Aldo Bianchini
SALERNO – Possono convivere intorno allo stesso tavolo, in una magica serata di fine anno, pace e serenità natalizia con storiche virtù e vecchi e nuovi dissapori ? La risposta è decisamente no, non possono convivere anche perché i dissapori o i rancori, come dir si voglia, sono sempre assai difficilmente digeribili, da qualsiasi parte essi provengano, e riescono sempre a scavalcare le virtù. E’ stato necessario questo breve cappelletto per significare che la sera di sabato 19 dicembre scorso intorno al tavolo per la cena di fine anno dell’Associazione Salernitana della Stampa c’erano diverse decine di colleghi giornalisti (con famiglie) per festeggiare questo nuovo appuntamento nella massima serenità e lontano dalle polemiche che hanno caratterizzato questo ultimo scorcio del mandato che il presidente dell’ Assostampa
Mimmo Focilli ha portato a termine con la solita eleganza dialettica e trasparenza comportamentale per mettere nelle mani degli elettori la ricerca dei nuovi rappresentanti dell’associazione. Alla fine Mimmo Focilli ha nuovamente vinto democraticamente, per l’ennesima volta, le elezioni; anche se questa volta non ha stravinto come in passato. Ma ha vinto e questo dato ufficiale non va dimenticato da nessuno. Gli ultimi spifferi dissenzienti hanno avanzato in più sedi la necessità che l’Assostampa di Salerno, l’unica riconosciuta dall’Ordine dei Giornalisti di Napoli fino a qualche mese fa (ora invece tutto è piombato nella confusione più assoluta con le nuove regole associative dettate dall’ordine nazionale e da quello regionale), ha bisogno di una spinta innovativa ed anche rivoluzionaria; è vero, nessuno di noi deve disconoscere che questa necessità esiste e non è più procrastinabile, ma bisogna arrivarci per gradi ed a passi quanto mai lenti e ponderati. Insomma non si può e non si deve sfasciare tutto per non creare nulla o per creare soltanto una eventuale poltrona di potere, almeno sul piano rappresentativo. Anche io, come altri colleghi, ho sbagliato in questa vicenda pre elettorale lasciandomi andare ad una sponsorizzazione evidentemente tout-court di colui il quale poteva e può ancora essere il vero rinnovatore dell’associazione per via delle sue riconosciute potenzialità organizzative e capacità di sintesi in un panorama complesso e intricato come quello dell’associazionismo in genere; del resto a presentarci è stato lo stesso Mimmo diversi mesi fa e da lui appresi delle aspirazioni svelate e del ruolo da assegnargli.
Tutto lecito, se non fosse per il fatto che la vicenda in alcuni momenti ha assunto le sembianze di un atto consumato a mò di carboneria rivoluzionaria. Non nego nemmeno di averlo fatto e di essere consapevole delle necessarie novità da immettere nel circuito dell’associazione se vogliamo sopravvivere in questa tempesta di cambiamenti epocali anche per tutti noi giornalisti. D’altra parte non si può e non si deve, in questa operazione, prescindere dalla figura storica dell’associazione rappresentata da decenni da Mimmo Focilli; e non mi si venga a dire che da troppi anni sta facendo il presidente non rappresentativo perché è bene riconoscere a Mimmo la capacità di esserci senza esserci che non è da tutti, quei tutti che comunque conoscono e rispettano l’immagine di pulizia e trasparenza promanata all’esterno ed in ogni ambiente dal nostro presidente. La storia di Salerno insegna che molti ordini professionali (medici, avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti, ecc.) hanno presidenti che siedono al loro posto da oltre trent’anni e che nessuno dei rispettivi iscritti si sogna di contestarli per la loro longevità presidenziale. Ma allora come fare per cambiare qualcosa e dare nuova linfa all’associazione, mi ha detto un collega l’altra sera; al predetto ho risposto che già Mimmo era disposto e disponibile ad accogliere forze nuove nel consiglio direttivo come nei collegi dei sindaci e dei probi viri e che per qualche ragione tecnica dell’ultimo minuto il piano strategico è riuscito soltanto a metà; un piano che presto con molta probabilità verrà portato a compimento anche al fine di dare una nuova immagine all’associazione che ha bisogno di espandersi su tutto il territorio provinciale se davvero vuole ritornare ad essere la vera Assostampa Salerno, una denominazione che ancora nessuno potrà permettersi di copiare per le tante associazioni, molto spesso personali, che sono fiorite e fioriscono un po’ dappertutto.
Non voglio e non intendo coniare un detto filosofico, ma se partiamo dal concetto che Mimmo rappresenta la storia dell’Assostampa dobbiamo anche concludere che la storia va sempre e comunque rispettata; e nella storia di Mimmo Focilli non c’è mai alcuna slabbratura o deriva di potere, men che meno di aver fatto utilizzo nella composizione delle liste e nella scomposizione del neo consiglio direttivo della pratica della “vessazione” che rimane una parola assolutamente sconosciuta per Mimmo, che è una parola molto grave e che purtroppo è stata utilizzata in questa brutta vicenda pre e post elettorale. Qualcuno dovrebbe ricordare che l’Assostampa di Salerno oltre venti anni fa era troppo personalizzata sulla figura di pochi,e di uno in particolare, e che noi tutti utilizzammo l’immagine dell’allora vicepresidente Mimmo Focilli per ridare un volto nuovo all’associazione; non ci riuscimmo fino in fondo perché allora, come ora, le nuove figure forse dimostrarono (come accade anche adesso) di essere anche più frettolose, se non aggressive, delle precedenti; e molte di queste figure piano piano lasciarono l’Assostampa per emigrare verso altri lidi che poi alla fine non hanno garantito né innovazione e né assistenza per tutti in egual misura. E Mimmo sempre lì a cercare di stemperare i toni, a mettersi al servizio di tutti ed a spendere una buona parola in ogni occasione, anche quando il suo agire poteva essere più severo soprattutto nei casi di manifesta violazione delle regole associative.
Ma come può essere risolto, a questo punto, il problema dei nuovi dissapori ? A mio avviso tutti devono fare un passo indietro per risedersi intorno ad un tavolo (non quello della cena dell’altra sera) e discutere pacatamente della incresciosa vicenda che si è venuta a creare anche per la non chiarezza nelle richieste e per la sfrontatezza troppo evidenziata con cui il problema del rinnovamento è stato affrontato nella sede naturale che è e rimane il consiglio direttivo. Chi non lo farà dovrà ritenersi fuori da ogni discorso; non è un prendere o lasciare, e neppure una vessazione, ma semplicemente un’occasione per dimostrare il senso di appartenenza ad una categoria che ha bisogno di tutto, tranne che di queste beghe di bassa lega. L’occasione, perché no, poteva essere data proprio dalla cena a base di pesce ottimamente organizzata da Mimmo Focilli nello splendido salone del ristorante “La Risacca” presso l’hotel centro congressi Polo Nautico di Salerno (dove si è mangiato l’antipasto del golfo, i paccheri alla cetarese, il filetto di orata fratinato e con patate al forno, la torta “Jubabà” con scritta personalizzata, con un ottimo vino falangina e bibite varie) e aperta anche ai due-tre consiglieri dissidenti che, a mio avviso, avevano l’obbligo di essere presenti per rappresentare i loro elettori e non l’hanno fatto.Naturalmente, al di là delle mie considerazioni personali e quindi opinabili, di tempo per rimediare ce n’è ancora; sarebbe sufficiente un po’ di buona volontà e una spruzzatina di umiltà da parte di tutti. Anche perché è Natale, la festa delle feste … auguri a tutti.