”.; detta così i sindacalisti appaiono come vergini mammolette. Ma questo lo dice la sindacalista, bisognerà vedere nella realtà cosa è accaduto, altrimenti ci ritroveremmo di nuovo di fronte allo scontro di potere tra lì’amministrazione e il sindacato mentre il vero nodo del problema si allontana. Il sindacato non può continuare ad esistere in questo Paese pensando di essere sempre e comunque immune da ogni responsabilità, il sindacato non è unto dal Signore e i sindacalisti non godono dell’immunità parlamentare. Non possono continuare a mettere in risalto le responsabilità di altri (responsabilità che comunque esistono e vanno smascherate) ed a negare decisamente le proprie. Certo i sindacati e i sindacalisti non sono gli unici colpevoli del degrado generale, non solo del Ruggi ma di tutte le strutture pubbliche, e dobbiamo cominciare a stigmatizzare anche le loro responsabilità, in caso contrario continueremmo a parlare di aria fritta. Il sindacato non deve arroccarsi in difesa di presunti personali diritti ma deve scavare al suo interno e fare pulizia, perché ce n’è davvero tanta da fare. Bisognerà che cominci da subito a snellire e ringiovanire i propri ruoli, anche quelli più prestigiosi, occupati (come nell’azienda ospedaliera salernitana) da troppo tempo dagli stessi soggetti; ci sono elementi che da trent’anni ed oltre gestiscono le cose della nostra sanità pubblica e non dobbiamo più consentire che ad ogni folata di vento i sindacalisti di sempre, che hanno visto passare decine e decine di dirigenti, continuino a blaterare contro questo o contro quello senza farsi prima un esame introspettivo molto serio ed accurato. Faccio solo un esempio; se è vero che spesso qualcuno favorisce la sanità privata e se è vero che ciò è accaduto trent’anni fa come accade oggi, che cosa ha fatto o cosa hanno fatto il sindacato o i sindacalisti che anche trent’anni fa gestivano il nostro comune bene sanitario ? Ho una certa età ma non ho mai letto di una denuncia di un sindacalista contro il malcostume del favoritismo verso il privato al di là di sterili ed inutili proclami indefiniti ed indefinibili, ed ho sempre pensato, scusatemi l’ardire, che se era vera una vicenda del genere a guadagnarci erano in tre. Insomma per dirla tutta ritengo che non sia assolutamente possibile svolgere un ruolo delicatissimo come quello del sindacalista anche dopo trent’anni di presenza sulla scena; credo nella trasparenza di tutti ma dopo tanti anni di radicamento nel potere per il potere è anche fisiologico che qualche rapporto e/o condizionamento comunque ci sia. Ebbene incominciamo proprio da qui, qualche sindacalista si renda conto di aver fatto il suo tempo e vada a casa invece di continuare a parlare ed a fare il moralista con la complicità di una stampa che eclata soltanto i loro discorsi.
direttore: Aldo Bianchini
Egregio Direttore ,
la mia storia non può prescindere dalle Sue generiche considerazioni di ordine generale. Sono i fatti che mi si riconoscono e mi danno ragione. Gli spazi mediatici CERTAMENTE NON LI COMPRO , ma questi sono frutti di una informazione corretta ai cittadini e questo viene fatto grazie al sottoscritto che prima di parlare ama formarsi e documentare gli argomenti. Che a piace o meno quando questi argomenti toccano la sfera non gradita al sottoscritto poca importa nonostante tengo a precisare la MASSIMA STIMA e riconoscenza del passato.
Proprio fin dalla mia nascita sindacale Lei è stato il primo in quei tempi ha riconoscere il contrario di quello che scrive oggi .
Non può generalizzare coinvolgendo tutti i Sindacalisti. Abbia il Coraggio di fare riferimenti precisi e non generici ,visto che non avendomi escluso Lei mi coinvolge .
Una sola cosa non sono mai riuscito a fare nel sindacato di quello che Lei strategicamente getta in modo sottile l’ombra negativa sui sindacalisti è quello di costruirsi il proprio potere personale , ma certamente un potere collettivo costruito sui sacrifici personali messi a disposizione dell’interesse pubblico .
Con Stima .
Carmine De Chiaro.