Aldo Bianchini SALERNO – Ognuno la può pensare come crede ma è innegabile che il 2015 è stato un anno di grandi successi per la portualità salernitana che ha toccato vertici positivi inimmaginabili fino a qualche tempo fa. E il merito è quasi tutto da ascrivere al presidente dell’autorità portuale Andrea Annunziata che è riuscito a creare intorno a lui un giro di stretta intesa, quasi come un “cerchio magico” positivo e trasparente; un cerchio fatto di collaboratori stretti e di collaboratori comuni, così come da semplici ed onorati lavoratori; tutti, però, dediti anima e corpo alla realizzazione del progetto lavorativo e di sviluppo predisposto dal capo. Dico questo perché facendo il giornalista tra la gente, lontano dai riflettori e dalle facili e sterili interviste, l’altra sera (venerdì 18 dicembre) alla “VIII Festa della Comunità Portuale – Concerto di Natale 2015” nel cinema teatro Augusteo ho preferito sedermi in uno dei posti del loggione per evitare i “grossi personaggi” salernitani e per toccare con mano l’umore della gente che ha affollato in ogni ordine di posti il cinema-teatro comunale. Mi ha colpito il convinto entusiasmo di un signore seduto vicino a me che ha seguito con intensa partecipazione il discorso di Andrea Annunziata fino a spellarsi le mani per gli applausi scroscianti che gli ha dedicato in maniera assolutamente convinta. Da quello che diceva con un altro suo amico ho capito che, forse, era un dipendente dell’autorità portuale che partecipava con trasporto e passione il successo innegabile del suo presidente che proprio in quei momenti snocciolava dal palco del teatro le cifre e i numeri del successo 2015 dell’attività portuale, di fronte ai quali tutto è passato in secondo ordine: il concerto con Ambrogio Sparagna & Band, la splendida Serena Autieri, il maestro Alberto Pizzo e gli ineffabili Claudio Tortora e la bella ed elegante Nunzia Schiavone. Cifre e numeri che non ripeterò in questo articolo in quanto avrete modo di leggerli un po’ dappertutto; a me piace commentare il discorso del presidente Annunziata che mi è parso un discorso dal taglio molto più politico rispetto a quello dell’anno scorso; non perché si avvicina l’inevitabile aggregazione di Salerno a Napoli ma perché Andrea Annunziata è profondamente convinto di quello che fa e di quello che dice. Difatti se sostiene che il sistema portuale nazionale, che lui stesso aveva ipotizzato una decina di anni fa quando era viceministro ai trasporti, è un’esigenza indifferibile lo dice perché ci crede; la stessa cosa per l’accorpamento di Salerno a Napoli purchè rimangano intatte le “autonomie gestionali”. Da perfetto uomo di governo non si schiera contro la Comunità Portuale (che sta cercando, arrampicandosi agli specchi dopo anni di colposi silenzi, di evitare l’accorpamento chiedendo rinforzo al porto di Savona) ma prende sicuramente le distanze da essa perché lui crede profondamente nell’esigenza di mettere insieme tutte le forze sane al fine di puntare sulle diverse eccellenze per il rilancio definitivo non solo della portualità campana ma anche di tutta la portualità nazionale. Insomma, come dire che non bisogna mai aver paura di confrontarsi con chi è più grande se si è convinti della bontà dei propri modelli lavorativi; ma per fare questo ci vuole coraggio e capacità professionale e Andrea Annunziata ne ha parecchia. Neppure un accenno alla battuta d’arresto del programma Del Rio imposto dalla Consulta per via di un ricorso presentato a suo tempo dall’avv. Almerina Bove per volere del precedente governatore Stefano Caldoro che, dunque, non è che non ha fatto niente per difendere le varie autonomie portuali della Campania, come da più parti si favoleggia. La Corte Costituzionale ha fissato il principio secondo cui, partendo dall’assunto che porti ed aeroporti sono materia di “competenza concorrente” tra Stato e Regioni, il decreto “sblocca Italia” doveva tener conto del fatto che bisognava procedere in maniera concertativa in una apposita conferenza stato-regioni e non in maniera apodittica da parte del governo; è vero che il Governo ha chiesto alle Regioni il loro parere prima di procedere nella decretazione ma ciò non è stato ritenuto sufficiente. Lo stop della Consulta potrebbe creare un notevole ritardo nell’attuazione del piano strategico della portualità nazionale previsto dalla cosiddetta “legge Madia”, ma è meglio qualche ritardo che un procedere errato e non più correggibile. Questo stop della Consulta potrebbe dare, anzi sicuramente darà, al nuovo Governatore Vincenzo De Luca la possibilità di sedersi intorno ad un tavolo di concertazione per discutere i termini e le procedure di accorpamento del porto di Salerno a quello di Napoli e per conquistare quella “autonomia gestionale” invocata a chiare lettere da Andrea Annunziata; senza la necessità di dover correre a Roma e fare corridoio in attesa di essere ricevuti dal ministro; intorno al tavolo potrà trattare ad armi pari, come è giusto che sia. Per parecchi mesi ancora, quindi, continueremo ad avere la nostra autorità portuale (che va alla ricerca di casa !!) con la presidenza Annunziata, anche grazie all’ispirazione avuta dal precedente governatore Caldoro che ebbe l’intuito di delegare l’avv. Almerina Bove per la preparazione e la presentazione del difficile ricorso alla Corte Costituzionale. Fortunatamente il nuovo governatore De Luca ha fatto bene a lasciare al suo posto nel cerchio allargato della Regione la brava professionista campana che avrà pure avuto la disponibilità e l’appoggio del presidente della Consulta, il napoletano Alessandro Criscuolo, ma che certamente ha dimostrato di essere in grado di condurre a compimento un difficile incarico.
direttore: Aldo Bianchini