SALERNO – L’attacco sconsiderato portato a testa bassa dal governatore Vincenzo De Luca contro Luigi Di Maio (parlamentare del Movimento Cinque Stelle), definendolo un ottimo steward nello stadio San Paolo di Napoli ovvero un buon webmaster, ripropone all’attenzione di tutti l’antico dilemma inerente le possibili attività lavorative esercitate dai nostri parlamentari, e dei politici in genere, prima di accedere alle Camere del nostro Paese ed al governo delle pubbliche amministrazioni locali. Il panorama è assolutamente devastante e va tenuto di buon conto soprattutto quando si lanciano accuse populiste ma senza alcun senso logico e della misura.
Difatti se il bravo e giovane ventinovenne Di Maio, brillantemente laureato alla Federico II di Napoli (mica in filosofia a Salerno-Fisciano !!), ha svolto l’attività di webmaster o dello steward come quella del pizzaiolo; dovrebbe essere tutto questo un motivo di onore incondizionato e non di derisione plateale, buona per gli sciocchi che ancora credono che gli asini volano. Difatti gli stessi asini ronzinanti che fanno parte della storica platea televisiva di De Luca hanno dimenticato, o fanno solo finta di dimenticarlo, che lo stesso Vincenzo De Luca farebbe bene, prima di attaccare, ad elencare le sue attività lavorative prima di diventare sindaco di Salerno, parlamentare della Repubblica e governatore della Campania. Per quanto mi risulta, ma potrei anche sbagliarmi, l’attuale governatore non ha mai svolto un’attività lavorativa nel senso più etimologico della parola (dipendente o autonoma !!) al di là di quella svolta per decenni nelle stanze della segreteria provinciale del PCI, del PDS, dei DS e del PD; buon testimone potrebbe essere anche l’ex sindaco
Mario De Biase che gli ha tenuto buona compagnia per anni e anni. Dunque onore e merito a Luigi Di Maio. Ma la vicenda, come dicevo, mi stimola ad un approfondimento sulle reali attività lavorative di tutti i sindaci di Salerno, dal 19 dicembre 1946 ad oggi, prima e dopo aver avuto l’onore di ricoprire la carica di sindaco della città capoluogo. Siamo a pochi mesi dalle nuove elezioni amministrative ed un ragionamento si impone anche in questo senso. Ebbene dal 1946 hanno ricoperto la carica di sindaco ben 8 avvocati che esercitavano la loro attività forense (Rossi, Buonocore, Parrilli, Alario, Russo, Clarizia, Mobilio e Scozia) e che per dieci volte hanno governato Salerno. Sono stati tre i commissari prefettizi (Salazar, Lattarulo e Laurino), il primo dal 53 al 55, e gli altri due per complessivi cinque mesi nel 1993. Un commendatore riconosciuto,
Alfonso Menna, che rimarrà nella storia di questa città anche per la sua attività di docente; tre docenti riconosciuti per l’ottima qualità professionale (Provenza, Salzano e Giordano che riuscì ad avviare la stagione della stabilità politica). Tre medici (Ravera, D’Aniello e Borrelli) hanno, poi, contraddistinto un periodo molto tumultuoso nella storia politica della città tra il 24 marzo 1978 e il 10 giugno 1982. Infine un ingegnere (Cucciniello), un architetto (Napoli) ed un semplice cittadino (Visone). Poi c’è la lunga gestione deluchiana con l’appendice di De Biase; entrambi senza una attività lavorativa produttiva ben precisa se non quella di partito nel partito. Gli avvocati sembrano quindi avvantaggiati rispetto alle altre categorie professionali e nonostante il lungo regno deluchiano in tanti si ripresentano ai nastri di partenza e si distinguono per la loro capacità dialettica e, perché no, anche aggressività maturata nei lunghi anni trascorsi nelle aule di giustizia. Tra i tanti avvocati che già siedono in consiglio comunale o si preparano alla lunga campagna elettorale, e prima ancora per l’ottenimento della “nomination”, c’è sicuramente
Luciano Provenza, nipote del professore Vittorio che ha retto le sorti della città in due periodi distinti: dal 9 marzo 1977 al 24 marzo 1978 e dal 6 marzo 1985 al 12 settembre 1985. Una famiglia quella dei Provenza che da sempre si distingue per la sua passione per la politica e per l’amministrazione della cosa pubblica; difatti diversi componenti di questa storica famiglia si sono seduti a turno nell’alto consesso cittadino. Ma Luciano Provenza ha qualcosa in più rispetto ai suoi stretti parenti ed anche rispetto agli altri avvocati già schierati ai nastri di partenza; un valore aggiunto che gli viene dall’essere giornalista pubblicista (<conduttore di note rubriche televisive e radiofoniche) e dalla sua attività di avvocato matrimonialista tra i più noti della città e della provincia. Un valore aggiunto che si è cristallizzato grazie all’attenta gestione della sua immagine, mai succube dell’ex sindaco e sicuramente con un cervello pensante, autono ed indipendente. Anzi in diverse e ben mirate occasioni Luciano Provenza si è distinto per la sua serenità nel fornire tutti i consigli utili al fine di evitare tracimazioni pericolose per gli amministratori. Potrebbe, forse, essere proprio questo aspetto a metterlo in pool position nella corsa alla candidatura a sindaco di Salerno anche perché lo stesso De Luca (stando ai chiacchiericci del palazzo) vedrebbe con favore l’inserimento del nome di Luciano Provenza nella ristretta lista dei nomi possibili. Ma la storia, ovviamente, continua.